Ieri ed oggi, il Presidente dei senatori della “Sanità”

Lettera aperta di Maximiliano Granata al “ Presidente dei senatori della Sanità”

“D’ordine di Monsignor Illustrissimo Presidente dei senatori della sanità è proibito ad ogni persona di fare in questo luogo la cura delle persone di razza plebea, ma che dovevano essere prioritariamente appartenenti alla casta dei senatori o loro familiari.”

Al centro di Roma, nei vicoli della città vecchia si leggono molte lapidi rimaste lì da secoli. Quasi nessuno, se non, magari, un erudito turista straniero, più le legge. Sono pezzi di muro. Ma questa storia del Presidente dei senatori e delle sue disposizioni sul “non fare la cura dei cittadini appartenenti alla plebe  (che, implicitamente autorizzavano a farlo un po’ più in là) mi ha sempre incuriosito.

Che c’entrava il Presidente dei senatori con il modo di gestire la salute dei cittadini ? E che il Presidente avesse il compito di stabilire chi curare e chi non curare, mi sembrava assurda, incomprensibile.

Poi, studiando un po’ di storia del diritto, venni a sapere che la distinzione tra potere politico e potere amministrativo era stata introdotta dall’Illusionismo e, poi dalle legislazioni moderne, da quella “unitaria”. Così era finita, relegata in un passato di confusione dei poteri e di illimitatezza del potere, la cura della sanità (si fa per dire) da parte, nientemeno, dei senatori della repubblica.

C’è in corso un indiscutibile ritorno alla mancanza di distinzione e separazione dei poteri. Se il giurista “curialista” Odofredo sentenziava “Dominus Papa, ratione peccati intromittit se de omnibus” (il Signor Papa, con la scusa del peccato si impiccia di tutto) oggi “Quisque togatus, ratione criminus et praventiosis”, e per salvarci dalla corruzione e dagli abusi, “si impiccia di tutto”. La loro intromissione in questo difficile problema di tutte le amministrazioni locali avviene, infatti “ratione peccati”, cioè “ratione criminus”. Per pulire le Città e occuparsi di sanità ci vogliono buone incriminazioni. Ma la storia, talvolta, pare andare a ritroso. Cosi vanno le cose, cioè non vanno . Lo dichiara il Presidente dell’Associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata.