Elezioni Luzzi: L’inganno dei candidati civici e del civismo politico.

“Civico è bello e fa bene all’Amministrazione del paese”. Ne sono convinti i candidati a Sindaco del piccolo comune di Luzzi. Dietro una simile proposta, opportunistica e non priva di furbizia visto che consentirebbe ai grillini e ai leghisti di contare e incidere a livello locale, nel caso specifico quello del comune di Luzzi, più di quanto oggi non accada, è facile scorgere il mantra tipico del populismo: la politica è cattiva e corrotta, la società civile è buona e immacolata. Non c’è dunque nulla di nuovo se non fosse per l’inganno ideologico che essa, dietro la retorica del potere da restituire ai cittadini, sembra nascondere e sul quale vale la pena interrogarsi. Cos’è il civismo, correttamente inteso? E cosa è stato, prima che degenerasse, nell’esperienza storica italiana? Per cominciare, il civismo non è la negazione della politica, ma un modo di partecipare ad essa – anche sul piano decisionale – senza utilizzare le formazioni partitiche tradizionali. Nel frattempo giunge a sollazzarci ma non troppo un sonetto di Gioacchino Belli, “Belli, Romaccia eterna e la buffa vanità del potere”. Belli è belli e se ne accettano facilmente le ragioni, invece il nostro caso “Elezioni Luzzi” è il caso evidente dell’inganno dei candidati civici a Sindaco e del civismo politico. Cosi vanno le cose in Calabria, cioe’ non vanno. La storia continua ……………………….