Rende,manifestazioni Antimafia:Ecco cosa diceva Mauro Mellini.

La manifestazione antimafia a Rende rievoca un articolo di Mauro Mellini:
“La solita processione antimafia a Soccavo, quartiere di Napoli che ha fama di essere oppresso dalla camorra. Ma al rito devozionalmente anticamorristico e antimafioso (non finirò mai di ringraziare Vitiello per quella sua definizione: «mafia devozionale») c’erano solo i politici, esponenti di partiti, quasi veri o solo presunti tali. Non più di una cinquantina di persone. Un corteo paragonabile ad una processione con la sola presenza del Clero e non dei fedeli.

Il commento della stampa perbenistico-antimafiosa, nonché dei promotori officianti il rito disertato dalla gente, è stato «ha vinto la paura!».

La solita processione antimafia a Soccavo, quartiere di Napoli che ha fama di essere oppresso dalla camorra. Ma al rito devozionalmente anticamorristico e antimafioso (non finirò mai di ringraziare Vitiello per quella sua definizione: «mafia devozionale») c’erano solo i politici, esponenti di partiti, quasi veri o solo presunti tali. Non più di una cinquantina di persone. Un corteo paragonabile ad una processione con la sola presenza del Clero e non dei fedeli.

Il commento della stampa perbenistico-antimafiosa, nonché dei promotori officianti il rito disertato dalla gente, è stato «ha vinto la paura!».

Macché paura! La gente ha le scatole piene di queste processioni, di questi inutili riti, oramai, grazie anche a quello che ora sta succedendo a Napoli, a Roma, a Palermo ed altrove, addirittura pagliacceschi. Paura, semmai, di essere ridicoli e di essere scambiati per quei malavitosi ipocriti che dell’antimafia hanno fatto una lucrosa professione che garantisce ottimi affari.

Affari di munnizza, di acque chiare (fino ad un certo punto e non in senso morale) e luride, di concessioni d’ogni genere ed, oggi, a quanto sembra, anche di amministrazioni dei beni mafiosi, tali perché appartenenti a malviventi senza la patente di «lottatori contro la mafia» sequestrati a tal fine.

C’è da andare a nascondersi per la vergogna, altro che ad esibirsi in pagliacciate «per la legalità». La gente è stufa. Paura ne ha, ma, oramai, non tanto quella della camorra, quanto quella di ciò che non c’è: lo Stato, la giustizia, il lavoro, un po’ di pudore di chi si dà alla politica, di chi profitta della lotta alla criminalità per rubare, opprimere, crearsi una posizione di dominio, di comando.”