Avv. Maximiliano Granata(Legalità Democratica): Open Arms, Salvini sarà processato, l’imputazione che gli è stata fatta è una “cazzata”.

“Si dispone il rinvio a giudizio”, dice il giudice dell’udienza preliminare Lorenzo Jannelli dopo due ore di camera di consiglio.

L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini dovrà presentarsi davanti la seconda sezione del tribunale di Palermo il 15 settembre. E’ accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Per aver bloccato in mezzo al mare, per sei giorni, 147 migranti salvati dall’Ong spagnola Open Arms, nell’agosto 2019.

Questo mi induce ad alcune riflessioni:

Voglio ancora una volta rivolgere un augurio a Matteo Salvini perché sono convinto che l’imputazione che gli è stata fatta è una “cazzata” (“sequestro di persona mediante mancata accoglienza”). Ma per lo stesso motivo ritengo che degli auguri degli Italiani, Salvini abbia bisogno.

Corre un gran brutto pericolo. Proprio perché è imputato di un “non reato”, o meglio, di un fatto che con il reato che gli è addebitato non ha nulla a che fare. Non si “sequestrano” le persone lasciandole fuori della porta di casa. Per non dire che questo. Perché molto altro ci sarebbe da aggiungere.

Non credo che la mia preparazione e capacità di giurista superi quella dei difensori, degli avvocati che Salvini avrà avuto modo di procurarsi. E non solo oggi, all’ultimo momento.

Non riesco a spiegarmi, pertanto, perché  Salvini, che per carattere non mi sembra portato ai minuetti, alle trappole in propria difesa, non abbia fino a questo momento buttato in faccia ai procuratori che hanno inventato ed adottato quella ridicola tesi del “sequestro di persona mediante mancata accoglienza” qualche pesante, ma non inopportuno, giudizio circa la loro utilizzazione (che anche per questo appare evidente) dell’uso alternativo della giustizia e delle boiate interpretative fatte in suo nome. Fatti suoi. Ma se l’assurdità della fattispecie di reati a lui contestati dovesse essere il motivo, comunque non disgiunto del suo ben noto carattere, per cui affronta veramente compiaciuto il processo che il “Partito dei magistrati” (che pure sembra che egli voglia ignorare), allora dovrei dire che si sbaglia di grosso.

Un’imputazione balorda, impossibile, ridicola, come è quella del “sequestro” addebitato a Salvini, specie se addebitato con pertinacia e non per un momento di debolezza mentale di un “attaccapanni di una toga” è cosa che non comporta affatto l’impossibilità di una condanna e nemmeno la sua improbabilità. Se dei magistrati si sono gettati allo sbaraglio a sostenere quella sciocchezza, quella sciocchezza è diventata appartenente a tutto il Partito dei Magistrati e “punto d’onore” (!) del loro atteggiamento sulla questione. È avvenuto per altre non meno evidenti cazzate (pensavo al processo per la cosiddetta “Trattativa”, che, indipendentemente dalla realtà dei fatti, si fonda su un’ipotesi di reato non meno ridicola di quella a carico di Salvini). E da anni tiene occupati Tribunali e Corti, avvocati e giornalisti etc. etc..

Stia dunque attento Matteo Salvini. Non mi sembra persona da arroccarsi sulla infondatezza di una tesi giuridica, su di un errore, di cui egli sia vittima, di un suo avversario. Ma non spetta a me dargli consigli e pretendere che si adegui a quelli che vorrei dargli.

Quello che forse più dovrebbe preoccuparci tutti è il fatto che questo “sequestro di persona mediante mancata accoglienza”, che dovrebbe far ridere anche le galline, venga preso sul serio come titolo di responsabilità penale dalla stampa, anche quella, non molto, ampia che a Salvini è favorevole. Non credo che improvvisamente si siano rincoglioniti tutti i giornalisti, così da non vedere ciò che è impossibile passi inosservato. Vedremo. Ma, ancora una volta, quando il Partito dei magistrati ricorre ad una prevaricazione, fa implicitamente violenza alla capacità dei propri componenti, per meglio colpire le sue vittime, c’è da stare poco allegri. Questo sequestro di persona così apertamente balordo è un’offesa per tutti i cittadini. Anche per noi. E un segnale di allarme. Lo dichiara il Presidente dell’Associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata .

Occhiuto sull’inchiesta di Roma: «Ho la coscienza a posto»

Mario Occhiuto

Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto commenta la richiesta di rinvio a giudizio formulata nei suoi confronti, e non solo, dalla procura di Roma.

«Sono sicuro in coscienza di non aver commesso alcun reato che mi viene contestato», afferma il sindaco Mario Occhiuto in merito alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Roma riguardo all’inchiesta che lo vede coinvolto insieme, fra gli altri, all’ex ministro Corrado Clini.

«Siamo ancora in una fase procedimentale nella quale gli elementi istruttori non sono valutati con il rigore della certezza, ma sono convinto che nelle successive fasi processuali sarà riconosciuta la mia estraneità ad ogni ipotesi accusatoria» conclude il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.