Granata(Legalità Democratica): Caro Gianluca Callipo, ritira le tue dimissioni. Basta con la tesi della giustizia nazista, la tua comunità ha ancora bisogno di te.

Abbiamo già presentato tempo addietro una memoria al Procuratore Generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Dr. Otello Lupacchini, al Procuratore Generale presso la Corte d’appello di Reggio Calabria,  al Procuratore Generale della Repubblica presso la Suprema Corte di Cassazione di Roma, al Ministro della Giustizia, al Ministero della Giustizia Ispettorato Generale, sull’arbitrarietà del magistero penale . L’associazione Legalità Democratica aveva elaborato uno studio sugli errori  giudiziari posti in essere dall’Autorità Giudiziaria . Esiste il  principio implica che nessun fatto sia punibile se non in forza di una legge preesistente che chiaramente la definisca come reato, che cioè contiene in sè il principio della chiarezza, è puntualmente violato con la creazione di fattispecie “aperte”, “apparenti”, grossolanamente ed inconcludentemente abborracciate. Cio’ implica ed impone di per se l’arbitrarietà del magistero penale . Le leggi, le nuove leggi, spesso vengono “invocate” dai giudici a sostegno degli abusi di fatto che alcune giurisdizioni praticano già per i loro disegni e “strategie” di lotta .

Poi, magari a distanza di decenni ti ritrovi ad evocare i rimasugli di ciò che hai dovuto apprendere per meglio comprendere l’incombente attualità di “questioni del mestiere”. Così trattando oggi il delicato e gravissimo problema dell’invasività della giurisdizione penale nell’ambito di altri poteri dello Stato, mi accade di richiamare alla memoria il detto di un giurista medievale, che, nella disputa tra Regalisti e Curialisti (i ghibellini ed i guelfi del diritto) scrisse: “Dominus Papa, ratione peccati, intromittit se de omnibus” (il Signor Papa, con la scusa del peccato si impiccia di tutto), tanto per usare un linguaggio alla buona.”

“Oggi “Intromittunt se de omnibus”, si impicciano di tutto, i P.M. ed i Giudici penali. Perseguire i reati, veri o immaginari è la chiave per l’accesso all’esercizio, di fatto, del potere esecutivo e della stessa “politica”. Oggi “Intromittunt se de omnibus”, si impicciano di tutto, i P.M. ed i Giudici penali. Perseguire i reati, veri o immaginari è la chiave per l’accesso all’esercizio, di fatto, del potere esecutivo e della stessa “politica”. Quando, invece, secondo il fondamentale principio della divisione dei poteri, si imporrebbe una netta separazione tra il legislativo, l’esecutivo ed il giudiziario. Una separazione teorizzata due secoli e mezzo fa e realizzata faticosamente con la creazione dello Stato moderno e l’avvento delle libere istituzioni.”

“Assieme all’”intromittere se de omnibus” dei P.M. e dei Giudici Ordinari fiorisce uno strano fenomeno: quello di una “specializzazione”, non nelle funzioni, ma nell’abuso di quegli strumenti che la legge (in verità sempre più sgangherata al riguardo nelle sue “novità”) fornisce agli scalpitanti magistrati “ratione peccati” per perseguire i reati. E poiché nella legislazione criminale ci si accosta sempre più alle tesi che, con una spolverata di retorica democratica e di argomentazioni sociologiche, sono pur sempre quelle della giustizia nazista (punire chi è capace e proclive a commettere un reato senza che debba proprio averlo commesso) lo sbandamento ed il debordare diventa invasione del potere esecutivo e della politica. Ma, abbandonando la “divisione dei poteri” sembra che le diverse istituzioni territoriali giudiziarie si “specializzino”, come dicevamo poc’anzi, nel tipo di utilizzazione distorta, oltre che nella stessa distorsione “dei mezzi giudiziari”.” Per questi motivi caro Sindaco e amico Gianluca Callipo ritira le tue dimissioni, sono sicuro che riuscirai a dimostrare la tua innocenza, la tua comunità ha ancora bisogno di te. Lo dichiara il Presidente dell’Associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata.