Operazione Merlino ennesimo caso di provvedimenti cautelari incauti

Dr. Otello Lupacchini

Operazione Merlino ennesimo caso di provvedimenti  cautelari  incauti: Caso Procura di Paola e Cosenza, intervenga il Procuratore Generale di Corte d’Appello dr. Otello Lupacchini, per i relativi atti consequenziali.

Il tribunale del Riesame di Catanzaro accoglie quasi tutte le richieste avanzate dai legali degli indagati nell’operazione “ Merlino” condotta dalla Procura di Paola. Questo è l’ennesimo episodio di misure cautelari personali annullate dal tribunale del Riesame . Al momento direi che il culmine della “specializzazione”, quello nell’uso di certi articoli del codice, è raggiunto nelle procure calabresi, in particolare quella di Paola e Cosenza, dove dei magistrati hanno scoperto le norme del codice di procedura penale che consentono l’interdizione temporanea da funzioni, cariche, professioni, etc. C’è la tendenza ad interdire o ad arrestare, più che una determinata funzione effettivamente connessa col reato la partecipazione alla vita sociale del soggetto. Una punizione anticipata della “capacità a delinquere”. Un’analisi puntuale, coraggiosa e senza reticenza dei “casi” di giustizia ingiusta è quindi attività che si traduce anche in difesa dei principi fondamentali dello Stato libero e democratico. E’ con tale attività di puntuale e, magari, puntiglioso studio ed analisi e di denunzia delle patologie giudiziarie che si fa seriamente la battaglia non solo per la Giustizia Giusta, ma per quella della difesa delle libere istituzioni nel loro globale ed inscindibile complesso. E che si distingue dalle vaghe predicazioni di certi profeti di sé stessi comodamente scambiati per innovatori, di nostra conoscenza ed esperienza . Per questi motivi chiediamo l’intervento del  Procuratore Generale di Corte d’Appello dr. Otello Lupacchini Lupacchini per  verificare gli atti posti in essere dagli uffici delle Procura Calabresi , in particolare la Procura di Cosenza e di Paola , già oggetto di vari provvedimenti cautelari incauti annullati dal Tribunale del Riesame e in alcuni casi dalla Cassazione .

 

Il Presidente

Associazione

Legalità Democratica

Avv. Maximiliano Granata

Al Procuratore della Repubblica di Cosenza Spagnuolo, più controlli sull’operato dei pubblici ministeri

Tribunale di Cosenza

Al Procuratore della Repubblica di Cosenza Spagnuolo, più controlli sull’operato dei pubblici ministeri

Il caso noto sull’inchiesta relativa sulo stock di tessere elettorali trovate nella sede del PSE, induce alcune riflessioni : Tra le principali ipotesi di rilievo deontologico che interessano il magistrato del pubblico ministero viene in rilievo il fenomeno dell’omissione nel compimento di attività doverose durante la fase delle indagini preliminari, tra cui possono annoverarsi: – la tardiva ovvero l’intempestiva iscrizione del nominativo della persona sottoposta ad indagini nel registro di cui all’articolo 335, cod. proc. pen.; – l’omessa vigilanza sugli ausiliari o sulla polizia giudiziaria che non rispettano i termini stabiliti per l’espletamento dell’incarico ovvero delle investigazioni delegate; – il mancato rispetto dei termini previsti per la conclusione delle indagini preliminari; – la vera e propria inerzia investigativa, ossia il mancato compimento di qualsivoglia attività e la mancata assunzione di determinazioni in ordine all’esercizio dell’azione penale, trascorso un lasso di tempo dalla scadenza dei termini di cui agli articoli 405, 406 e 407, cod. proc. pen., oltre ogni ragionevolezza. Per questo motivi il Procuratore della Repubblica di Cosenza dovrebbe esercitare più controlli sull’operato dei pubblici ministeri .

Paola – Modello Fuscaldo: “impianto Bruni” al vaglio dei giudici catanzaresi

Fonte Marsili Notizie

Come anticipato, nella giornata di ieri si è tenuta – presso il Tribunale del Riesame di Catanzaro – l’udienza relativa alle conseguenze scaturite dall’operazione “Merlino”, con la quale la Procura della Repubblica di Paola ha di fatto “raso al suolo” l’amministrazione comunale di Fuscaldo.

Dinnanzi ai giudici catanzaresi sono comparsi i legali di gran parte delle persone arrestate ormai più di una settimana fa, mentre a rappresentare le ragioni dell’accusa c’era il Procuratore Capo paolano, Pierpaolo Bruni.

Al vaglio dei magistrati, tra le varie posizioni, anche quella del sindaco (sospeso ma non dimesso) Gianfranco Ramundo, i cui legali – i penalisti Giuseppe Bruno e Nicola Carratelli –insieme ai difensori dell’imprenditore Gianfranco Mirabelli (anch’egli associato alla misura cautelare inframuraria), hanno sollevato l’eccezione di “incompetenza territoriale” del Tribunale di Paola rispetto all’entità di un’accusa di reato che sarebbe stata appannaggio del Tribunale di Cosenza.

Anche i legali di altri indagati, nella fattispecie quelli del vicesindaco Paolo Cavaliere, dell’assessore Paolo Ercole Fuscaldo e del funzionario (“Merlino”) Michele Fernandez, rivolgendosi ai giudici hanno chiesto la commutazione dell’attuale misura detentiva in una meno afflittiva esigenza cautelare. Stesso dicasi per l’imprenditore (ai domiciliari) Massimiliano De Santo che, assistito dall’avvocato Franz Caruso, ha dichiarato la propria estraneità rispetto ai fatti contestati.

A difendere le ragioni dell’accusa c’era il Procuratore Pierpaolo Bruni, il quale ha ricostruito in aula tutti i passaggi dell’operazione condotta sulla scorta delle indagini della Guardia di Finanza, confermando – anche all’esito delle procedure “di garanzia” messe in atto nei giorni scorsi – tutto l’impianto che ha determinato l’arresto di quello che ha ormai assunto i connotati di un vero e proprio “Modello”, basato su contestazioni vertenti corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere peculato, falso ideologico e turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione.

Nei prossimi giorni saranno discusse le posizioni degli altri indagati che hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Catanzaro.

Tirreno cosentino: La Paura “El miedo” degli amministratori pubblici.

Maximiliano Granata e Mauro Mellini

Tirreno cosentino: La Paura “El miedo” degli amministratori pubblici. Difendiamo i principi fondamentali dello stato libero e democratico .

La recente applicazione di diverse misure cautelari nei confronti di vari Amministratori locali del tirreno cosentino, induce ad alcune riflessioni. Ogni errore, vero o presunto nelle procedure amministrative è “abuso”, reato che, invece, esige nella sua retta applicazione un duplice intento doloso, non è necessario che, poi si arrivi ad una condanna, nemmeno non definitiva, e nemmeno ad un rinvio a giudizio. Nella strategia del Partito dei Magistrati ciò che conta è imporre la paura “el miedo”. Né importa colpire chi, comunque si è reso responsabile di qualche malefatta .Come dicevano i generali francesi nel 1917 bisogna “fucilarne alcuni per incoraggiarli (cioè terrorizzarli) tutti”.Né importa che si colpisce il Sindaco, il Consigliere, l’Assessore del partito più odiato e temuto dalle “Toghe”. Tutto fa brodo, la paura si espande senza limiti di partito. C’è la tendenza ad interdire o ad arrestare, più che una determinata funzione effettivamente connessa col reato la partecipazione alla vita sociale del soggetto. Una punizione anticipata della “capacità a delinquere”. Bisogna avere il coraggio di fare un’analisi puntuale, coraggiosa e senza reticenza dei “casi” di giustizia ingiusta per difendere i principi fondamentali dello Stato libero e democratico.