L’AVVOCATO DI LUPACCHINI E FACCIOLLA: ANNULLARE CONCORSO PER PG CATANZARO E PROCURATORE CASTROVILLARI.

Revocare o per lo meno sospendere il concorso che il Csm ha appena bandito per gli incarichi di Procuratore generale di Catanzaro e di procuratore di Castrovillari. A chiederlo con una lettera indirizzata a Palazzo dei marescialli e al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e’ Ivano Iai, l’avvocato dei magistrati Otello Lupacchini e Eugenio Facciolla, rispettivamente Pg di Catanzaro e procuratore di Castrovillari, prima che il Csm li trasferisse d’ufficio.

Per il legale i due posti non possono essere considerati vacanti e dunque messi a concorso, visto che i suoi assistiti sono stati solo “provvisoriamente e temporaneamente destinati ad altri incarichi” sulla base di due ordinanze cautelari della Sezione disciplinare del Csm, che sono state impugnate e su cui si devono pronunciare le Sezioni Unite civili della Cassazione. Ed e’ “altamente probabile” che i ricorsi presentati “possano essere accolti”. Inoltre i due uffici sono attualmente retti da magistrati , l’avvocato generale Beniamino Calabrese e il sostituto vicario Simona Manera , “indiscutibilmente competenti”. Dunque se la procedura di concorso non venisse bloccata e “si dovesse malauguratamente concludere con la nomina di nuovi magistrati, le due procure risulterebbero paradossalmente rette da due dirigenti”. Il legale di Lupacchini (trasferito con l’accusa di aver denigrato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri) e di Facciolla accusa anche di “assenza di imparzialita’ e trasparenza” il ministro della Giustizia per “l’accelerazione” che avrebbe impresso alla procedura di assegnazione temporanea ad altri uffici dei suoi assistiti.

SALVINI SFIDA UN’IMPUTAZIONE RIDICOLA di Mauro Mellini

Matteo Salvini

Intervento dell’Avv. Mauro Mellini già deputato Radicale 1976-1992 ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura

SALVINI SFIDA UN’IMPUTAZIONE RIDICOLA

Ma di che cosa fanno carico a Matteo Salvini queste Procure siciliane? Certo, se già fosse reato “agire” contro i voleri, le intenzioni e gli interessi della maggioranza e del Governo da essa (si fa per dire) espresso, Salvini, con il suo gesto alla Gioacchino Murat (…mirato al petto e non al volto…) sarebbe bello che cotto. Ma Salvini è accusato di un reato che figura, e non da ieri, nel codice penale italiano, come in quello di tutti i Paesi civili (ed anche incivili).

Art. 605: “Chiunque… priva taluno della libertà personale…”.

Che avrebbe fatto Salvini? Avrebbe privato i migranti della libertà personale di andarsene in giro per l’Italia? Questo non lo sostiene nemmeno il Procuratore Patronaggio, inventore della formula del supposto reato ascritto anche oggi a Salvini.

“Privare della libertà personale” significa impedire a qualcuno le scelte normalmente consentite ad un uomo libero. Non certo la libertà di fare quello che ad esso più aggrada.

Il caso di Salvini (ma lo chiameremo piuttosto il caso di quelli che vogliono la sua pelle) è schematicamente questo: Tizio, anzi, molti Tizi bussano alla porta. Alla porta d’Italia, (ma è indubbio che sarebbe la stessa cosa se bussassero alla porta di casa mia). Guardo, sento e rispondo loro che non intendo riceverli. I Tizi, anziché andarsene, come farebbe qualsiasi persona pacifica, educata e ragionevole se non è ricevuta dove vorrebbe entrare, si siedono avanti alla porta. Nel caso, rimangono con la nave che li ha portati nel porto, privi della facoltà di scendere a terra. E la nave non se ne va (come avrebbe desiderato Salvini, indubbiamente e come avrebbe potuto fare in ogni momento).

Sequestro, dunque: per avere rifiutato di accogliere e ricevere in casa Tizio e Tizi vari e, in concorso si direbbe con i medesimi, per aver nientemeno “consentito” che rimanessero in atteggiamento di richiesta di essere ricevuti.

Che Salvini, di fronte a tale imputazione abbia detto: “Bene, processatemi pure…” in qualunque Paese del Mondo sarebbe stato uno sfottò. “Processatemi, tanto questo non è reato”.

In qualunque Paese del Mondo. Ma in Italia, tanto più una imputazione è sciocca e ridicola, tanto più è il caso di preoccuparsene.

Se i giudici italiani mi accusano di aver violentato la Madonna del Duomo di Milano, io non perdo tempo a difendermi. Faccio le valigie e scappo all’Estero”. Non sono io ad aver detto questa frase lapidaria, né essa è stata detta ieri.

Salvini, dunque non può ritenersi, per il gesto compiuto dicendo “processatemi” un eroe, un coraggioso. Piuttosto un imprudente, e agli occhi di molti, che pure sono in grado di capire che minchiata è quella imputazione, anche un arrogante.

Ma non è questione di coraggio o di arroganza. Se anche Salvini, raggiunto (si fa per dire) da una simile corbelleria si comporta come se l’accusa fosse quasi ragionevole, per quanto infondata, ci sarebbe da sperare che gli Italiani, alla fine, si ribellino contro chi pretende di giuocare con le loro vite e la loro libertà. E, invece, stanno a guardare processi minchiate come quelli della “Trattativa Stato-Mafia”.

Mauro Mellini

21.01.2020

Esposto dell’Avv. Maximiliano Granata Legalità Democratica. Interviene il CSM

Avv.  Maximiliano Granata

ESPOSTO DELL’ AVV.  MAXIMILIANO GRANATA LEGALITA’ DEMOCRATICA

INTERVIENE IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

Sui casi sollevati dall’Associazione Legalità Democratica, il Consiglio Superiore della Magistratura specifica che relativamente ai provvedimenti giurisdizionali pronunciati dai magistrati, gli stessi sono soggetti, come qualunque altro cittadino nel caso in cui violi la legge, al giudice ordinario civile e penale .

Sui casi sollevati dall’ Associazione Legalità Democratica, posti all’attenzione degli organi competenti, il Consiglio Superiore della Magistratura evidenzia che non puo’, quindi valutare il merito dei provvedimenti giurisdizionali pronunciati dai magistrati, chiarendo però che “sono soggetti, come qualunque altro cittadino nel caso in cui violi la legge, al giudice ordinario civile e penale .
Cosenza 15.04.2018

Il Presidente
Associazione Legalità Democratica
Avv. Maximiliano Granata