Agrigento: non ci mancava che questa

Mauro Mellini

Agrigento: non ci mancava che questa
di Mauro Mellini già componente del Consiglio Superiore della Magistratura

Il procuratore di Agrigento ha preso atto della dichiarazione di Di Maio che si devono “lasciare stare”, cioè lasciare che ne facciano di ogni genere e gravità i P.M. .
Ed ha aggiunto, sempre mettendosi sotto i piedi la competenza per territorio, un ulteriore, fantastica accusa a Salvini, ma, a ben vedere allo Stato Italiano: quella di dover costringere l’Unione Europea ed i suoi organi a subire il
ricatto del divieto di sbarco dei migranti.
È’ una sfida alla ragione prima ancora che ai principi basilari della costituzione della Repubblica e dello stesso codice penale e di procedura penale.
Francamente stento a credere che un magistrato come Patronaggio che prima d’ora si era sempre mostrato prudente ed alieno da forme di teatralità’ giudiziaria sia giunto a questo punto ed abbia intrapreso e stia portando avanti una escalation di prevaricazioni e dispregio di ogni regola. È’ impossibile per tutti i cittadini e se ancora ci sono per tutte le forze politiche di destra o di sinistra, di maggioranza o di opposizione lasciar perdere certe enormita’.
Ne va di mezzo la credibilità stessa dello Stato e quel tanto che resta di speranza in una giustizia appena degna di questo nome.

Mauro Mellini

31.08.2018

E no, caro Di Maio ! “ Non lasciamo stare il PM “

Mauro Mellini

E no, caro Di Maio ! “ Non lasciamo stare il PM “

“Salvini vada avanti, ma lasciamo perdere, non tocchiamo il PM”. Questo il commento di Di Maio alla trovata del P.M. che ha “indagato” Salvini ed il suo capo di gabinetto nientemeno che per sequestro di persone “ o (arresto illegale)” .

Questo li dica Di Maio che, magari, crede che sia una cosa seria solo il contratto di governo fra il suo partito e quello del collega  e che sia concepibile il sequestro di persona mediante mancata accoglienza e che ai P.M. siano concessi poteri di universale  persecuzione di tutto ciò che semplicemente non va su tutto il territorio nazionale e magari anche oltre.

Noi diciamo esattamente l’opposto .

Salvini magari, si dia “una calmata” come si dice a Roma perché non la potrà tirare all’infinito nella sua recita nelle vesti di Capitan Fracassa.

Ma il PM, il procuratore di Agrigento che, mettendosi sotto i piedi le norme per la competenza per territorio che, non gli conferivano certamente la funzione ed il potere di occuparsi di reati se (sussistenti) commessi (se commessi)a Trapani o a Catania dove la nave Diciotti è rimasta ad attendere l’autorizzazione a sbarcare i migranti salvati in mare aperto, preso dalla fregola di non lasciarsi scappare l’occasione di un gesto clamoroso è scappato addirittura a Roma a informarsi sulle disposizioni date dal Ministero dell’Interno sullo sbarco o meno dei migranti, e pare addirittura da Roma, abbia annunziato  l’incriminazione per sequestro di persone per mancata accoglienza e conseguente attesa di sistemazione in Europa, ipotesi che sembra formulata da uno scrittore di novelle comiche . Questo P.M. non è certo da lasciar stare, si muova il Ministero della Giustizia, si muova la Procura Generale della Cassazione. Se c’è un caso di urgenza dell’esercizio dell’azione disciplinare è questo.

Che si sia agito con un preciso obiettivo politico o per irrefrenabile ricerca  di un momento di gloria mediatica, il fatto in se è intollerabile .

“Non per quelli della Lega”, quelli di sinistra o di destra ma per tutti i cittadini della Repubblica. Che poi, la cosa comporti o meno conseguenze per il “contratto di governo” tra Lega o Cinquestelle, è cosa che al piu’ potrebbe aggiungere del ridicolo a quelllo che in se ha la vicenda .

Con il Partito dei magistrati Di Maio non ha stipulato ( ci mancherebbe anche questo) alcun contratto scritto. Ma sembra preoccupato più che dei rapporti con i vari Di Matteo che di quelli con Salvini .

Una ultima notazione: era questa una occasione per Berlusconi alleato (cosi dice) della Lega ma oppositore del Governo ( sia pure”moderatamente”) di parlar chiaro di reagire al grottesco gesto del Procuratore di Agrigento contro il suo alleato del cosiddetto Centrodestra.

Se non altro perché compiuto senza un minimo di “moderazione”, che sembra l’unica cosa di cui il Cavaliere sappia parlare .

Ma pare che essere “ moderatamente coerenti “ sia ancora piu’ difficile che esserlo del tutto.

Mauro Mellini

28.08.2018

Sequestro di Persone? No del diritto!

Mauro Mellini

Sequestro di Persone? No del diritto!

di Mauro Mellini, già componente del Consiglio Superiore della Magistratura.

 

Fate bene attenzione : se qualcuno bussa alla porta della vostra casa e chiede ospitalità e voi non gli spalancate la porta e quello rimane lì e non se ne va, la procura di Agrigento, che non bada molto alla trascurabile questione per la competenza per territorio, potrebbe accusarci di sequestro di persona.

Credo che Salvini, sempre alla ricerca dello scontro e della rissa che lo pongano al vertice dell’attenzione e dei dibattiti, non arrivasse a sperare tanto.

Ma il fatto che il Vicepresidente del governo che dovrebbe chiamarsi governo Conte ma, che nessuno lo chiama cosi perché Conte non conta nulla, abbia fatto di tutto perché le giuste azioni di limitazione e controllo dei migranti suscitasse le più accese controversie in Italia ed in Europa, non autorizza nessuno a ridurre il diritto in una componente di una sconcia barzelletta e la funzione giudiziaria in una sorta si supervisione e sopraffazione di ogni altra parte e potere dello Stato da “indirizzare” e “mettere a posto” a colpi di incriminazione e avvisi di garanzia.

Doppio è l’abuso che la Procura di Agrigento ha fatto dei suoi poteri.

In primo luogo è intervenuta a gamba tesa (ma avendo cura di farlo quando la questione dei migranti recuperati in mare  dalla nave Diciotti della Guardia Costiera stava per raggiungere una soluzione) in una questione di esercizio dei poteri politici del governo e dei Ministri nella quale individuare gli estremi di reato in una presunta e pur eventualmente sussistente erroneità dell’indirizzo politico di tutti o qualcuno dei Ministri stessi e di per sé non solo una violazione di un fondamentale principio di separazione è di autonomia dei Poteri dello stato: e ’ addirittura superfluo sottolineare che l’autorizzazione allo sbarco in territorio italiano di stranieri privi di passaporto benchè salvati in mare, come quelli del caso in questione, è espressione di una scelta politica che, intanto, non può che implicare responsabilità di tutto il governo.

Ma a questo si aggiunge il ridicolo della formulazione di una ipotesi di reato di sequestro di persone o di arresti illegali nella condotta di mero rifiuto di far sbarcare in Italia quei migranti.

Far consistere il sequestro di persone o, a maggior ragione, il loro arresto illegale nel mero rifiuto di  accoglierli nel territorio dello Stato e farne carico al Ministro responsabile dei servizi di vigilanza degli ingressi nel nostro Paese (e non “ si noti”  quello da cui dipende la Guardia Costiera ed i comandi delle navi tra cui la Diciotti) ed ipotizzare quindi un sequestro di persone “indiretto” di chi sta sulla nave in attesa di conveniente collocazione, significa o essere pericolosi ignoranti del diritto e spregiatori della razionalità, o pericolosi prevaricatori che del diritto e della razionalità se ne infischiano preoccupati solo di mostrarsi  “ superiori” ai poteri che spettano al governo e alle massime Istituzioni della Repubblica. Vi sarebbe da aggiungere che la finalità smarcatamente politica di questo sciagurato intervento della procura di Agrigento (che non è neppure una delle punte “ dell’oltranzismo giudizario” è quello che emerge indiscutibilmente con la scelta di Salvini quale “sequestratore indiretto mediante cacciata dei presunti sequestrati” si direbbe che si è preferito aumentare l’evidenza del ridicolo dell’incriminazione per farne carico si fa per dire : credo che Salvini né sarà arcicontento a quello che di tutta la vicenda aveva ed ha il più grande riscontro mediatico ( Per non dire che la procura di Agrigento con il divieto di sbarco dalla nave attraccata prima a Trapani e poi a Catania c’entrava come i cavoli a merenda) .

Anche il Partito dei Magistrati è oggi portato ad indirizzare non solo i suoi poteri e le sue aggressioni ma anche i suoi abusi concepiti in modo in cui essi gli procurano maggiore visibilità nella pubblica opinione. Anche quando si tratta di mettersi sotto i piedi diritto e giustizia si vuole farlo con il massimo clamore è il più forte impatto nella pubblica opinione .

 

Mauro Mellini

 

26.08.2018

Nella città di Cosenza sono operanti i professionisti della calunnia .

Maximiliano Granata e Mauro Mellini

Le considerazioni di Mauro Mellini sono condivisibili: nella città di Cosenza sono operanti i professionisti della calunnia .

Le considerazioni dell’On. Avv. Mauro Mellini, in merito al suo ultimo articolo,”non si cava il sangue dalle rape e…….”, sono condivisibili, da esse si spiega che in una città come Cosenza, sono operanti professionisti della calunnia, quali ne siano i conniventi ed i mandanti .

Il Presidente
Associazione Legalità Democratica
Avv. Maximiliano Granata

24.08.2018

Non si cava il sangue dalle rape e ……

Mauro Mellini

Non si cava il sangue dalle rape e ……

Non si cava il sangue dalle rape. Ma qualche volta esse stillano veleno.

In nome dell’antipolitica i cinquestelle hanno conquistato ruoli politici e di potere.

Ma anziché tentare di creare una politica nuova, di cui sempre parlano, alla prova dei fatti essi  hanno sfoderato ridicole pretese, tali che sembra rappresentino le ragioni di quelli del bar dello sport ,dove tutti sono commissari tecnici della Nazionale e sfoderano la loro brava ricetta per vincere facilmente tutte le partite e i campionati del mondo. E, quel che è peggio, dalle rape stilla abbondante il veleno.

Ciò, piu’ che nelle questioni di governo del paese può notarsi  nella quotidianità delle amministrazioni locali, in cui il pettegolezzo si sostituisce alle ragioni e ai ragionamenti e gli epigoni del “Vaffa” di Grillo, sempre più si accostano ai professionisti di maneggi, assecondandone e facendone proprie le diffamazioni sistematiche e le calunnie, che hanno tutte il sapore di essere lanciate su commissione di assai interessati mandanti. E ciò è sotto gli occhi di tutti.

C’è una tendenza, dunque, dell’antipolitica a trasformarsi in malapolitica, tale nei metodi, purtroppo, nei moventi, che sta rilevandosi in modo addirittura grottesco .

Cosi i cinquestelluti non solo si considerano i soli depositari della illibatezza e della  capacità di risolvere ogni problema, ma pretendono di applicare agli altri il principio della presunzione, anziché dell’innocenza, di colpevolezza e, magari, di colpevolezze fantasiose. Trovando una sponda per tali loro farneticazioni in chi di tale assurdo principio ha fatto un comodo sostitutivo delle fatiche della propria professione, oppure di chi ha trovato,  sguazzandoci dentro, il modo di campare aggredendo nei modi  e per i motivi più assurdi quanti costituiscono un ostacolo ai poco chiari o addirittura chiarissimi disonesti affari dei loro mandanti o clienti.

Dall’antipolitica, dunque, ad una grottesca e contorta malapolitica, con una evoluzione, in talune città, la cui rapidità è assai allarmante ed, al contempo, tale da rendere il fenomeno assai facilmente rilevabile.

Non vi sono, di fronte a tali constatazioni da opporre questioni di alleanze, di prudenza per non ledere legami, magari “grottescamente” contrattuali  per non alterare equilibri e schieramenti.

Se è concepibile stare con le rape e dalle parte delle rape, è sempre inammissibile e sconcio l’autolesionismo del rassegnarsi a gustarne il veleno che, a quanto pare, esse non sanno far altro che distillare. Ed è delittuoso tollerare che lo diffondano propinandolo a tutti i cittadini .

Mauro Mellini

 22.08.2018

Legalità Democratica: Nella città di Roma avrebbero chiesto la demolizione del Colosseo.

Maximiliano Granata

Legalità Democratica: Nella città di Roma avrebbero chiesto la demolizione del Colosseo. Solidarietà e vicinanza al Sindaco della città di Cosenza Mario Occhiuto .

Di Mario Occhiuto ho da aggiungere che, se non avessi verso di lui altri motivi di stima e di considerazione, mi basterebbe il fatto che contro di lui si scatena la rabbia idrofoba di soggetti e strumenti mediatici del genere per tributargli la mia stima e la mia solidarietà.

Vi è di piu’, a questo si aggiungono alcune dichiarazioni di esponenti politici del movimento Cinquestelle sull’archeologia delle procedure amministrative .

A Roma avrebbero chiesto l’arresto di Giulio Cesare e la demolizione del Colosseo.

Non appartiene alla nostra cultura giuridica e politica  l’efficacia di “lotta”, capacità di danneggiare il “nemico”, anche a costo di non risparmiare gli innocenti e i loro diritti “. Nel movimento Cinquestelle appartengono varie anime comprese quelle che  non appartengono al giustizialismo di un noto senatore cosentino, notoriamente vicino alle posizioni del magistrato leader della corrente autonomia e indipendenza .

Non si puo’ istituzionalizzare il pettegolezzo e dare rilevanza ad una giustizia del sospetto, attraverso l’uso di giornali online, ampiamente conosciuti in città e che vengono utilizzati per aprire inchieste giudiziarie ed avviare indagini.
Ritengo invece che i parlamentari eletti in Calabria, su questi fatti, dovrebbero intervenire attraverso i canali istituzionali .

Il Presidente

Associazione Legalità Democratica

Avv. Maximiliano Granata

12.08.2018

Magistrati: dall’estremismo al terrorismo

Mauro Mellini

Magistrati: dall’estremismo al terrorismo

dell’On. Avv. Mauro Mellini , già componente del Consiglio Superiore della Magistratura

Dobbiamo prendere atto della nascita di un’ altra frazione, del Partito dei magistrati e di un altro tipo di “uso alternativo della giustizia” nel variegato mondo della magistratura italiana.

Non so se si possa considerare magari, una frazione della frazione estremista.

Questa nuova tendenza o frazione della magistratura sembra, si proponga un unico obiettivo: quello di terrorizzare chiunque eserciti una pubblica funzione: Sindaci, assessori, deputati, amministratori comunali e regionali e di enti vari, funzionari di ogni livello e ciò arrestandone alcuni non per “incoraggiare tutti gli altri” come dicevano i generali francesi(e non solo) che ordinavano le fucilazioni per decimazione, ma per intimidire, rendere malleabili incapaci di ogni resistenza alle intromissioni ed ai voleri e metodi della “casta togata” , l’intera classe politica.

Potrà sembrare questa una fantasiosa esagerazione.

Ma analizziamo gli eventi quotidiani, quanto avviene in certe località. Non basta certo il più esagerato ottimismo per evitare di giungere a quella conclusione.

Sindaci arrestati a “ grappolo “ per imputazioni evanescenti, riconosciute immediatamente infondate in sede di Riesame. Distorsioni di qualsiasi situazione per ricavarne inconcepibili “abuso d’ufficio” .

Non si tratta di errori giudiziari e neppure di tentativi di imbastire annose persecuzioni. “Fare assaggiare “ il carcere ai politici in quanto tali, tanto piu’ se onesti e diligenti, per creare sgomento in tutta la classe politica, cosi da renderla duttile e ubbidiente, colpire nel mucchio. Non si tratta più di perseguitare alcune persone o magari interi partiti, ma una intera categoria l’ossatura stessa della nazione. E’ questo tipico terrorismo

Il fatto in sè è di una gravità enorme, ma ancora più grave è, a nostro avviso, che a degli autentici terroristi, ancorchè  togati, si voglia riconoscere la garanzia dell’indipendenza e della pratica incensurabilità e irresponsabilità che sono è debbono essere, semmai,  prerogative dei magistrati degni di questa altissima funzione. Né si dica che le scarcerazioni a seguito di Riesame, di questi amministratori arrestati per decimazione siano la prova che la giustizia funziona.

Applicare ed invocare il principio dell’indipendenza e della incensurabilità ad atti di autentico terrorismo giudiziario e’ una forma di complicità o, almeno, di connivenza che non fa che screditare l’intera magistratura e danneggiare persino quella sua deformazione in se allarmante, che è il sopravvenire di un partito dei magistrati.

Si aggiunga che “ volentieri si presa a chi molto possiede”. Non è da meravigliarsi se in ambienti e sedi giudiziari in cui si verificano certe enormità, vengano fuori e corrano velocemente tra il pubblico voci di complotti addirittura preventivi per dissuadere potenziali candidati in elezioni ancora lontane, che abbiano buone prospettive di successo. Qualcosa come azzoppare nelle scuderie i cavalli all’ippodromo prima di procedere alle scommesse sull’esito della corsa.

Liberarci di tutto ciò, volere denunciate e represse certe nefandezze, neutralizzati e sanzionati certi malfattori è necessità vitale per l’intero Paese e non solo per le località dove si abbiano a lamentare cose del genere.

Non stare a guardare, non tollerare l’intollerabile. Questo deve essere l’impegno di tutti i cittadini onesti e l’unico modo per sfuggire alla morsa delle intimidazioni e delle costrizioni.

Mauro Mellini

11.08.2018

Il caso Ciro’. Il Tribunale di Cosenza e le frequentazioni del Sen. Nicola Morra.

Il Senatore Nicola Morra e Giuseppe Ciro’

Il caso Ciro’ . Il Tribunale di Cosenza e le frequentazioni del sen. Nicola Morra: la cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo .

Nel Tribunale di Cosenza da anni ci sono assidue frequentazioni che si intensificano specialmente nel periodo estivo da parte del sen. Nicola Morra , notoriamente vicino alle posizioni del magistrato leader della corrente autonomia e indipendenza –
In questi giorni viene anche notata una presenza assidua presso il tribunale di Cosenza di Giuseppe Ciro’ che per come è noto Mario Occhiuto ha licenziato dal suo ruolo di caposegreteria, e denunciato alla procura della Repubblica, nel mese di marzo 2017 .
Da sette anni Mario Occhiuto governa Cosenza seguendo il principio della trasparenza e correttezza amministrativa, cambiando il volto della città .
Purtroppo i principi fondamentali delle garanzie costituzionali, della civiltà del processo penale sono stati “ aggirati” con una costante interpretazione riduttiva degli effetti: calpestati e sostituiti con il mito dell’efficacia. Efficacia di “lotta”, capacità di danneggiare il “nemico”, anche a costo di non risparmiare gli innocenti e i loro diritti.
Nella città di Cosenza non si puo’ istituzionalizzare il pettegolezzo e dare rilevanza ad una giustizia del sospetto, attraverso l’uso di giornali online, ampiamente conosciuti in città per le reiterate condanne per diffamazione e che vengono utilizzati per aprire inchieste giudiziarie ed avviare indagini per cercare di colpire l’avversario politico .
Gli ultimi eventi cittadini fanno ritornare alla memoria l’ultimo articolo di Mauro Mellini, già componente del CSM, nel suo articolo del 5 Gennaio 2018 che sulle frequentazioni del sen. Nicola Morra cosi scriveva “ Non parliamo poi dei Palazzi di Giustizia, dove, a parte i magistrati e gli avvocati, tanta gente è costretta a recarsi fin troppo spesso ed inutilmente, senza che sia lecito e sensato lambiccarsi il cervello e cercare di lambiccare quello altrui sui motivi di tale frequenza. Questo perché a Cosenza, in Calabria, non c’è (spero che non ci sia) la legge siciliana anticorruzione che affida ai portieri la custodia oltre che dei beni materiali, anche della limpidezza dei rapporti tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni. Meno male. Perché altrimenti la frequenza assidua in giornate qualsiasi ed in occasioni speciali di un autorevole personaggio, impreziosito dal laticlavio, il sen. Nicola Morra nei locali del Palazzo di Giustizia, avrebbe dovuto essere oggetto di un circostanziato (si fa per dire) rapporto di uno o più portinai dei vari turni. Ci sono secoli di civiltà giuridica che cozzano contro la convinzione di Davigo e contro una cultura che seppellisce l’approccio del Beccaria e i principi costituzionali ispirati a un rigoroso garantismo. Non accetterò mai l’assunto per cui non esistono cittadini innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti. Perché questa è barbarie, non giustizia. «La cultura del sospetto non è l’anticamera della verità: la cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo», diceva Giovanni Falcone. Per me sono parole che andrebbero scolpite in ogni tribunale accanto all’espressione «La legge è uguale per tutti».