No alla decisione della Regione di delocalizzare l’impianto di San Pietro Lametino nell’area industriale.

 

Maximiliano Granata e Mauro Mellini

No ai privati :  le nuove piattaforme di recupero devono essere pubbliche .

Una società privata propone  di realizzare il nuovo sito chiedendo la  gestione per 20 anni .

Dopo sedici anni di commissariamento del settore dei rifiuti, dopo il continuo ricorso ad ordinanze «contingibili ed urgenti», e soprattutto dopo una montagna di soldi pubblici spesi, in Calabria resta «più che evidente» la «forte dipendenza» dai soggetti privati. E le discariche esistenti sul territorio regionale, quasi tutte private, sono strapiene.

Oltre al trend positivo della raccolta differenziata, sostenuto dalla Regione anche con l’erogazione di finanziamenti concessi ai Comuni con il fondi del Por Calabria 2014-2020, sono in corso di realizzazione 3 delle nuove e moderne piattaforme di recupero previste nella nuova pianificazione regionale a Reggio Calabria, a Rossano e a Catanzaro. Per quelle di Cosenza e Vibo Valentia si sta procedendo alla scelta del sito di ubicazione con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni comunali.

Bisogna eliminare la forte dipendenza dai soggetti privati nella gestione e programmare la realizzazione di nuove e moderne piattaforme di recupero pubbliche.

La Regione ha deciso di delocalizzare l’impianto di San Pietro Lametino spostandolo di circa cento metri da dove si trova. La misura rientra nel piano della Cittadella regionale e che prevede per Lamezia la costruzione di una nuova struttura a ridosso del depuratore, accompagnato da un nuovo impianto da realizzare nell’area di Vibo Valentia . Decisione sbagliata perché al contrario con l’ammodernamento dell’attuale impianto rispetto a un’ eventuale delocalizzazione e trattando i rifiuti del solo Aro Lamezia, l’ambito di raccolta ottimale, si raggiungerebbe, invece, una riduzione tariffaria a vantaggio dei cittadini.

Ma i benefici potrebbero aumentare, con un abbattimento della tariffa fino al 17% prevedendo ristrutturazione e ampliamento del sito esistente e facendo convergere i rifiuti provenienti anche dall’area di Vibo, ma rinunciando contestualmente al progetto di avviare gli investimenti previsti nelle due città. E’, in particolare, sull’opera da realizzare a Lamezia che si sono allungate le mire di una società privata che, senza perdere tempo, ha manifestato l’interesse a portare a termine i lavori, chiedendo pero’ come contropartita la gestione dell’impianto per 20 anni .

 

Il Presidente

Associazione Legalità Democratica

Avv. Maximiliano Granata

 

Cs 29.09.2018

Occhiuto risponde ai 5S: Invocano l’intervento della magistratura anche per riaprire una strada .

Mario Occhiuto

Il Sindaco continua per la sua strada, rispondendo ai 5S e agli altri che criticano le ztl decise di recente . In questa città c’è chi invoca l’intervento della magistratura persino per riaprire una strada, chiusa per realizzare un’opera pubblica relativa a un parco urbano e a un sistema di trasporto pubblico. In questa città c’è ancora chi fa cortei a favore del traffico veicolare e contro la realizzazione di un parco e di sistema di mobilità sostenibile. In questa città ci sono quelli che contestano tutto e dicono di voler cambiare il mondo, ma vogliono cambiarlo in macchina non a piedi .

I magistrati fanno un uso politico della giustizia?

Piercamillo Davigo e Nicola Morra

Oggi “Intromittunt se de omnibus”, si impicciano di tutto, i P.M. ed i Giudici penali.

Perseguire i reati, veri o immaginari è la chiave per l’accesso all’esercizio, di fatto, del potere esecutivo e della stessa “politica”.

Quando, invece, secondo il fondamentale principio della divisione dei poteri, si imporrebbe una netta separazione tra il legislativo, l’esecutivo ed il giudiziario. Una separazione teorizzata due secoli e mezzo fa e realizzata faticosamente con la creazione dello Stato moderno e l’avvento delle libere istituzioni.

Assieme all’”intromittere se de omnibus” dei P.M. e dei Giudici Ordinari fiorisce uno strano fenomeno: quello di una “specializzazione”, non nelle funzioni, ma nell’abuso di quegli strumenti che la legge (in verità sempre più sgangherata al riguardo nelle sue “novità”) fornisce agli scalpitanti magistrati “ratione peccati” per perseguire i reati.

E poiché nella legislazione criminale ci si accosta sempre più alle tesi che, con una spolverata di retorica democratica e di argomentazioni sociologiche, sono pur sempre quelle della giustizia nazista (punire chi è capace e proclive a commettere un reato senza che debba proprio averlo commesso) lo sbandamento ed il debordare diventa invasione del potere esecutivo e della politica. Ma, abbandonando la “divisione dei poteri” sembra che le diverse istituzioni territoriali giudiziarie si “specializzino”, come dicevamo poc’anzi, nel tipo di utilizzazione distorta, oltre che nella stessa distorsione “dei mezzi giudiziari”.

Prima le dichiarazioni del presidente dell’Anm Camillo Davigo, poi il caso Piergiorgio Morosini hanno fatto tornare d’attualità nel dibattito politico il tema della politicizzazione della magistratura.

Nella sua analisi, Giovanni Fiandaca ,aveva colto il centro nevralgico del problema: “La discrezionalità, a seconda dei casi più o meno ampia, inevitabilmente connessa all’interpretazione giudiziaria, funge infatti da porta di ingresso per un insieme eterogeneo di fattori di condizionamento di natura ‘extra-legale’: fattori che vanno dagli orientamenti politico-culturali della corrente di appartenenza al sistema personale di valori, alla fede politica e alla sensibilità del singolo magistrato. Ora, una libertà interpretativa influenzata da opzioni di valore è stata consapevolmente teorizzata da una corrente come Magistratura democratica, che non a caso è quella che si è tradizionalmente distinta rispetto alle altre correnti per una maggiore capacità di elaborazione culturale. E la spiccata attenzione per le valenze politiche dell’attività giurisdizionale ha, contemporaneamente, alimentato forme di proiezione pubblica e di militanza extra-giudiziale così esplicite, anche sul piano dell’esposizione mediatica, da trasformare il magistrato in uno degli attori politici che occupano la scena pubblica”.

Dinosauri: Occhiuto replica a Morra, polemica mediatica inutile nonchè la solita figuraccia personale.

Nicola Morra

L’Amministrazione comunale replica al senatore del M5S Nicola Morra. La mostra sui dinosauri rientra nel progetto Festival Invasioni, annualità 2018, cofinanziato dalla Regione Calabria, nell’ambito dell’avviso pubblico “Selezione e finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria. Annualità 2018. Azione 1 A – PAC Calabria 2014-2020”.

 Occhiuto: «Si lavora per la crescita della citt໫Il senatore Morra – evidenzia su tutto il sindaco Mario Occhiuto – anziché svolgere la sua attività parlamentare indirizzandola al servizio degli italiani e dunque di problematiche più stringenti, insiste nell’ossessivo tentativo di screditamento dell’Amministrazione comunale di Cosenza. Ciò che rimedia è però soltanto puntualmente una inutile polemica mediatica nonché la solita figuraccia personale. Gli atti (e i fatti) parlano chiaro: da un lato c’è chi lavora per la crescita della città di Cosenza. Dall’altro chi spreca il suo tempo provando a frenare questo processo».

Granata (Lega): Piena condivisone alla linea dell’On. Furgiuele .

Vincenzo Granata consigliere comunale Lega
Città di Cosenza
Piena condivisione e sostegno alla linea politica del Segretario Regionale della Lega On. Domenico Furgiuele

In qualità di primo consigliere comunale di una città capoluogo di provincia,nella Regione Calabria, “ad aver aderito alla Lega” esprimo piena condivisione al documento Gazzetta del Sud di oggi – dell’On. Domenico Furgiuele,segretario regionale della Lega,quando parla di valori condivisi e che servono bravi amministratori alla guida della Regione.

Vincenzo Granata
Consigliere comunale Lega
Città di Cosenza

Mario Occhiuto: Iacchite “arma di diffamazione di massa” senza che, di fatto, nessuno risponda per quanto vi viene pubblicato.

Tribunale di Cosenza

Costretto a lavorare per anni sotto una persecuzione mediatica.

In Calabria è stato messo in piedi un vero e proprio sistema eversivo legato al mondo dell’informazione, al centro del quale si trova il sito web “www.iacchite.com” che viene utilizzato, probabilmente in sinergia con l’attività di alcuni parlamentari, per screditare tutte le istituzioni locali e le articolazioni territoriali dello Stato;
– l’attività del sito web “www.iacchite.com” è molto spesso fondata su articoli basati su notizie false o addirittura veicolo essi stessi di falsità, che, oltre a creare un evidente danno alla reputazione delle proprie vittime, delegittimano tutte le istituzioni, generando movimenti di opinione basati su convinzioni errate. Tale attività è peraltro svolta in palese violazione del principio deontologico secondo cui i giornalisti hanno “il dovere di promuovere la fiducia tra la stampa e i lettori”;
-che bersaglio privilegiato del sito web “www.iacchite.com” sono in modo particolare il Comune di Cosenza e il suo Sindaco -che ha già ottenuto l’emissione di diverse sentenze di condanna per diffamazione nei confronti del responsabile di www.iacchite.com- nonché i magistrati in servizio presso la Procura della Repubblica e la Sezione Penale del Tribunale di Cosenza;
-che nei giorni in cui si stava formando il Governo attualmente in carica, articoli pubblicati da “www.iacchite.com” ipotizzavano possibili conseguenze negative per il Sindaco di Cosenza, se l’on. Alfonso Bonafede fosse diventato, come poi è stato, Ministro della Giustizia, e il sen. Nicola Morra avesse assunto la carica di Sottosegretario allo stesso Dicastero, di fatto millantando contatti e un rapporto privilegiato tra questi esponenti del MSS e la testata;
-che nei mesi scorsi, diversi articoli pubblicati dal sito web “www.iacchite.com” hanno annunciato imminenti ispezioni nelle procure calabresi, e dopo qualche giorno sono arrivate, puntuali, interrogazioni parlamentari di esponenti del M5S che chiedevano al Ministro competente proprio la disposizione di tali ispezioni;
-che allo stesso modo, dopo che “www.iacchite.com” in alcune occasioni ha anticipato la messa in campo di attività del Ministero dei Beni Culturali, dirigenti del medesimo Dicastero si sono mossi sulla falsariga di quanto annunciato dal sito web;
-che il complesso di queste attività portate avanti da “www.iacchite.com“, oltre a ledere l’onorabilità dei soggetti coinvolti, produce l’esercizio di pressioni improprie sulle istituzioni, ed in particolare sul Comune di Cosenza e sulla magistratura cosentina;
-che, addirittura, il predetto sito web ha sponsorizzato le recenti assidue frequentazioni del Sen. Nicola Morra, quasi quotidianamente presente presso gli uffici della Procura della Repubblica di Cosenza, con tale Giuseppe Cirò, soggetto già denunciato per gravi irregolarità in danno del Comune di Cosenza e del Sindaco di quella città;
-che, come risulta da altra fonte di informazione in rete, il Sen. Nicola Morra starebbe trasformando il predetto Cirò in un falso “collaboratore di giustizia”, fomentando lo spirito di vendetta di quest’ultimo per istigarlo a calunniose e false delazioni nei confronti dei suoi avversari politici, ed in particolare contro il Sindaco di Cosenza ed i suoi stretti collaboratori, nonché contro magistrati in servizio presso la Procura della Repubblica di Cosenza, così intralciando e condizionando l’attività della magistratura inquirente;
-che il sito web “www.iacchite.com“, nato nel settembre del 2015 come supporto telematico del giornale cartaceo “Cosenza Sport”, col quale di fatto non ha nulla a che fare, è gestito dal giornalista Gabriele Carchidi e da Michele Santagata, che nel corso del tempo hanno accumulato diverse decine di denunce e molte condanne, finanche per stalking digitale, ed il primo ha subito anche la sospensione dall’ordine dei giornalisti della Lombardia, per gravissime mancanze deontologiche;
-che, nonostante ciò, l’impressione che si è radicata è che “www.iacchite.com” sia una sorta di “arma di diffamazione di massa”, che opera al di fuori di ogni regola, di natura tanto civilistica quanto penale, e senza che, di fatto, nessuno risponda per quanto vi viene pubblicato;
-che la predetta condotta illecita risulta ancora in atto, proseguendo, i predetti soggetti, impunemente, nella perpetrazione di gravi reati, quali quelli di stalking, rivelazione di segreti d’ufficio e oltraggio a corpo giudiziario, senza che la Procura della Repubblica di Cosenza e quella di Salerno (competente per i reati in danno dei magistrati del distretto della Corte di Appello di Catanzaro) riescano ad adottare le doverose misure cautelari atte ad evitare la reiterazione dei reati ;
tanto premesso, si chiede:
– se siano a conoscenza dei fatti riportati e se, in caso contrario ritengano di dover disporre quanto necessario per appurarne la veridicità;
– se credano che un tale sistema eversivo possa portare avanti la propria attività diffamatoria impunemente;
– quali iniziative intendano adottare per verificare la indisturbata prosecuzione della anzidetta attività delittuosa e per cogliere;
– se ritengano che dietro a quanto sta accadendo in Calabria vi sia un preciso disegno volto a screditare, e forse a porre sotto ricatto, diretto o indiretto, le istituzioni elette dal popolo sovrano, e la magistratura con il grave ed irresponsabile coinvolgimento di esponenti politici ed addirittura di parlamentari;
– quali iniziative intendano adottare per tutelare il lavoro dei magistrati in servizio presso la Procura della Repubblica ed il Tribunale Penale di Cosenza, e per evitare i condizionamenti e gli intralci orditi dal sen. Nicola Morra;
– quali misure, quindi, intendano mettere in campo per ristabilire una volta per tutte le legalità e impedire che le istituzioni di una intera Regione vengano sistematicamente vilipese da un sito web di informazione, strumentalizzato per fini pseudo politici;
– quali rapporti ci siano tra il sen. Nicola Morra, e i responsabili del sito www.iacchite.com, ed il Cirò Giuseppe;
– se sia conforme a quanto previsto dalla vigente normativa sulla stampa che un sito web che si occupa di cronaca e di politica, in modo particolare, sia collegato a una testata sportiva con cui non ha poi nulla a che fare, così mascherandosi dietro la bandiera della libertà di informazione, peraltro continuamente violata e mortificata

Dichiarazione di Mario Occhiuto dalla pagina FB

Pella: Interpellanza sul sito Iacchite, notizie false che delegittimano tutte le istituzioni .

Tribunale di Cosenza
Atto Camera

Interpellanza 2-00107

presentato da

PELLA Roberto

testo di

Mercoledì 19 settembre 2018, seduta n. 47

  Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro dell’interno, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

in Calabria è stato messo in piedi quello che appare all’interpellante un sistema del tutto anomalo e preoccupante legato al mondo dell’informazione, al centro del quale si trova il sito web www.iacchite.com che viene utilizzato per screditare tutte le istituzioni locali e le articolazioni territoriali dello Stato;

l’attività del sito web www.iacchite.com risulterebbe spesso fondata su articoli basati su notizie false o addirittura veicolo essi stessi di falsità, che, oltre a creare un evidente danno alla reputazione delle proprie vittime, a parere dell’interpellante delegittimano tutte le istituzioni, generando movimenti di opinione basati su convinzioni errate. Tale attività appare peraltro svolta in sostanziale violazione del principio deontologico secondo cui i giornalisti hanno «il dovere di promuovere la fiducia tra la stampa e i lettori»;

bersaglio privilegiato del sito web www.iacchite.com sono in modo particolare il Comune di Cosenza e il suo Sindaco che ha già ottenuto l’emissione di sentenze di condanna per diffamazione nei confronti del responsabile di www.iacchite.com nonché i magistrati in servizio presso la Procura della Repubblica e la Sezione Penale del Tribunale di Cosenza;

nei giorni in cui si stava formando il Governo attualmente in carica, articoli pubblicati da www.iacchite.com ipotizzavano possibili conseguenze negative per il Sindaco di Cosenza, se l’onorevole Alfonso Bonafede fosse diventato, come poi è stato, Ministro della Giustizia, e il senatore Nicola Morra avesse assunto la carica di Sottosegretario allo stesso dicastero;

nei mesi scorsi, diversi articoli pubblicati dal sito web www.iacchite.com hanno annunciato imminenti inchieste sugli uffici giudiziari calabresi; su tali questioni, per quanto risulta all’interpellante, sono anche state presentate interrogazioni parlamentari;

allo stesso modo, dopo che www.iacchite.com in alcune occasioni ha evidenziato criticità in relazione a opere da realizzarsi nel territorio di Cosenza, lo stesso sito ha fatto riferimento a voci circa la messa in campo di attività del Ministero per i beni e le attività culturali tramite dirigenti del medesimo dicastero;

il complesso di queste attività portate avanti da www.iacchite.com oltre a ledere l’onorabilità dei soggetti coinvolti, ad avviso dell’interpellante produce l’esercizio di pressioni improprie sulle istituzioni, ed in particolare sul comune di Cosenza e sulla magistratura cosentina;

addirittura, il predetto sito web avrebbe dato grande risonanza alla frequente presenza presso gli uffici della Procura della Repubblica di Cosenza del signor Giuseppe Ciro, soggetto già denunciato per gravi irregolarità in danno del Comune di Cosenza e del Sindaco di quella città, sulla cui attendibilità, ad avviso dell’interpellante, appare lecito nutrire dubbi;

il sito web www.iacchite.com, nato nel settembre del 2015 come supporto telematico del giornale cartaceo Cosenza Sport, col quale di fatto non ha nulla a che fare, è gestito dal giornalista Gabriele Carchidi e da Michele Santagata, che nel corso del tempo hanno accumulato diverse denunce e condanne, finanche per stalking digitale, ed il primo ha subito anche la sospensione dall’ordine dei giornalisti della Lombardia, per gravissime mancanze deontologiche;

il rischio, alla luce di quanto detto sopra, è che www.iacchite.com possa configurarsi come uno strumento che opera al di fuori di ogni regola, con lo scopo di screditare le istituzioni elette dal popolo sovrano e la magistratura –:

se siano a conoscenza dei fatti riportati e se, in caso contrario, ritengano di dover assumere, per quanto di competenza, iniziative per fare chiarezza sulla vicenda;

quali iniziative intendano adottare per tutelare il lavoro dei magistrati in servizio presso la Procura della Repubblica ed il Tribunale Penale di Cosenza;

quali iniziative, per quanto di competenza, intendano mettere in campo per evitare che le istituzioni di una intera regione vengano sistematicamente vilipese;

se sia conforme a quanto previsto dalla vigente normativa sulla stampa che un sito web che si occupa di cronaca e di politica, in modo particolare, sia collegato a una testata sportiva con cui non ha poi nulla a che fare.
(2-00107) «Pella».