Arresti Villa San Giovanni: Granata(Legalità Democratica),non siamo colpevolisti,attendiamo di conoscere i fatti.

Appalti pubblici aggiustati, telecomandati, per favorire sempre e solo la holding internazionale padrona del traghettamento tra Reggio Calabria e Messina. È una vera e propria bufera quella che ha travolto l’amministrazione di Villa San Giovanni e la Caronte&Tourist, società che da decenni monopolizza o quasi l’attraversamento dello Stretto di Messina e i collegamenti con le isole minori.

Nel giro di poche ore, agli arresti disposti dalla procura di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri, sono finiti il sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari, di Forza Italia, fratello del senatore Marco Siclari; il presidente della Caronte, Nino Repaci; l’amministratore delegato Calogero Famiani; il geometra Giancarlo Trunfio dell’Ufficio Tecnico del Comune; un vigile urbano, Vincenzo Bertuca; l’Ingegnere Francesco Morabito, capo dell’Urbanistica. Ma almeno altre sei persone sono destinatarie di provvedimenti cautelari, che sono stati eseguiti fra ieri sera e questa notte dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria.

Le contestazioni sono corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e, solo per un indagato (il cui nome non è ancora noto), concorso esterno in associazione mafiosa.
Noi siamo garantisti e non siamo giustizialisti, siamo in attesa della conferenza stampa della Procura della Repubblica di Reggio Calabria per conoscere i fatti.
Ci sono secoli di civiltà giuridica che cozzano contro la convinzione di Davigo e contro una cultura che seppellisce l’approccio del Beccaria e i principi costituzionali ispirati a un rigoroso garantismo. Non accetteremo mai l’assunto per cui non esistono cittadini innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti. Perché questa è barbarie, non giustizia. «La cultura del sospetto non è l’anticamera della verità: la cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo», diceva Giovanni Falcone. Per me sono parole che andrebbero scolpite in ogni tribunale accanto all’espressione «La legge è uguale per tutti». Lo dichiara il presidente dell’Associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata.

Maximiliano Granata (Legalità Democratica):”Reagiremo con fermezza al giustizialismo di Nicola Morra e dei suoi seguaci.”

Maximiliano Granata e Mauro Mellini

Caro Mauro hai ragione quando analizzi i gruppi di delazione organizzati,operanti in calabria, e dichiari  “Ma il solo fatto che in una città come Cosenza che ha, oltre tutto, tradizioni di cultura e di sensibilità democratiche e che ha espresso Uomini della levatura di Giacomo Mancini, si possa concepire un modo simile di fare politica, è cosa agghiacciante. Se poi si considera che la parte politica che si organizza per questa attività che più chiaramente può definirsi delazione organizzata, è sostenitrice della tesi che il cosiddetto “avviso di garanzia” “garantisce” a chi ne è causa di costringere alle dimissioni uomini politici e funzionari, abbiamo un quadro di una democrazia telematico-delatoria tale da rovinare il tessuto stesso della società e dello Stato non solo a Cosenza.”

L’imbecillità è il collante di ogni forma di malvivenza. C’è chi avrebbe il dovere di reagire a fatti e situazioni con fermezza e senza mezzi termini. Se non lo si fa, direi che è questo l’aspetto più preoccupante di un sistema indecoroso ed insopportabile che non ha a che fare con la democrazia.

Noi reagiremo con fermezza al giustizialismo di Nicola Morra e i suoi seguaci. Lo dichiara il Presidente dell’associazione Legalità Democratica Avv. Maximiliano Granata

Catania 25 Febbraio 2018. Continua il dibattito nazionale su Giustizia, giustizialismo e garantismo. Tra i relatori l’Avv. Maximiliano Granata

Tra i relatori l’Avv. Maximiliano Granata Presidente dell’Associazione Legalità Democratica .

A CATANIA,presso sala convegni HOTEL MIRAMARE VIALE KENNEDY 42,domenica 25.2.2018,dalle ore 15.00 alle 19,00, CONVEGNO SULLA GIUSTIZIA. Questa Giustizia puo’ colpire anche te

Questo il resoconto del convegno del 21 gennaio 2018, nella città di Messina, dove si è aperto il dibattito nazionale .

Se si vuole far funzionare la Giustizia in questo paese è arrivato il momento di abrogare molte norme ed è necessario un nuovo modello di reclutamento di magistrati. Non ci vogliono giudici che dicono solo di applicare la legge, ma magistrati che hanno equilibro e saggezza e sanno diversificare le decisioni in base ai fatti”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Lipera, amico di Enzo Tortora, durante la presentazione del convegno “Questa giustizia può colpire anche te. Giustizia, giustizialismo e garantismo” organizzato dall’associazione ‘Solidarietà e Legalità’ al Palacultura di Messina.

Dello stesso parere un atro relatore l’avvocato Maximiliano Granata che ha sottolineato: “Negli ultimi anni abbiamo evidenziato quelle che erano anche le tesi del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Eugenio Albamonte, che spiegava come spesso alcuni Pm diventino dei ‘pavoni’ con la spettacolarizzazione dei processi; sottolineava anche che c’è un sistema dove sulla base solo di indizi si sequestrano patrimoni e si tende a buttare fango su persone attraverso un uso errato dei media, nonostante poi, nella maggior parte dei casi, queste inchieste si concludono già al tribunale del Riesame”.

gianfranco_pensavalliIl giornalista Gianfranco Pensavalli pone l’accento sul mancato intervento di chi potrebbe agire contro le storture della giustizia affermando: “C’e stato di recente il caso di un giudice di Siracusa condannato a pena definitiva di cui non si è quasi parlato sui giornali e contro il quale non ci sono state prese di posizione esemplari, questo perché anche ad alti livelli politici e giudiziari molti personaggi sono ricattabili e questo non permette di far emergere alcuni casi”.

“I problemi dell’amministrazione della giustizia nascono già da una Costituzione non equilibrata – ha aggiunto anche l’imprenditore Francesco Bongiovanni – che da troppo potere alla magistratura, si dovrebbero modificare, così come il Csm e la Corte costituzionale poiché così come sono strutturati c’è sempre il rischio che la giustizia non venga amministrata con equilibrio”.

Lo scrittore Gaetano Imme’ ha spiegato invece come nel suo ultimo libro “Attacco al potere comunista” ci sia stato da parte di alcuni un tentativo di mistificazione della realtà. “Ho cercato – spiega .di ristabilire la verità storica sulla responsabilità della politica di tutti gli schieramenti politici nella connivenza con la criminalità, rimarcando come si sia molto giocato con il ruolo dell’antimafia”.

Infine il presidente dell’associazione Solidarietà e Legalità Carmelo Cascio ha evidenziato: “Nonostante le mie tante denunce su casi concreti di malaffare spesso ho notato come solo pochi magistrati abbiano un vero senso di giustizia, indagando con solerzia e abnegazione, altri pensano di amministrarla con poco impegno non considerando le esigenze e dei cittadini”.