“Rinascita Scott” a Cosenza, chiusa l’istruttoria su Nicola Adamo.

Si è conclusa oggi, giovedì 20 ottobre, l’istruttoria dibattimentale del processo “Rinascita Scott“, il filone processuale finito davanti al tribunale collegiale di Cosenza, per un presunto caso di traffico d’influenze illecite, nel quale sono coinvolti – secondo la Dda – gli ex consiglieri regionale Pietro Giamborino e Nicola Adamo, entrambi con un passato politico nel Partito democratico. A processo, inoltre, c’è anche Giuseppe Capizzi.La Dda di Catanzaro, rappresentata dal pubblico ministero Annamaria Frustaci, aveva chiesto al collegio giudicante composto dal presidente Carmen Ciarcia (giudici a latere Urania Granata e Francesco Luigi Branda) di ascoltare gli ultimi testi residui della pubblica accusa, tra cui gli operanti di pg che nel 2004 avevano riportato un incontro tra Giamborino e altri esponenti della criminalità organizzata vibonese. Il tribunale collegiale di Cosenza ha ritenuto non indispensabile esaminare i testimoni, rinviando per requisitoria e discussione. La data in cui potrebbe arrivare la sentenza di primo grado è quella del 6 febbraio 2024.L’ultima attività svolta in dibattimento è l’escussione di un consulente difensivo riguardo la perizia sulle intercettazioni fatta da Nicola Zengaro. Secondo l’esperto, ci sarebbero parti differenti in una captazione che riguarda Nicola Adamo. Nel collegio difensivo sono presenti gli avvocati Enzo Belvedere, Angela Caputo, Ugo Celestino, Fabio Viglione, Anselmo Torchia, Vincenzo Mellea, Vladimir Solano, Giosuè Monardo e Vincenzo Gennaro. Fonte Cosenza channel

Avv. Maximiliano Granata (Legalità Democratica): Calabria Presadiretta, l’illusione del garantismo e l’ometto strambo di Mauro Mellini.

Avv. Maximiliano Granata e l’On. Mauro Mellini

Dopo le dichiarazioni di Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali italiane, che è il primo a puntare il dito contro Iacona, sulla trasmissione Presadiretta, «È stato usato a piacimento il materiale investigativo, i filmati, le intercettazioni, senza contraddittorio, in relazione a un processo penale che non è ancora nemmeno cominciato e a un’indagine nella quale sono state già annullate 140 delle 300 misure cautelari irrogate. È una vergogna, è uno scandalo ed è la cifra del giornalismo italiano». Mi preme fare alcune considerazioni.

Il mio amico è mentore Mauro Mellini, me l’ha raccontava spesso nei nostri periodi estivi trascorsi insieme, di fronte i bellissimi tramonti estivi della costa calabrese, nella località di Belvedere Marittimo. La storia di un ometto strambo, impazzito e ridotto in miseria dopo che il patrimonio della moglie, una ricca ereditiera tedesca, era stato confiscato dal governo del kaiser durante la Grande guerra.

Mauro lo conobbe negli anni Cinquanta: “Era un avvocato, ma si era ridotto a vivere come un barbone, dormendo nei vagoni letto alla stazione Termini. Durante l’occupazione nazista, conoscendo benissimo il tedesco, si presentò a fare il difensore davanti al Tribunale di guerra installato all’Hotel Flora in via Veneto. Qualcuno raccontava che avesse fatto delle dotte arringhe per chiedere che i suoi (si fa per dire) difesi fossero fucilati nel petto anziché nella schiena. Tanto i ‘clienti’ il tedesco non lo capivano”.

Ecco, mi disse Mauro, questa è la storia da tenere a mente tutte le volte che si sente invocare, in condizioni come le nostre, più garantismo: “Voler porre la questione del garantismo davanti a tribunali obbedienti alla logica del partito dei magistrati equivale, più o meno, a prodigarsi in arringhe come quelle compitamente pronunziate dal poveretto”. Beccarsi una pallottola nel petto: se non proprio a questo, a poco più si riducono le aspirazioni di qualche benintenzionato. Di disarmare il plotone non se ne parla neppure più, anzi negli ultimi anni, con il giustizialismo dei pentastelluti, si sta facendo di tutto per rifornire il suo arsenale.

L’illusione del garantismo,l’illusione di poter negoziare qualcosa di meglio di una pallottola in petto, fa ritornare in mente  l’ometto strambo di Mellini. Lo dichiara il Presidente dell’Associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata .

Avv. Mauro Mellini