Mauro Mellini: In Calabria Salvini e la Lega battuti dal Partito dei Magistrati.

Mauro Mellini

Bene o male, poi le elezioni regionali in Emilia-Romagna ed in Calabria si dovranno tenere alla scadenza oramai abbastanza vicina.
Se quel che rimane della Sinistra nella sua nuova veste di tirapiedi dei Cinquestelle perderà le regionali in Emilia, l’ultima traccia di una tradizione del “popolo rosso” se ne andrà.
Dicono che non è improbabile.

Pare invece che in Calabria, dove pure si voterà per le regionali, Salvini, la Lega, il Centrodestra, non ce la faranno e non vorranno farcela a battere non gli avversari formali, i Cinquestelle separati dal P.D., e questo da quelli ma il Partito dei Magistrati, che in Calabria ha avuto le sue lontane origini e che oggi pare sia riuscito a mettere in atto una sorta di “pulizia etnica”, facendo fuori pazientemente ma anche talvolta impazientemente personaggi scomodi magari i favoriti dall’elettorato, candidati “avversi”. Avversi a chi? Agli Amici degli Amici. Una volta era la mafia che per loro conto metteva fuori uso chi non stava ai loro ordini. Ora pare che questo compito sia passato all’Antimafia. Ma anche all’anticorruzione, ed alle altre funzioni “anti” cui è ridotta la nostra povera Giustizia.
Così ai colori diversi con i quali saranno segnate nelle carte geografiche le Regioni d’Italia secondo che siano state conquistate da Destra o Sinistra, se ne dovrà aggiungere un altro, che, magari andrebbe pure esteso su un po’ tutto il territorio della Repubblica. Un altro disegno per quella regione disgraziata caduta sotto la dipendenza feudale diretta delle Procure. Quale colore? Non un colore: un disegno a sbarre. In gabbia a Roma il carcere si chiama in gergo “il gabbio”.
Grazie a Salvini che proprio nella Regione in cui è stato eletto Senatore si è messo a fare il “moderato” avanti ai P.M.

Mauro Mellini

SARDINE, BACCALA’ (ED ALTRI ANIMALI)

SARDINE, BACCALA’ (ED ALTRI ANIMALI)

Mentre l’ondata dell’antipolitica digitale ed il suo pseudogoverno sembrano vadano in pezzi travolti dalla loro stessa presunzione, del ridicolo e delle risse dei loro capi e sottocapi, c’è chi pensa di sfruttare ulteriormente la politica dell’antipolitica. Sono venute fuori le “Sardine” che, in verità, fanno pensare ad una sorta di congrega piazzaiola di ventura, di mercenari dell’antipolitica, ma che solo i baccalà sono disposti a credere siano venuti fuori spontaneamente e senza che qualche altro animale dalle grandi pretese politiche abbia concepito una grossa speculazione sulla svendita dei residuati del Movimento fallimentare grillino.

Sardine e baccalà. Ché baccalà ed altri animali vivi ed in salamoia non mancano.

Un baccalà o, forse, un animale di più grandi dimensioni è subito venuto fuori. A Palermo: il Sindaco Orlando ha chiamato a raccolta questi improbabili piazzaioli dell’antipolitica in nome di non so quali valori sociali del pesce di frittura e della non politica.

C’è chi spera di farne una massa di manovra per le prevedibili vicende calde di un imminente tramonto dell’ondata grillina.

L’antipolitica della politica dell’antipolitica.

Le “Sardine” anonime contro i baccalà baldanzosi della “novità” grillina e, magari, leghista.

Pinne e code che affiorano, segni che appaiono e svaniscono. E animali d’ogni genere che abbondano, ai quali dovremmo affidare le nostre vite, la nostra società, la nostra storia.

Movimento 5 Stelle. Esso stesso una delle “Sardine” ed animali ancor meno simpatici. Piuttosto parassiti ed aspiranti tali.

Che tanti ce ne sono e che rompono.

Oggi come ieri e, purtroppo, come domani.

Il che non significa che dobbiamo proprio rassegnarci a fare i baccalà.

Cerchino prima di convincere qualcuno che “spontaneamente”, qua e là per l’Italia si è messo a definirsi Sardina, o acciuga o quel che vorranno e che poi vedranno perché e per chi lo fanno. Perché così dicono.

Quello che importa è che noi non siamo animali e loro lo sono anche se non sono sardine.

A noi importa che nessuno possa trattarci come baccalà.

Mauro Mellini