Granata(Valle Crati)si rivolge al Presidente Occhiuto: La Burocrazia regionale nel conferimento dei rifiuti fa ponti d’oro ai privati .

Nella mia qualità di Presidente del Consorzio Valle Crati, mi rivolgo al Presidente della Regione Calabria On. Roberto Occhiuto, affinchè il suo indirizzo di trasparenza e correttezza venga rispettato dal suo assetto burocratico, molto carente dal punto di vista degli atti amministrativi, dimostrando una totale inerzia rispetto gli atti d’indirizzo del Presidente Occhiuto. «Gli Scarti che non si sa più dove conferire a causa di un sistema impiantistico pubblico assai carente e lacunoso hanno determinato l’implosione del sistema. La verità è una sola: in Calabria il ciclo dei rifiuti non è proprio gestito, non c’è programmazione e si lavora sulle emergenze. Il sistema di gestione dei rifiuti urbani in Calabria come quello dell’idrico non funziona». Lo scrive in una nota il Presidente del Consorzio Valle Crati, Maximiliano Granata. «Sono assolutamente convinto – scrive ancora – che qualsiasi impianto per la gestione del conferimento dei rifiuti debba essere di natura pubblica. Ciò, tra le altre cose, ci consentirebbe di calmierare i costi della bolletta dei rifiuti che a causa dell’impiantistica, nella stragrande maggioranza dei casi in mano ai privati, finora ha prodotto tariffe che stanno diventando insostenibili, 400 Euro a tonnellata, per la maggior parte dei cittadini. Bisogna respingere con forza la prospettiva di nuovi impianti privati nella gestione del conferimento dei rifiuti sul territorio. In Calabria bisogna intraprendere un percorso preciso che dovrà portare la gestione del conferimento dei rifiuti appannaggio esclusivo delle amministrazioni pubbliche. Purtroppo gli ultimi provvedimenti della burocrazia regionale, in materia di conferimento, stanno alimentando – conclude – confusione e disordine amministrativo, con aumento considerevole delle tariffe a carico dei cittadini e dei comuni tutto a vantaggio del sistema dei privati, evitando di utilizzare discariche pubbliche per il conferimento ad un costo di 75 euro a tonnellata. Lo dichiara il Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata.

Caso Sacal:In Calabria nessuno ha controllato, meno male che Roberto Occhiuto c’è.

La descrizione di questa storia Secondo la Fonte Lac news, che riportiamo nella parte sottostante.

Bene ha fatto il Presidente Roberto Occhiuto a sollevare il problema di acquisizione delle quote di maggioranza della Sacal da parte dei privati, chiarendo di andare a fondo in questa vicenda che è frutto di accordi strani in seno alla compagine societaria. La Regione Calabria con Nino Spirlì, l’amministrazione provinciale di Catanzaro con Abramo e il segretario generale del Comune di Lamezia Terme, Il presidente De Metrio, l’Organismo di Vigilanza oltre che al collegio sindacale della società, da quello che si evince, erano informati su quanto stava avvenendo. C’e’ da chiedersi perchè non sono intervenuti come organi di controllo. L’unico ad intervenire su questa ingarbugliata e strana vicenda è stato il Presidente Occhiuto. E’ proprio il caso di dire “Meno male che roberto Occhiuto c’è”.

Sembra un vero e proprio scontro quello che si sta avviando tra l’Enac, l’Ente nazionale per l’Aviazione Civile, e la Sacal, quest’ultima finita nel mirino anche del presidente Occhiuto che ha denunciato «strani accordi» che avrebbero consentito ai soci privati di detenere oggi le quote di maggioranza.

Uno scontro, quello tra Sacal ed Enac, già iniziato circa un mese fa a colpi di comunicazioni formali e informali e conclusosi con una pec al vetriolo a firma del direttore generale Alessio Quaranta inviata ieri al presidente De Metrio e all’Organismo di Vigilanza oltre che al collegio sindacale della società, al ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, al ministero dell’Economia e delle Finanze, alla Regione Calabria, all’amministrazione provinciale di Catanzaro e al segretario generale del Comune di Lamezia Terme che si conclude con l’annuncio di un esposto in procura e la richiesta di un commissariamento per quanto riguarda lo scalo lametino e di indagini su quelli di Crotone e Reggio
Nero su bianco viene ripercorso nella comunicazione un rapporto farraginoso che avrebbe visto la Sacal sottrarsi sia all’obbligo di comunicazioni regolamentato da apposite norme che alle richieste formali e dirette di spiegazioni in merito alle ipotesi di cambiamenti societarie.

Un atteggiamento che tra l’altro viene confermato anche da fonti interne alla società aeroportuale e dai sindacati secondo i quali da quando la partecipata è stata affidata al manager De Metrio si sarebbe riscontrato un vero e proprio atteggiamento di chiusura sulle dinamiche in itinere e non solo.

Ma andiamo con ordine. L’Enac puntualizza di avere scritto già il 14 ottobre scorso agli uffici lametini chiedendo riscontro sull’aumento del capitale sociale e spiega di avere appreso dell’ipotesi dagli organi di stampa e non «in adempimento dell’obbligo di comunicazione degli eventi suscettibili di modificare l’assetto societario di cui all’art.4 della Convenzione». Nell’occasione, viene spiegato, l’Enac ha ricordato che «l’operazione non sarebbero stata assoggettata all’obbligo di esperimento di procedure ad evidenza pubblica solo nel caso in cui non fosse stato modificato il rapporto delle quote in possesso della parte pubblica e di quella privata».

Quaranta afferma di avere illustrato alla Sacal «l’esigenza di osservare i principi che sottendono le previsioni di carattere speciale di cui all’rt.2 co.3 del D.m. n. 521 del 1997, recante l’obbligo di porre in essere procedure trasparenti, non discriminatorie nel caso di cessione ai privati di quote di maggioranza pubblica, principio peraltro valevole anche nel caso di cessione di quote di minoranza».
Il silenzio della Sacal

Ma la risposta della società non sarebbe mai arrivata costringendo l’ente ad adire alle «vie brevi» per potere avere una «bozza di nota» con la quale la Sacal ha «sostenuto, in sintesi, partendo dal presupposto di essere una mera società a partecipazione pubblica e non a controllo pubblico, che le modifiche dell’assetto partecipativo non sono effetto di “concertazione o compravendita” ma la conseguenza della libera scelta da parte di tutti i soci, pubblici o privati, di avvalersi o meno del diritto di sottoscrizione dell’aumento di capitale, secondo le modalità disciplinate dall’rt.2441 cod. civ, e che peraltro non richiedono il preventivo esperimento di procedure ad evidenza pubblica».

Una replica che per l’Enac non regge, tanto da citare pareri del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Corte dei Conti per poi ribadire che oltre al fatto che «per codesta società appaiono ricorrere i presupposti per essere considerata a controllo pubblico, resta fermo come anzidetto che l’obbligo di osservanza di procedure trasparenti e non discriminatorie nel caso di cessione a privati di quote pubbliche vige anche nel caso di cessione di quote di minoranza».

Più volte nella pec l’ente per l’aviazione ribadisce che la società che gestisce i tre scali aeroportuali calabresi avrebbe dovuto ricorrere a procedure di evidenza pubblica «e non attraverso l’esercizio del diritto di prelazione ovvero di ricapitalizzazione così, surrettiziamente, avviando un processo di privatizzione maggioritaria in contrasto con le disposizioni che regolano la materia» e sarebbe stata tenuta a comunicarlo all’Enac stesso «ai fini della valutazione di compatibilità».

Tutte motivazioni che portano l’ente ad annunciare che «si avvierà, ai sensi dell’art. 14 bis della convenzione, il procedimento di revoca della concessione» con «proposta di nomina di un commissario» per l’aeroporto di Lamezia e di «necessario approfondimento» per Reggio e Crotone.

Ma non solo. Nella pec il direttore generale dell’Enac annuncia un esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro per possibili ipotesi di reato che potranno essere accertate in ragione di un’analitica descrizione dei fatti, nonché segnalata l’operazione in questione all’Antitrust e all’Anac per gli aspetti di competenza».

Sacal:La verità di Abramo,Nino Spirlì sapeva tutto.

fonte lac news
Già nel corso di quel faccia a faccia si era fatta strada l’ipotesi di un intervento diretto della Regione Calabria. Unico ente, assieme alle Camere di Commercio di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza a ricapitalizzare la propria partecipazione. In quella circostanza vi sarebbe stato un impegno – dell’allora reggente – ad acquisire le quote inoptate dai due Comuni e dalla Provincia di Catanzaro sfruttando risorse per un valore di circa 5 milioni di euro: dapprima attraverso Fincalabra e successivamente si sarebbe valutata anche l’ipotesi della destinazione di fondi europei. La Regione ha quindi adottato una delibera per l’aumento del capitale, stanziando 925mila euro, senza tuttavia procedere all’acquisto delle quote inoptate.
Da qui la scalata dell’imprenditore lametino. «L’assemblea dei soci era perfettamente conscia dei rischi che si correvano» ha aggiunto ancora il primo cittadino. Pare, infatti, che vi sia stato persino un incontro diretto tra l’ex reggente, Nino Spirlì, e il socio privato per concordare l’acquisto delle quote non optate dagli enti pubblici. Il principale rischio, in quella fase, era condurre Sacal sull’orlo di una crisi finanziaria.

Emergenza rifiuti:I nostri costi sono corretti e sarà l’ATO, ente pubblico, ad approvare la convenzione. Non comprendo queste continue ingerenze dei privati.

L’ATO 1 Cosenza dovrà approvare lo schema di convenzione disciplinante il servizio di smaltimento, presso la discarica sita nel comune di San Giovanni in Fiore, dei rifiuti CER 19.05.03 e CER 19.12.12 prodotti negli impianti di trattamento dei rifiuti solidi urbani derivanti dalla raccolta differenziata effettuata nei comuni ricadenti nell’Ambito Territoriale Ottimale della provincia di Cosenza. In adempimento ed ottemperanza di ordinanza contingibile e urgente del Presidente della Regione Calabria n. 14 del 21/03/2020 e del relativo approvati dal Consiglio d’Amministrazione del Consorzio Valle Crati con deliberazione N. 19 del 11/05/2020. I nostri costi sono corretti è sarà l’ATO, ente pubblico, ad approvare la convenzione. Francamente non comprendo queste continue ingerenze dei privati, con dichiarazioni prive di qualsiasi fondamento,che dovrebbero invece spiegare ai Comuni i costi relativi al trattamento e al conferimento nelle discariche di loro proprietà. Calabria Maceri e Servizi SPA omette di riferire che ha richiesto al Consorzio Valle Crati il costo di € 53,69, oltre ulteriori costi aggiuntivi, per tonnellata semplicemente e limitatamente per lo scarico e relativo posizionamento del sopravaglio EER 191212, successivamente affidato dal direttore tecnico del Consorzio Valle Crati ad €22,00 per tonnellata ad un soggetto diverso. Vieppiu’ per lo scarto identificato con CER 19.12.12 la società privata EKRO’ Società consortile a r.l. ha proposto la soluzione di avviare i rifiuti all’impianto della Ecoross srl, in possesso di idonea autorizzazione, per la pressatura filmatura e successivo avvio a smaltimento in discarica con un costo aggiuntivo da rimborsare di 35,95 Euro/tonn..  Il costo corrispondente dei privati sarebbe arrivato quasi 100 Euro a Tonnellata a parte gli uteriori costi aggiuntivi di trattamento, per come previsto dal contratto.Lo dichiara il Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata .