Avv. Maximiliano Granata (Legalità Democratica):Caso Ventura,“Basta con l’Antimafia-Mafiosa. E basta con gli sciacalli dell’Antimafia”

Oggi di buon ora mi capita di leggere un titolo a caratteri enormi sulla prima pagina dei principali giornali calabresi la notizia “la candidata del centrosinistra e dei 5s lascia dopo le indiscrezioni su un’altra interdittiva antimafia per un’azienda di famiglia”, Regionali passo indietro della Ventura, l’imprenditrice dichiara: io fuori dalla contesa per evitare ogni strumentalizzazione. All’improvviso si rievocano nella mia mente i bellissimi tramonti estivi, in quel di Belvedere Marittimo, con il mio mentore Mauro Mellini, quando discutevamo del caso Saguto e dei sequestri operati nella città di Palermo. Mauro qualche anno fa, fece uno scritto molto esaustivo su questi temi, centrando benissimo gli argomenti da un punto di vista giuridico. Lui mi copio la frase El Miedo in qualche suo articolo, che io rievocavo spesso per descrivere la codardia della classe politica e dell’avvocatura calabrese che aveva paura, El Miedo in spagnolo, di affrontare questi temi. Oggi le tue considerazioni sarebbero stati attuali nella nostra Regione, una terra di annose ingiustizie. In verità come tutti sanno avverto molto la tua mancanza, tra poco il 5 luglio, sarà trascorso un anno dalla tua scomparsa. Le tue idee pero’ camminano sulle nostre gambe e noi le porteremo avanti in questa competizione elettorale regionale. Il caso Ventura che fa un passo indietro sulla sua candidatura , mi inducono ad alcune riflessioni che erano le mie e quelle di Mauro a cui non intendo sottrarmi e per questo motivi mi preme fare alcune considerazioni agli amici calabresi che mi piacerebbero, fossero di riflessione comune, per creare una società migliore in Calabria. Tralascio le dichiarazioni di De Magistris ex leader del partito dei magistrati a cui lui è appartenuto, quando dichiara di fare un appello alle persone per bene che militano nel Pd e nei 5s, chiedendo di non rimanere schiavi del sistema e di sostenere la sua rivoluzione per la Calabria. Non mi rimane che lasciare ai lettori queste riflessioni sul caso Ventura .
“Perché il virus velenoso dello sprezzo dei principi, maturato in nome delle emergenze, è sempre destinato ad invadere ed infettare tutto l’organismo del diritto e della civiltà.
Si sono accorti anche i dormienti che sono migliaia gli innocenti, gli inutilmente assolti, le vittime stesse della mafia ad essere depredati dal meccanismo della c.d. “prevenzione”, oltre che dalle Saguto e dai suoi sodali, imitatori e maestri. Si sono accorti che quello delle misure “interdittive” prefettizie di messa al bando di imprese nemmeno indiziate di “infiltrazioni mafiose”, ma “esposte al pericolo di tali infiltrazioni” ha messo in ginocchio la provincia di Reggio Calabria, e quella di Palermo ed altre.
Perché sono giunti a perseguitare, (che in termini di utilità produttiva significa distruggere), imprese, appunto, “esposte al pericolo di infiltrazioni mafiose”. Così le vittime diventano colpevoli, cioè vittime anche di uno sciagurato sciacallaggio antimafia. Che ci ricorda il cinismo dei generali francesi (ma non solo di loro) che sostenevano nel 1917, cento anni fa, che bisognava fucilare un po’ di soldati “per incoraggiare gli altri”.
Potremmo fare volumi e volumi di mostruosità giudiziarie di questo tipo. E qualcuno di noi lo farà, come farà e faremo un’antologia delle cazzate di contorsionisti delle motivazioni con le quali lorsignori coprono questo letamaio con le loro toghe e, magari, con i loro ermellini.
Ma ormai se ne parla. Non siamo solo noi a denunciare lo scempio. Quale che sia il motivo di questo risveglio, solo in questi giorni sulla stampa nazionale, nelle televisioni, qualcuno osa alzar la voce, dire che così non va e non può andare, vedi Matteo Salvini con i suoi referendum.
E’ ora, però che a parlare siano tutti quelli, almeno, che sanno e, fino ad oggi non osano.
Bisogna che le vittime di queste soperchierie, quelle che la Santa Inquisizione tornata ad imperversare con i suoi roghi, debbano andare in giro solo col “sambenito”, l’abito del penitente. Comincino col passa-parola a darsi il segnale della ribellione all’ingiustizia della messa al bando e riconoscano chi si batte per far cessare lo scempio che, oramai, è una sciagura, una palla al piede per tutto il Paese. Facciamo circolare gli scritti ribelli.
E basta con le proposte, le invocazioni, di un “miglioramento” di una “correzione”, magari, del codice antimafia. Basta con i ridicoli tentativi di cavar sangue dalle rape, ragionevolezza di un Ministro della Giustizia e di magistrati “moderati”.
Un appello speciale agli avvocati: mettano da parte i loro studi, le loro analisi, (parlo, ad esempio quelli del Consiglio Nazionale Forense) per “correggere” il codice antimafia. non si riducano ad umiliarsi in un dialogo con il Ministro della Giustizia. Parlino invece alla gente. Scrivano sui giornali. Adoperino internet. Diventino agitatori in nome della legalità vera.
L’antimafia, le leggi speciali, la cosiddetta prevenzione sono diventate la vera matrice del rinnovato potere odioso della mafia. Basta con l’Antimafia-Mafiosa. E basta con gli sciacalli dell’Antimafia.”
Lo dichiara il Presidente dell’Associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata.