Granata(Legalità Democratica):Caso De Cicco. Franz Caruso, il partito democratico e la moralità politica.

Ecco quando aveva dichiarato il commissario regionale della Lega Francesco Saccomanno, nei giorni scorsi, “poi si dimentica di allontanare dalle amministrazioni soggetti che sono imputati nel processo Rinascita Scott oppure sono stati arrestati per essere considerati presunti prestanomi di boss locali! Ben sappiamo che il soggetto si presume innocente fino alla condanna definitiva. Ma, questo non vuol dire sorvolare su questione gravi”, riferendosi a Franz Caruso e al caso Cosenza Questo articolo ha suscitato la reazione dei capigruppo di maggioranza del consiglio comunale di Cosenza che sicuramente non hanno letto per nulla le considerazioni dell’Avv. Francesco Saccomanno sul concetto di moralità politica. Come tutti sanno io sono stato e sono l’emblema del garantismo nazionale, valori che mi sono pervenuti dal mio grande amico e mentore l’On. Mauro Mellni che io ho sempre considerato la roccia del garantismo nazionale. Per questi motivi mi preme fare alcune riflessioni di carattere giuridico su questa questione. La “scoperta” della necessità di non prendere fischi per fiaschi in fatto di accuse, indagini e processi per reati vari, in particolare quelli contro la Pubblica amministrazione e di non confondere un “avviso di garanzia” con una sentenza passata in giudicato per stabilire chi può e chi non può, chi deve e chi non deve essere “messo fuori” dalle funzioni pubbliche e dalle relative competizioni elettorali, ha fatto venire a galla la grottesca “dipendenza” della politica, dei suoi valori e delle sue norme (in particolare di quelle non scritte) dallo Stato, oramai, di dipendenza, anche culturale dal potere giudiziario e dalla sua devianza, rappresentata dal Partito dei Magistrati. È inutile evocare oggi, nell’era della cultura “telematica” delle “verità” che non sono tali solo perché ci sono scritte su Internet, giudizi come quelli di Benedetto Croce sul “partito degli onesti” e sulla onestà dell’uomo politico che è quella che si concreta nel fare buona politica. Si è preso atto che solo ora, di fronte alla realtà di situazioni di molti loro esponenti, i Cinque Stelle hanno cambiato opinione. Ora sostengono che l’ostracismo politico può e deve essere inflitto solo a seguito di una condanna, magari in primo grado. Questa storia della fissazione dei “gradi” di presunzione di innocenza (o meglio, come ha, per un lapsus, “confessato” un senatore dei 5 Stelle, “presunzione di colpevolezza”) è grottesca al pari, se non di più, dell’iniziale “dogma” grillino degli effetti di un semplice avviso di garanzia. Ci sono delle situazioni, frequenti nella vita politica, nelle quali qualsiasi “fissazione” di norme, di regole, di paletti, è assurda e dannosa e nelle quali una giusta soluzione non è data da pretese comparazioni formali di casi in base e da astratte classificazioni legali. Questa storia della fissazione dei “gradi” di presunzione di innocenza (o meglio, come ha, per un lapsus, “confessato” un senatore dei 5 Stelle, “presunzione di colpevolezza”) è grottesca al pari, se non di più, dell’iniziale “dogma” grillino degli effetti di un semplice avviso di garanzia. Ci sono delle situazioni, frequenti nella vita politica, nelle quali qualsiasi “fissazione” di norme, di regole, di paletti, è assurda e dannosa e nelle quali una giusta soluzione non è data da pretese comparazioni formali di casi in base e da astratte classificazioni legali. È l’essenza dell’etica, dei valori politici che debbono imporsi nella società e nella cosa pubblica, che si ribellano a troppo angusti giudizi in base ad articoli e formule fissi. Si può concepire, anzi si deve farlo, che si combatte una battaglia di moralità attorno ed in favore di una persona accusata di gravissimi delitti. Sissignori: una battaglia di moralità politica. La candidatura (e l’elezione) di Tortora al Parlamento europeo mentre era addirittura “in vinculis” con accuse infamanti, fu una vera e santa battaglia politica e di moralità politica portata avanti dal mio mentore Mauro Mellini. Saccomanno ha posto nel suo intervento una questione di moralità politica nel caso dell’assessore del comune di Cosenza Francesco De Cicco, che per motivi di opportunità politica avrebbe dovuto suggerire la revoca della sua nomina da parte del Sindaco Franz Caruso o le sue dimissioni. Il problema vero è l’esistenza o meno di una forza morale, di principi etici diffusi e di una classe politica che sia nutrita di tali convincimenti. Ecco quello che ha posto il commissario regionale della Lega e su questo è stato avvertito il silenzio assordante del partito democratico, del movimento dei cinquestelle e dei suoi leader regionali e nazionali. Per questi motivi invito l’amico Saccomanno a promuovere un convegno nella città di Cosenza sulla moralità politica e su questi temi non ci possono essere divergenze, ma comunità d’intenti sulla moralità ed etica della politica. Lo dichiara il presidente dell’associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata.