E no, caro Di Maio ! “ Non lasciamo stare il PM “

Mauro Mellini

E no, caro Di Maio ! “ Non lasciamo stare il PM “

“Salvini vada avanti, ma lasciamo perdere, non tocchiamo il PM”. Questo il commento di Di Maio alla trovata del P.M. che ha “indagato” Salvini ed il suo capo di gabinetto nientemeno che per sequestro di persone “ o (arresto illegale)” .

Questo li dica Di Maio che, magari, crede che sia una cosa seria solo il contratto di governo fra il suo partito e quello del collega  e che sia concepibile il sequestro di persona mediante mancata accoglienza e che ai P.M. siano concessi poteri di universale  persecuzione di tutto ciò che semplicemente non va su tutto il territorio nazionale e magari anche oltre.

Noi diciamo esattamente l’opposto .

Salvini magari, si dia “una calmata” come si dice a Roma perché non la potrà tirare all’infinito nella sua recita nelle vesti di Capitan Fracassa.

Ma il PM, il procuratore di Agrigento che, mettendosi sotto i piedi le norme per la competenza per territorio che, non gli conferivano certamente la funzione ed il potere di occuparsi di reati se (sussistenti) commessi (se commessi)a Trapani o a Catania dove la nave Diciotti è rimasta ad attendere l’autorizzazione a sbarcare i migranti salvati in mare aperto, preso dalla fregola di non lasciarsi scappare l’occasione di un gesto clamoroso è scappato addirittura a Roma a informarsi sulle disposizioni date dal Ministero dell’Interno sullo sbarco o meno dei migranti, e pare addirittura da Roma, abbia annunziato  l’incriminazione per sequestro di persone per mancata accoglienza e conseguente attesa di sistemazione in Europa, ipotesi che sembra formulata da uno scrittore di novelle comiche . Questo P.M. non è certo da lasciar stare, si muova il Ministero della Giustizia, si muova la Procura Generale della Cassazione. Se c’è un caso di urgenza dell’esercizio dell’azione disciplinare è questo.

Che si sia agito con un preciso obiettivo politico o per irrefrenabile ricerca  di un momento di gloria mediatica, il fatto in se è intollerabile .

“Non per quelli della Lega”, quelli di sinistra o di destra ma per tutti i cittadini della Repubblica. Che poi, la cosa comporti o meno conseguenze per il “contratto di governo” tra Lega o Cinquestelle, è cosa che al piu’ potrebbe aggiungere del ridicolo a quelllo che in se ha la vicenda .

Con il Partito dei magistrati Di Maio non ha stipulato ( ci mancherebbe anche questo) alcun contratto scritto. Ma sembra preoccupato più che dei rapporti con i vari Di Matteo che di quelli con Salvini .

Una ultima notazione: era questa una occasione per Berlusconi alleato (cosi dice) della Lega ma oppositore del Governo ( sia pure”moderatamente”) di parlar chiaro di reagire al grottesco gesto del Procuratore di Agrigento contro il suo alleato del cosiddetto Centrodestra.

Se non altro perché compiuto senza un minimo di “moderazione”, che sembra l’unica cosa di cui il Cavaliere sappia parlare .

Ma pare che essere “ moderatamente coerenti “ sia ancora piu’ difficile che esserlo del tutto.

Mauro Mellini

28.08.2018

Maximiliano Granata (Legalità Democratica) : Magistratura Penale Invasiva

Avv. Maximiliano Granata

Maximiliano Granata Legalità Democratica
Magistratura Penale Invasiva, in Calabria i PM si sono specializzati nel reato di abuso .
Serve una banca dati sulle baggianate giudiziarie .

Ci sono materie di studio nei corsi universitari che appaiono talvolta superflue e “ornamentali”. Poi, magari a distanza di decenni ti ritrovi ad evocare i rimasugli di ciò che hai dovuto apprendere per meglio comprendere l’incombente attualità di “questioni del mestiere”. Così trattando oggi il delicato e gravissimo problema dell’invasività della giurisdizione penale nell’ambito di altri poteri dello Stato, mi accade di richiamare alla memoria il detto di un giurista medievale, che, nella disputa tra Regalisti e Curialisti (i ghibellini ed i guelfi del diritto) scrisse: “Dominus Papa, ratione peccati, intromittit se de omnibus” (il Signor Papa, con la scusa del peccato si impiccia di tutto), tanto per usare un linguaggio alla buona.
Oggi “Intromittunt se de omnibus”, si impicciano di tutto, i P.M. ed i Giudici penali.
Perseguire i reati, veri o immaginari è la chiave per l’accesso all’esercizio, di fatto, del potere esecutivo e della stessa “politica”.
Quando, invece, secondo il fondamentale principio della divisione dei poteri, si imporrebbe una netta separazione tra il legislativo, l’esecutivo ed il giudiziario. Una separazione teorizzata due secoli e mezzo fa e realizzata faticosamente con la creazione dello Stato moderno e l’avvento delle libere istituzioni.
Assieme all’”intromittere se de omnibus” dei P.M. e dei Giudici Ordinari fiorisce uno strano fenomeno: quello di una “specializzazione”, non nelle funzioni, ma nell’abuso di quegli strumenti che la legge (in verità sempre più sgangherata al riguardo nelle sue “novità”) fornisce agli scalpitanti magistrati “ratione peccati” per perseguire i reati.
E poiché nella legislazione criminale ci si accosta sempre più alle tesi che, con una spolverata di retorica democratica e di argomentazioni sociologiche, sono pur sempre quelle della giustizia nazista (punire chi è capace e proclive a commettere un reato senza che debba proprio averlo commesso) lo sbandamento ed il debordare diventa invasione del potere esecutivo e della politica. Ma, abbandonando la “divisione dei poteri” sembra che le diverse istituzioni territoriali giudiziarie si “specializzino”, come dicevamo poc’anzi, nel tipo di utilizzazione distorta, oltre che nella stessa distorsione “dei mezzi giudiziari”.
A Milano la più “ovvia” delle forme e dell’abuso, quella della custodia cautelare e della revoca di essa al momento opportuno, creò con il sistema “ti arresto, tu fai i nomi di altri, io ti mando a casa ed arresto quegli altri” l’operazione di invasione nel campo politico operata dall’equipe di “Mani Pulite” che risultò la più colossale di tutti i tempi, addirittura con la fine della Prima Repubblica e l’avvento di un simulacro di Seconda.
C’è poi la “specializzazione” per “materia”: a Torino reati “ambientali”, a Potenza reati dei “VIP antipatici”.
Nella città di Cosenza e in Calabria i pubblici ministeri si sono specializzati per i reati di abuso .
Un’analisi puntuale, coraggiosa e senza reticenza dei “casi” di giustizia ingiusta (penso all’impegno di Patrizio Rovelli per l’Osservatorio della giustizia e la banca dati sulle baggianate giudiziarie) è quindi attività che si traduce anche in difesa dei principi fondamentali dello Stato libero e democratico. E’ con tale attività di puntuale e, magari, puntiglioso studio ed analisi e di denunzia delle patologie giudiziarie che si fa seriamente la battaglia non solo per la Giustizia Giusta, ma per quella della difesa delle libere istituzioni nel loro globale ed inscindibile complesso. E che si distingue dalle vaghe predicazioni di certi profeti di sé stessi comodamente scambiati per innovatori, di nostra conoscenza ed esperienza.
Non diciamo altro che: continueremo finché avremo fiato e forza per farlo.

Presidente
Associazione Legalità Democratica
Avv. Maximiliano Granata

15.05.2018