Granata(Valle Crati):Traffico illecito di Rifiuti, un plauso al procuratore Gratteri. Intervenga anche sul catasto degli scarichi dell’area industriale di Rende.

Nella giornata odierna i militari del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro con il supporto dei reparti territoriali dei Comandi Provinciali CC di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone, Matera e Siracusa, nonché dell’8° Nucleo Elicotteri CC di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 20 soggetti indagati, a vario titolo, dei reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Un plauso al Procuratore della Repubblica di Catanzaro Dott. Nicola Gratteri per l’attività svolta. Adesso intervenga sulle tariffe del segmento fognario depurativo con i costi realmente sostenuti nelle annualità 2020,2021 e 2022 che il cartello dei privati evita di rendicontare e sulle resistenze che si riscontrano nella redazione del catasto degli scarichi, rilevato che dette attività inspiegabilmente non vengono ancora poste in essere dagli organi preposti, vedi il caso dell’Area industriale di Rende. Lo dichiara il Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata .

Autorità Idrica Calabria:Il 30 novembre 2020 Giovanni Greco e Vincenzo Granata contestarono l’operato di Marcello Manna.

AIC quando Giovanni greco e Vincenzo Granata contestarono l’operato di Marcello Manna come presidente dell’AIC .
Fonte quotidiano del sud Nel senso che in mattinata c’era stata una riunione del direttivo che chiedeva un rinvio dell’assemblea in quanto molti sindaci erano impegnati nei consigli comunali dedicati al bilancio. Manna, però, ha voluto accelerare perché si è perso troppo tempo intorno la questione.

In assemblea il più battagliero è stato poi il sindaco di Castrolibero, Giovanni Greco, che ha avanzato dubbi sul metodo di individuazione del direttore generale. Difatti l’Aic aveva proposto tre nomi alla Santelli. Lei ne aveva scelto uno che però ha ritirato la sua disponibilità. A quel punto l’Aic ha scelto in autonomia sostenendo che comunque la Regione aveva in qualche modo certificato che gli altri due profili erano adatti al ruolo. Quindi si è proceduto all’elezione di Viscomi sia pure con alcuni comuni che si sono astenuti (cinque), mentre il rappresentante del Comune di Cosenza, Vincenzo Granata, dopo il suo intervento ha lasciato la riunione senza votare in aperto dissenso con la presidenza. Anche lui ha sottolineato come la nomina non sia stata concordata col presidente della giunta regionale e nemmeno poteva esserlo visto che non c’è.
In quella occasione Vincenzo Granata dichiarò “Come componente dell’ Assemblea dell’Autorità Idrica Calabria, mi dissocio sin d’ora da procedure illegittime.
L’intesa tra il presidente della Regione e l’assemblea dell’Autorità idrica calabrese, per l’attesa nomina del direttore generale Francesco Viscomi, non è arrivata nel rispetto dello statuto dell’ente. È questa la denuncia di Vincenzo Granata, delegato del sindaco di Cosenza nel nuovo organismo di governo del sistema idrico integrato, che accende i riflettori sulla riunione del 30 novembre a cui ha partecipato solo fino a quando ha proposto di chiedere un parere ai ministeri competenti, abbandonando l’aula di fronte alla bocciatura dell’istanza.
La storia continua ………………………..

Consorzio Valle Crati,catasto degli scarichi:Prima riunione operativa il 3 Marzo.

Su indirizzo del Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata, il responsabile dell’ufficio tecnico Ing. Oreste Citrea ha convocato un incontro per venerdi 3 Marzo, presso la sede del Consorzio Valle Crati, a cui seguiranno ulteriori incontri secondo un preciso cronoprogramma.Il Consorzio Valle Crati e per esso il gestore concessionario dovrà provvedere al censimento di tutte le aree industriali siti sul territorio servito del Consorzio stesso, al fine di realizzare un catasto degli scarichi nelle pubbliche fognature. Ad avviso del Presidente del Consorzio Valle Crati è necessario avviare una intensa attività di controllo relativo alle autorizzazioni allo scarico delle acque reflue urbane collettate alla rete fognaria comunale e confluenti al depuratore consortile sito in Rende.

Granata(Legalità Democratica):RENDE NON E’ UNA CITTA’ MAFIOSA.

Quello che sta avvenendo a Rende che non è una città mafiosa, mi induce ad alcune riflessioni:La Calabria è terra di illustri giuristi. Ciò purtroppo, conta oggi poco, si è soppresso il significato di questo dato storico. Quello che debbo ricordare a me stesso, perchè tutti voi lo sapete e lo patite nella vostra vita quotidiana, che la Calabria è terra di grandi,quotidiane, intollerabili ingiustizie.I principi fondamentali delle garanzie costituzionali, della civiltà del processo penale sono stati “aggirati” con una costante interpretazione riduttiva degli effetti: calpestati e sostituiti con il mito dell’efficacia. Efficacia di “lotta”, capacità di danneggiare il “nemico”, anche a costo di non risparmiare gli innocenti e i loro diritti. Cosa aspetta l’intera classe politica di Rende a reagire? All’amico Marcello Manna della innocenza del quale ho una presunzione almeno doppia, i miei auguri, ma anche la mia vergogna, la vergogna di tutti noi, di non aver fatto abbastanza. Lo dichiara il Presidente dell’Associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata.

Rende,manifestazioni Antimafia:Ecco cosa diceva Mauro Mellini.

La manifestazione antimafia a Rende rievoca un articolo di Mauro Mellini:
“La solita processione antimafia a Soccavo, quartiere di Napoli che ha fama di essere oppresso dalla camorra. Ma al rito devozionalmente anticamorristico e antimafioso (non finirò mai di ringraziare Vitiello per quella sua definizione: «mafia devozionale») c’erano solo i politici, esponenti di partiti, quasi veri o solo presunti tali. Non più di una cinquantina di persone. Un corteo paragonabile ad una processione con la sola presenza del Clero e non dei fedeli.

Il commento della stampa perbenistico-antimafiosa, nonché dei promotori officianti il rito disertato dalla gente, è stato «ha vinto la paura!».

La solita processione antimafia a Soccavo, quartiere di Napoli che ha fama di essere oppresso dalla camorra. Ma al rito devozionalmente anticamorristico e antimafioso (non finirò mai di ringraziare Vitiello per quella sua definizione: «mafia devozionale») c’erano solo i politici, esponenti di partiti, quasi veri o solo presunti tali. Non più di una cinquantina di persone. Un corteo paragonabile ad una processione con la sola presenza del Clero e non dei fedeli.

Il commento della stampa perbenistico-antimafiosa, nonché dei promotori officianti il rito disertato dalla gente, è stato «ha vinto la paura!».

Macché paura! La gente ha le scatole piene di queste processioni, di questi inutili riti, oramai, grazie anche a quello che ora sta succedendo a Napoli, a Roma, a Palermo ed altrove, addirittura pagliacceschi. Paura, semmai, di essere ridicoli e di essere scambiati per quei malavitosi ipocriti che dell’antimafia hanno fatto una lucrosa professione che garantisce ottimi affari.

Affari di munnizza, di acque chiare (fino ad un certo punto e non in senso morale) e luride, di concessioni d’ogni genere ed, oggi, a quanto sembra, anche di amministrazioni dei beni mafiosi, tali perché appartenenti a malviventi senza la patente di «lottatori contro la mafia» sequestrati a tal fine.

C’è da andare a nascondersi per la vergogna, altro che ad esibirsi in pagliacciate «per la legalità». La gente è stufa. Paura ne ha, ma, oramai, non tanto quella della camorra, quanto quella di ciò che non c’è: lo Stato, la giustizia, il lavoro, un po’ di pudore di chi si dà alla politica, di chi profitta della lotta alla criminalità per rubare, opprimere, crearsi una posizione di dominio, di comando.”

Avv. Maximiliano Granata (Legalità Democratica):Caso Marcello Manna, a Rende qui ed ora Frank Sinatra sarebbe “Interdetto per anni uno” dalla professione di cantante ed attore.

Il caso Marcello Manna e del comune di Rende, mi induce ad alcune riflessioni: I magistrati calabresi hanno scoperto le misure cautelari altrove inconsuete o assai meno applicate. A Cosenza è venuta di moda l’interdizione cautelare delle pubbliche funzioni, concepita ( e graduata) come una pena accessoria anticipata, senza alcuna, o con scarsa, connessione, con il reale contesto, e con le esigenze processuali. Significativa ne è l’irrogazione “facile” statisticamente assai più frequente che altrove, ma anche per tempi lunghi. Penso, e non riesco a riderci sopra, che qui ed ora Frank Sinatra sarebbe “Interdetto per anni uno” dalla professione di cantante ed attore. Queste considerazioni, a chi non è informato della realtà delle situazioni, degli episodi, della loro frequenza se non da una stampa “complementare” e fiancheggiatrice del dissesto costituzionale per via giudiziaria, potranno apparire irriguardose ed esagerate. Ma non può e non deve essere “riguardo” per certi fenomeni. Né tale “riguardo” può in nessun caso rappresentare un contributo al retto funzionamento della giustizia ed alla compostezza della funzione dei magistrati. Al contrario ne sono uno stimolo a sempre maggiori devianze. Io mi auguro che i fatti, in un futuro più o meno prossimo, mi smentiscano e dimostrino veramente esagerate le mie angosce. Lo spero, ma non sono disposto, e non mi auguro che lo siate anche voi tutti miei amici, a cullarmi nella speranza ed a celare quel tanto che possiamo fare e che la coscienza mi detta. Lo dichiara il Presidente dell’Associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata.

Granata(Legalità Democratica):Dopo il caso Manna, basta con gli atti di terrorismo giudiziario.

Marcello Manna è tornato in libertà, dopo che il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza con la quale il Gip aveva disposto l’arresto ai domiciliari del Sindaco di Rende. L’Associazione Legalità Democratica si era già pronunciata sul caso Marcello Manna ed io avevo dichiarato che non ci saremo mai arresi a questa idea incivile della misura cautelare preventiva .Ed ovviamente, l’importanza sempre maggiore che assumono nell’esercizio effettivo della funzione punitiva, anziché in quella loro propria e legittima, provvedimenti discrezionali come quelli relativi alla detenzione preventiva dell’imputato, ingigantisce la preminenza del potere di certi magistrati di prima categoria rispetto a quello dei loro colleghi di seconda o di terza. Ed è potere che spetta ai “capi” degli uffici, ai procuratori della repubblica, che, ovviamente, trovano il modo di rendere sempre più incisiva questa loro funzione. Oramai in Calabria con i classici “sufficienti indizi” si intercetta, confisca e arresta. Questa nuova tendenza o frazione della magistratura sembra, si proponga un unico obiettivo: quello di terrorizzare chiunque eserciti una pubblica funzione: Sindaci, assessori, deputati, amministratori comunali e regionali e di enti vari, funzionari di ogni livello e ciò arrestandone alcuni non per “incoraggiare tutti gli altri” come dicevano i generali francesi(e non solo) che ordinavano le fucilazioni per decimazione, ma per intimidire, rendere malleabili incapaci di ogni resistenza alle intromissioni ed ai voleri e metodi della “casta togata” , l’intera classe politica. Non si tratta di errori giudiziari e neppure di tentativi di imbastire annose persecuzioni. “Fare assaggiare “ il carcere ai politici in quanto tali, tanto piu’ se onesti e diligenti, per creare sgomento in tutta la classe politica, cosi da renderla duttile e ubbidiente, colpire nel mucchio. Non si tratta più di perseguitare alcune persone o magari interi partiti, ma una intera categoria l’ossatura stessa della nazione. E’ questo tipico terrorismo. Il fatto in sè è di una gravità enorme, ma ancora più grave è, a nostro avviso, che a degli autentici terroristi, ancorchè togati, si voglia riconoscere la garanzia dell’indipendenza e della pratica incensurabilità e irresponsabilità che sono è debbono essere, semmai, prerogative dei magistrati degni di questa altissima funzione. Né si dica che le scarcerazioni a seguito di Riesame, di questi amministratori arrestati per decimazione siano la prova che la giustizia funziona. Applicare ed invocare il principio dell’indipendenza e della incensurabilità ad atti di autentico terrorismo giudiziario e’ una forma di complicità o, almeno, di connivenza che non fa che screditare l’intera magistratura e danneggiare persino quella sua deformazione in se allarmante, che è il sopravvenire di un partito dei magistrati. Si aggiunga che “ volentieri si presta a chi molto possiede”. Liberarci di tutto ciò, volere denunciate e represse certe nefandezze, neutralizzati e sanzionati certi malfattori è necessità vitale per l’intero Paese e non solo per le località dove si abbiano a lamentare cose del genere. Non stare a guardare, non tollerare l’intollerabile. Questo deve essere l’impegno di tutti i cittadini onesti e l’unico modo per sfuggire alla morsa delle intimidazioni e delle costrizioni. Lo dichiara il Presidente dell’Associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata.

Granata(Legalità Democratica):Il caso Marcello Manna e la giustizia distruttiva di ogni sospettato.

Il caso Marcello Manna mi induce ad alcune riflessioni: La funzione giudiziaria, dunque, concepita dalla Magistratura italiana come attività preminentemente politica. Che mira ad un risultato ultimo della imposizione del potere giudiziario su ogni altro. Compreso quello legislativo. Del resto le prediche dei Davigo, dei Gratteri, dei Di Pietro, di un Ingroia (quando è lucido), sono una tipica attività di partito. E una tipica attività di partito è il dividersi e contrapporsi in “correnti”.
Per anni sono partiti dalle Procure lampi e tuoni contro la corruzione della politica, con invocazioni di mezzi legislativi che conferissero ai magistrati, di fatto, un potere discrezionale di punire tutto ciò che nell’Amministrazione “non va”. Finalità di lotta, quindi, non di obiettiva giustizia.
Le prediche dei Davigo, dei Gratteri, dei Di Matteo, dei Caselli, il fantasma della mafia agitato ogni volta che qualche ostacolo si profilava per questi paladini dell’abuso, la complicità di una stampa di pennivendoli tirapiedi, si concretavano e si concretano nella giustizia distruttiva di ogni “sospettato”. Questa la devianza della giustizia. Questo “Partito dei Magistrati” ha trovato spazio e facile vita per la stoltezza e la volontà di “non compromettersi” di un po’ tutte le forze politiche. Ma negli ultimi anni, dopo che questo tipo di giustizia era stata sostenuta dalla Sinistra e dal Partito Comunista Italiano si è profilato un legame, una simbiosi tra il Partito dei Magistrati ed il clan dei Casale(gge)si, il cosiddetto Movimento 5 Stelle.
P.S.: Esponenti dell’Associazione Magistrati hanno parlato e parlano di una “questione morale”. Questione morale tra i magistrati è di per sé questione politico-istituzionale. E quella del nostro sistema giudiziario è questione politica fondamentale. Si tratta di vedere se ad una Repubblica Democratica si sia stabilmente sostituita una Repubblica di abusatori della giustizia.Lo dichiara il presidente dell’associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata .

L’accordo politico Stasi-Manna-Adamo, scuote la maggioranza nel comune di Rende.

L’accordo politico Stasi-Manna-Adamo per Flavio Stasi, candidato alla presidenza della provincia di Cosenza e Marcello Manna alla presidenza della giunta regionale, con la nascita di un terzo polo in Calabria, guidato da Nicola Adamo e Mario Oliverio, scuote la maggioranza comunale a sostegno di Marcello Manna nel comune di Rende. I primi mugugni arrivano dai consiglieri comunali di Forza Italia e di quelli vicino a Fratelli d’Italia, senza tener conto dei consiglieri comunali vicino alla posizione di alcuni Assessori Regionali in carica. Negli ambienti politici rendesi si vocifera che in questi giorni sono state convocate alcune riunioni per verificare se ci sono ancora le condizioni, per sostenere il Sindaco di Rende alla guida della città.

Lo strano accordo politico di Flavio Stasi e Marcello Manna.

Flavio Stasi in corsa per la presidenza della provincia, cerca nuovi accordi politici. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe pronto anche un terzo polo, costituito da Mario Oliverio e Nicola Adamo, che in contrasto con il PD nazionale e regionale punterebbe alla presidenza della giunta regionale. Il traghettatore di questo strano accordo politico è Tonino Caracciolo, da decenni sempre vicino a Nicola Adamo. In questi giorni sembrerebbe che sulla base di questo strano accordo politico tra Corigliano-Rossano e Rende, Flavio Stasi si candiderebbe alla presidenza della provincia di Cosenza e Marcello Manna alla presidenza della giunta regionale.