GIUOCANO PROPRIO AL “NON E’ SUCCESSO NIENTE”

Che qualcuno, dopo l’esito delle elezioni regionali dell’Umbria, cercasse di far finta che “non è successo niente”, di fronte alla clamorosa sconfitta della nuova formula di governo, che da “giallo verde” è diventato “giallo rosso”, sconfitta di un governo ancora da varare, di un’alleanza ancora da definire, era anche prevedibile. Ma la realtà sta superando la più fantasiosa delle immaginazioni.

Non si tratta di “qualcuno”. Non è solo la sfacciata dichiarazione di Di Maio.

Scricchiolano la “maggioranza” che ancora non si è espressa col voto, il governo che ancora non ha avuto la fiducia.

Alla clamorosa batosta P.D. e Cinquestelle reagiscono con manovrette ed espedienti tattici.

Tutto ciò dopo aver sbandierato impudentemente il “nuovo corso”, la novità totale del Conte Bis rispetto al Conte n. 1.

L’esito delle regionali umbre è stato tale con un vero schiacciamento del partito di Grillo, da imporre ben altra forma di riflessione. E non soltanto ai perdenti. Anche i vincitori, anche Salvini e tutto il Centrodestra, se non hanno, naturalmente, nascosto la loro esultanza, non sembra che abbiano adeguato la loro politica ad una situazione che non è più quella di un mese fa. Si ha l’impressione che il Centrodestra non si aspettasse che le cose versassero così favorevolmente per la loro parte.

E’ in verità un fatto senza precedenti che un governo nasca, anziché con un reale voto del Parlamento, con una manifestazione di sfiducia che renderà ridicola la “fiducia” formale del voto delle Camere.

Al “non è successo niente” pare si sostituisca un perentorio “non deve succedere niente”. Non sembra infatti che Conte, Di Maio, Zingaretti abbiano osato pensare di dover fare qualcosa per fronteggiare una così pesante ed anomala situazione.

Più che a quanto è avvenuto in Umbria, più che a come dovrebbe, nel loro stesso interesse, mutare la rotta del governo non ancora nato, si direbbe che un po’ tutti pensino alle elezioni in Emilia Romagna ed a quelle in Puglia e Calabria. In realtà, a cominciare da Conte, tutti sentono che non possono nemmeno immaginare qualcosa per fronteggiare la nuova situazione.

Sperano. Sperano che non si ripeta la catastrofe. Sperano di cavarsela. Sperano perchè non hanno idee da realizzare.

Persino Renzi, che pure era partito contando su un pasticcio in cui presto si sarebbe trovato impastoiato il nuovo schieramento, pare che si trovi a disagio di fronte all’agognato insuccesso dei suoi ex compagni del P.D. e dei nuovi alleati Cinquestelle che però è addirittura una catastrofe.

Fare previsioni è impossibile per tutti ed a maggior ragione per noi. Né per noi le cose possono cambiare granchè a seconda che qualcuno sappia cavarsela meglio del previsto.

Chi vivrà vedrà. Speriamo di vederlo. Di vedere qualcosa che non ci faccia pentire di aver dovuto vivere per vederla.

Mauro Mellini

E no, caro Di Maio ! “ Non lasciamo stare il PM “

Mauro Mellini

E no, caro Di Maio ! “ Non lasciamo stare il PM “

“Salvini vada avanti, ma lasciamo perdere, non tocchiamo il PM”. Questo il commento di Di Maio alla trovata del P.M. che ha “indagato” Salvini ed il suo capo di gabinetto nientemeno che per sequestro di persone “ o (arresto illegale)” .

Questo li dica Di Maio che, magari, crede che sia una cosa seria solo il contratto di governo fra il suo partito e quello del collega  e che sia concepibile il sequestro di persona mediante mancata accoglienza e che ai P.M. siano concessi poteri di universale  persecuzione di tutto ciò che semplicemente non va su tutto il territorio nazionale e magari anche oltre.

Noi diciamo esattamente l’opposto .

Salvini magari, si dia “una calmata” come si dice a Roma perché non la potrà tirare all’infinito nella sua recita nelle vesti di Capitan Fracassa.

Ma il PM, il procuratore di Agrigento che, mettendosi sotto i piedi le norme per la competenza per territorio che, non gli conferivano certamente la funzione ed il potere di occuparsi di reati se (sussistenti) commessi (se commessi)a Trapani o a Catania dove la nave Diciotti è rimasta ad attendere l’autorizzazione a sbarcare i migranti salvati in mare aperto, preso dalla fregola di non lasciarsi scappare l’occasione di un gesto clamoroso è scappato addirittura a Roma a informarsi sulle disposizioni date dal Ministero dell’Interno sullo sbarco o meno dei migranti, e pare addirittura da Roma, abbia annunziato  l’incriminazione per sequestro di persone per mancata accoglienza e conseguente attesa di sistemazione in Europa, ipotesi che sembra formulata da uno scrittore di novelle comiche . Questo P.M. non è certo da lasciar stare, si muova il Ministero della Giustizia, si muova la Procura Generale della Cassazione. Se c’è un caso di urgenza dell’esercizio dell’azione disciplinare è questo.

Che si sia agito con un preciso obiettivo politico o per irrefrenabile ricerca  di un momento di gloria mediatica, il fatto in se è intollerabile .

“Non per quelli della Lega”, quelli di sinistra o di destra ma per tutti i cittadini della Repubblica. Che poi, la cosa comporti o meno conseguenze per il “contratto di governo” tra Lega o Cinquestelle, è cosa che al piu’ potrebbe aggiungere del ridicolo a quelllo che in se ha la vicenda .

Con il Partito dei magistrati Di Maio non ha stipulato ( ci mancherebbe anche questo) alcun contratto scritto. Ma sembra preoccupato più che dei rapporti con i vari Di Matteo che di quelli con Salvini .

Una ultima notazione: era questa una occasione per Berlusconi alleato (cosi dice) della Lega ma oppositore del Governo ( sia pure”moderatamente”) di parlar chiaro di reagire al grottesco gesto del Procuratore di Agrigento contro il suo alleato del cosiddetto Centrodestra.

Se non altro perché compiuto senza un minimo di “moderazione”, che sembra l’unica cosa di cui il Cavaliere sappia parlare .

Ma pare che essere “ moderatamente coerenti “ sia ancora piu’ difficile che esserlo del tutto.

Mauro Mellini

28.08.2018