Ernesto Magorno candidato, con la lista Sgarbi, nel centrodestra?

Vittorio Sgarbi

Letta fin dal suo primo insediamento come segretario del PD, ha rilanciato sulla necessità di allearsi anche sui territori,  con quel Movimento 5 Stelle che a Renzi e ai renziani fa venire l’orticaria solo a nominare questo partito. Per questi motivi in Calabria Ernesto Magorno lancia segnali di alleanza con il centrodestra calabrese. Notizie del mese di fine Aprile,evidenziano che il noto critico d’arte ha accolto il primo cittadino di Diamante, Ernesto Magorno, insieme all’artista adamantino Perrotta, nella sua abitazione a Roma, entusiasta del progetto Diamante Murales 40 e disponibile a una collaborazione attiva, che lo vedrà partecipare all’evento con iniziative proprie e una presenza continuativa sul posto. Da alcune indiscrezioni in ambito locale sembrerebbe che dopo l’incontro romano, Ernesto Magorno,sarebbe in procinto di passare con il centrodestra per candidarsi nella lista di Vittorio Sgarbi, a cui si sarebbe opposto il coordinatore regionale Antonello Tufo, perchè a suo avviso la lista  di Sgarbi deve puntare su candidati che non siano espressione della vecchia classe dirigente.

Antonello Tufo

Coordinatore Regionale Lista Sgarbi

 

Elezioni Regionali Calabria:Exploit della lista del Grande centro, già i primi candidati.

Si scaldano i motori in vista delle prossime elezioni regionali calabresi. In formazione una grande lista di centro Noi con l’Italia, Rinascimento di Sgarbi, Alleanza di Centro Pionati. Secondo i bene informati alcuni consiglieri comunali di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza potrebbero essere della squadra e a cui si aggiungerebbero alcuni ex consiglieri regionali, Sindaci, amministratori provinciali e imprenditori. Una lista che parte dal basso, da quella parte degli amministratori da sempre presenti sul territorio. Questa lista sarebbe l’unica lista di centro presente nella  coalizione di centrodestra e sarebbe l’ago della bilancia per la vittoria finale.

CORONAVIRUS: SGARBI, “PITTELLI RISCHIA LA VITA IN CARCERE”

“Una vicenda che grida vendetta”. Lo afferma, intervistato da Il Riformista, Vittorio Sgarbi, parlando dell’ex parlamentare e avvocato Giancarlo Pittelli, arrestato nell’ambito dell’inchiesta Rinascita-Scott condotta dal capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri e detenuto a Nuoro.

“Un avvocato che sto seguendo personalmente perché su di lui ci sono solo intercettazioni telefoniche da cui non risultano evidenze, e soffre una prostrazione comprensibile. E oggi questo innocente in galera da quattro mesi senza giudizio rischia la vita per il coronavirus”. Poi Sgarbi si sofferma sull’inchiesta: “Su 340 arrestati, 200 liberati: vuol dire che il magistrato che ha firmato le ordinanze ha sbagliato, e di parecchio. Ci sarebbe da prendere e da arrestare chi porta in carcere innocenti, perché il coronavirus è una doppia tragedia, colpisce due volte chi è ferito nella sua dignità, e sconta una pena per cui non sono neanche stati ancora condannati”. Basta “un solo innocente in galera a dannare chi l’ha voluto lì – aggiunge Sgarbi -, è meglio un colpevole libero che un innocente in galera. Personaggi alla Gratteri non fanno il bene della giustizia, fanno il loro bene personale”.

Granata(Legalità Democratica): Condivido le dichiarazioni di Vittorio Sgarbi, basta con i famigliari dell’inquisizione.

 

Maximiliano Granata

Vittorio Sgarbi

Granata(Legalità Democratica): Condivido le dichiarazioni di Vittorio Sgarbi sull’unione delle forze del centrodestra in Calabria per respingere le (probabili) ingerenze “politiche “ della magistratura. Il movimento Cinquestelle vuole che basti un avviso di garanzia (bella garanzia!!) per fare fuori un uomo politico, un avversario .

Condivido le dichiarazioni di Vittorio Sgarbi sull’unione delle forze del centrodestra in Calabria per respingere le (probabili) ingerenze “politiche “ della magistratura . Mario Occhiuto rappresenta il punto più alto di resistenza contro i giustizialisti, quest’ultimi bene incarnati a Cosenza dal maestro Nicola Morra. In questi mesi in Calabria si sente affermare che serpeggiano tra le forze politiche velleità di quelli che vogliono assumere il ruolo di “famigliari dell’Inquisizione”, di tirapiedi dei moderni progetti persecutorii di sopraffazione da parte delle Procure. Oggi questo ruolo se lo vogliono assicurare per lo più gli uomini della Casaleggio S.r.l., i cosiddetti Cinquestelle. Con le loro ridicole tesi , vogliono conferire alla giustizia, a sua volta impegnata in un’azione di supplenza e di sopraffazione di ogni altro potere, un effetto fulminante. Vogliono che basti un avviso di garanzia (bella garanzia!!) per fare fuori un uomo politico, un avversario. Vogliono essere, dicevo, i tirapiedi delle Procure (termine che deriva dalla funzione dei turpi collaboratori del boja di tirare i piedi degli impiccati per assicurarsi del loro strangolamento). Al contempo i Casaleggesi-Cinquestelluti stanno lavorando a creare nuove figure di reato (“sfigurando” l’assetto del codice). Ipotesi di reato che non sono definite in modo da individuare il confine tra il lecito e l’illecito, ma sembrano piuttosto finalizzate a far sì che ogni Procuratore possa incriminare, arrestare, far processare, sputtanare, chi più gli aggrada valendosi dell’elasticità di tali norme. Basti pensare al reato di “traffico di influenze” ed alla dilatazione oltre ogni certo confine del reato di “abuso d’ufficio”, che è divenuto lo strumento prediletto di abusi di magistrati protesi da un “uso alternativo della giustizia” (che è poi l’ingiustizia). Per combattere veramente mafia e corruzione, bisogna disfarsi di questi “famigliari dell’Inquisizione”, di questa antimafia, di questa “illibatezza” ridicola. Mandiamo a quel paese chi pretende di aver trovato un comodo modo per far finta di far politica scegliendo il mestiere del tirapiedi.

Il Presidente

Associazione Legalità Democratica

Avv. Maximiliano Granata