Cosenza: Audizione dell’Ing Pietro Cerchiara e Giovanni Iole(Regione Calabria), presso la Commissione Ambiente, presieduta da Vincenzo Granata.

In 3 anni sul territorio comunale sono stati sostituiti 12 chilometri di rete idrica e riparate circa 200 perdite. 400 sono stati gli interventi di rifacimento di derivazioni e allacci, 360 le saracinesche sostituite e 44 gli idranti installati. Sono questi alcuni dei dati forniti dall’ing.Giovanni Ioele, capo struttura del dirigente generale del Dipartimento tutela dell’ambiente della Regione Calabria ed anche direttore dei lavori di ingegnerizzazione della rete idrica di distribuzione urbana e dei lavori di manutenzione straordinaria e infrastrutturazione delle reti funzionali al miglioramento della gestione del servizio di distribuzione idrica e alla riduzione delle perdite già realizzati e in corso di realizzazione nei territori delle 5 città capoluogo di provincia della regione Calabria. L’ing.Ioele è stato audito, insieme all’ing.Pietro Cerchiara,dirigente del settore “Ciclo Integrato delle Acque” della Regione  Calabria, nella Commissione ambiente di Palazzo dei Bruzi, convocata dal Presidente Vincenzo Granata, delegato del Sindaco Occhiuto nell’Autorità Idrica Calabria. Obiettivo della commissione è stato quello di fare il punto sulla situazione dei lavori di ingegnerizzazione della rete idrica del Comune di Cosenza, sugli interventi già realizzati e su quelli che dovranno essere completati. La commissione è stata aperta dall’intervento del Presidente Granata che  ha ribadito la finalità conoscitiva della convocazione “per comprendere – ha detto Granata – il dettagliato stato dell’arte, sotto il profilo sia fisico che idraulico degli interventi e qual è la percentuale di realizzazione dei lavori eseguiti dalla Regione Calabria. Il filo conduttore di ogni ragionamento – ha aggiunto Granata – è la Legge regionale n.18 del 2017 che ha istituito l’Autorità Idrica Calabria anche con l’individuazione del prossimo soggetto gestore”. Vincenzo Granata ha poi colto l’occasione per ribadire la proposta, già lanciata qualche mese fa, della ripresa dei lavori della Diga dell’Esaro che potrebbero risolvere i problemi della carenza idrica anche nella città di Cosenza. Granata ha ribadito la proposta secondo la quale il completamento della Diga dell’Esaro (che prevede l’invaso a monte, con la potabilizzazione a valle ed anche il consolidamento delle paratìe) venga inserito nel piano di investimenti del Recovery Fund. Nel corso della commissione ambiente sono emersi diversi aspetti interessanti, sottolineati sia dall’ingegnere Ioele che dall’ingegnere Cerchiara. Ioele, in particolare, ha sottolineato che “la città andrebbe distrettualizzata in almeno tre comparti: una prima parte che va dal centro storico, attraversa corso Mazzini e arriva ad una barriera ideale che va da corso Fera, fino a Piazza Loreto e Piazza Europa. Un secondo distretto che comprende tutta l’area ad Est del viale Parco e un terzo distretto che include la parte bassa della città e San Vito. Tre aree – ha specificato ancora Ioele – che si cercherà di alimentare rispettivamente con l’Acquedotto del Merone, il serbatoio di Colle Mussano e i serbatoi di San Vito, alimentati dall’Abatemarco”. L’ing.Ioele ha, inoltre, ricordato che ad eseguire i lavori è stata una Associazione temporanea d’imprese, con capogruppo lo studio Lotti di Roma cui successivamente è subentrata una nuova capogruppo. “Nello specifico – ha aggiunto il direttore dei lavori – nel primo anno e mezzo di attività è stata fatta la mappatura della rete idrica della città (250 chilometri di rete) poi un’attività di ricerca delle perdite e di monitoraggio delle pressioni e delle portate in rete e da questo è venuto fuori un modello matematico della rete utilizzato anche per individuare gli interventi da fare”. Ioele ha anche ricordato che su indicazione dell’ufficio tecnico del Comune si è cercato di colmare le lacune sui serbatoi comunali che sono 20, 7 dei quali non hanno misuratori di portata. E’ stato, inoltre, realizzato un nuovo sistema di telecontrollo dei 20 serbatoi cittadini che ha sostituito il precedente che era obsoleto. Ioele ha poi dato conto di un importante esperimento: “siamo andati a verificare durante la notte cosa succede ai serbatoi, in particolare abbiamo aperto completamente le saracinesche e abbiamo alimentato la città durante la notte. L’effetto è stato che la rete ha ricevuto oltre 100 litri al secondo per tutta la notte. Un consumo inspiegabile che non dovrebbe avvenire perché di notte non si consuma tutta quest’acqua. Il sospetto è che le autoclavi condominiali non siano assistiti da sistemi di ritenuta che una volta che l’autoclave si riempie, si blocca automaticamente. Il risultato è che ciascun autoclave, non bloccandosi, continua l’alimentazione dell’acqua e quest’acqua finisce direttamente in fogna. L’idea è quella di procedere ad un censimento sui condomini per avere un riscontro immediato della nostra ipotesi che, se confermata, ci consiglierà nel senso di installare dei contatori nei condomini”. Ioele ha, inoltre, annunciato che a breve partirà la gara per realizzare lo stesso intervento eseguito a Cosenza nei 24 comuni serviti dall’Acquedotto Abatemarco. Cosenza, che rappresenta  la parte finale del lungo acquedotto che parte dal Pollino e arriva in città, potrebbe riceverne un vantaggio diretto “perché – ha spiegato l’ing.Ioele – meno acqua viene persa nei comuni che vengono prima, più acqua potenzialmente arriva a Cosenza. In cantiere – ha concluso Ioele – anche un nuovo intervento di ingegnerizzazione delle reti, finanziato con il Recovery fund, per tutti i comuni della Calabria, con possibilità di richiedere, laddove è stata già fatta, come nei capoluoghi, un nuovo finanziamento di pari entità per un altro lotto di interventi che potrebbe sostituire altri 12-13 chilometri delle reti ammalo rate, per un importo di 8-9 milioni di euro. Dall’Ingegnere Cerchiara, dirigente del ciclo integrato delle acque della Regione Calabria, sono venute altre interessanti indicazioni. “In linea generale – ha detto – l’investimento che la Regione ha programmato sui 5 capoluoghi di provincia è teso ad intervenire sull’ottimizzazione della risorsa idropotabile. Abbiamo una grande quantità di risorsa idrica che però, purtroppo, dalla captazione al rubinetto di casa si disperde notevolmente per la fatiscenza e l’organizzazione delle reti esistenti che sono obsolete, con schemi idrici concepiti in un periodo in cui sia la tecnica che la popolazione avevano esigenze diverse. A Cosenza si sono raggiunti discreti risultati in termini di ottimizzazione. C’è – ha aggiunto Cerchiara – una evoluzione normativa che si sta attuando, con la legge n.18 del 2017, con la quale la Regione ha istituito l’AIC, l’autorità Idrica della Calabria che è l’autorità che dovrà prendere in mano tutta la gestione del servizio idrico integrato”. A questo proposito l’ing.Cerchiara ha chiamato a raccolta tutti i soggetti coinvolti. “Tutti insieme, Regione, Aic e i comuni, devono lavorare in sinergia affinché la legge trovi attuazione nel migliore dei modi. E’ vero che la Regione ha una competenza di alta sorveglianza, ma i protagonisti sono l’AIC e i singoli comuni perché i comuni sono in possesso dei dati fisici ed economici per pervenire all’individuazione della tariffa unica regionale e all’individuazione del gestore unico di tutto il servizio idrico integrato. Se non si compiono i passaggi necessari entro le date stabilite, rischiamo di restare fuori dalla programmazione comunitaria e questo non possiamo permettercelo. La modernizzazione della rete idropotabile, fognaria e depurativa – ha, infine, concluso Cerchiara – dovrà far parte del piano d’ambito che l’Autorità Idrica Calabria dovrà aggiornare e con cui si dovranno prevedere tutte le azioni fisiche ed economiche che da ogni comune dovranno essere messe in atto per poter arrivare ad una rete sempre più moderna e in linea con i tempi”. Ai lavori della commissione ambiente di Palazzo dei Bruzi ha partecipato anche il funzionario comunale Roberto Mirabelli, in rappresentanza del dirigente, arch.Giuseppe Bruno. Mirabelli ha espresso compiacimento sia per la sensibilità e la disponibilità dimostrate dalla Regione Calabria e sia “perché – ha detto – sono state risolte situazioni ataviche che erano ferme da tanti anni. Avremo, ad esempio, un telecontrollo idrico tra i migliori del meridione”. Poi è stata la volta degli interventi di alcuni consiglieri comunali che hanno partecipato attivamente alla discussione. Annalisa Apicella ha suggerito di intervenire, per l’eccesso dei consumi nei condomini, anziché con i contatori condominiali, con i riduttori d’ingresso. Giuseppe d’Ippolito ha riconosciuto “il contributo importante dato dalla Regione alla riqualificazione della rete idrica cittadina. Anche d’Ippolito si è soffermato sulla questione delle perdite a causa degli eccessivi consumi. “Perdiamo quasi 100 litri d’acqua ma li paghiamo – ha detto. Se c’è questo eccessivo consumo, bisognerebbe valutare se si possa apportare qualche miglioria. Un problema grave lo abbiamo sui consumi in quanto non si riesce ad avere contezza dei consumi realmente utilizzati dai diversi condomini, specie quelli un po’ più antichi”. Sull’eccessiva captazione da parte dei condomini si è pronunciata anche Bianca Rende che ha auspicato “che lo scopo dell’installazione dei contatori sia finalizzato ad una diagnosi completa e puntuale delle situazioni di dispersione idraulica e non si traduca in un maggior addebito di costi perché questo sarebbe quasi persecutorio nei confronti dei cittadini. Sarebbe giusto prevedere l’obbligo di adottare sistemi di contenimento e riduzione degli sprechi”. A chiudere gli interventi, Massimo Lo Gullo: “l’acqua è come la sanità. L’acqua è un bene indispensabile per ogni cittadino e per ogni famiglia. La carenza idrica in città è un problema atavico. La situazione è migliorata con l’amministrazione Occhiuto”.

Vincenzo Granata,Presidente commissione Ambiente:Programmare meglio il flusso dei rifiuti a Cosenza, incontro con Calabria Maceri.

“E’ importante organizzare, strutturare e calendarizzare al meglio il flusso dei rifiuti che dalla città di Cosenza parte verso l’impianto di conferimento di “Calabra Maceri” al fine di evitare eventuali blackout, come in qualche occasione si è verificato, che possano determinare incolonnamenti all’impianto privato destinato al servizio pubblico e comprensibili disagi alla popolazione”. Lo ha affermato il Presidente della commissione consiliare ambiente di Palazzo dei Bruzi, Vincenzo Granata, nel corso della seduta dell’organismo consiliare che ha ospitato l’audizione dell’amministratore delegato di “Calabra Maceri” Crescenzo Pellegrino (anche Presidente della commissione ambiente di Unindustria). All’ordine del giorno della commissione di Palazzo dei Bruzi la necessità di fare il punto della situazione per sottoporre a verifica la linearità della filiera che dalla raccolta dei rifiuti arriva alla fase di trattamento e al conferimento presso l’impianto di “Calabra Maceri” per poi imboccare la strada delle discariche a servizio. “Una filiera – ha detto ancora Vincenzo Granata – che occorre in ogni modo ottimizzare anche per non disperdere l’eccellente lavoro che è stato fatto in questi anni sul fronte della raccolta differenziata

dall’Amministrazione comunale, soprattutto dal Sindaco Mario Occhiuto e dall’Assessore alla sostenibilità ambientale Carmine Vizza. “La commissione ambiente ha lavorato in questi anni – ha detto ancora Granata – per fungere da stimolo in direzione del raggiungimento di obiettivi di raccolta anche oltre il 65% e proseguirà in questa direzione fino al termine della consiliatura”. Granata ha poi spiegato che “la necessità di dedicare una seduta di commissione alla problematica del flusso dei rifiuti nasce dal consiglio comunale del 21 dicembre 2020 nel quale, discutendo un ordine del giorno firmato da 21 consiglieri (e concertato con i consiglieri Lo Gullo e Cipparrone) sull’emergenza rifiuti verificatasi, in quel periodo, in alcuni quartieri della città, era stata evidenziata, già in quella sede, la necessità di approvare, in via definitiva, la programmazione, calendarizzazione e percentuale del flusso dei rifiuti, nelle tre fasi di lavorazione: raccolta, trattamento, discarica di servizio, con l’unico obiettivo di raggiungere l’efficienza del servizio pubblico essenziale e la raccolta omogenea dei rifiuti urbani ed assimilati in città. Ci sono giornate – ha aggiunto il Presidente Granata – in cui i mezzi con a bordo i rifiuti raccolti in città si incolonnano davanti ai cancelli dell’impianto di conferimento, determinando un vero a proprio assembramento di macchine e uomini. Nell’ambito delle procedure e del rispetto della fase di emergenza particolare che si sta vivendo a causa del Covid, è importante stabilire un regolare calendario, in accordo tra le parti, per scongiurare la fase di sofferenza registratasi nei giorni scorsi. Quando il martedì mattina il Comune di Cosenza non riesce a conferire per ragioni tecniche, la città va in affanno e nei quartieri possono determinarsi determinate criticità. Quel che chiediamo è la regolarità di conferimento, così come avviene in quasi tutti gli altri comuni”. Nel successivo intervento, l’amministratore di “Calabra Maceri” Crescenzo Pellegrino ha riconosciuto la sussistenza di un problema di pianificazione degli scarichi presso l’impianto della società, “una funzione – ha detto – che era stata delegata all’ATO dove per un certo periodo era mancato il direttore dell’ufficio comune. Da quando è subentrata l’ing.Renata Veltri – ha aggiunto Pellegrino – le cose vanno molto meglio e non mi pare che, per il Comune di Cosenza, ci siano grandi problemi sugli scarichi dei camion. E’ stato anche razionalizzato l’invio dei mezzi verso il nostro impianto, nel senso che anziché arrivare con mezzi piccolissimi, aumentando il numero di quelli che sostano e devono scaricare, si è lavorato per raggruppare i rifiuti in un unico camion o in camion più capienti facendo diminuire il numero. Sono state, inoltre concordate – ha aggiunto Pellegrino – quantità giornaliere di possibilità di scarico, sul calendario settimanale, che non vengono saturate dal Comune. Ci sono, dunque, margini ancora a disposizione per conferire altri quantitativi di rifiuti”. Pellegrino ha poi aggiunto che “Calabra Maceri dipende ancora da una situazione non ben definita per la quale la gestione dovrebbe competere all’Ato, ma, nella realtà, riceviamo, invece, delle disposizioni che mischiano un po’ le carte e ci mettono in difficoltà. Il sistema regionale di smaltimento degli scarti non è autosufficiente – ha concluso Pellegrino- le 200 tonnellate al giorno di disponibilità non bastano per gli scarti. Per questo abbiamo aperto un canale con i termovalizzatori fuori regione. Stiamo andando avanti in questo modo perché smaltiamo 100 tonnellate al giorno fuori dalla Calabria, altrimenti il sistema si sarebbe già imballato e bloccato”.

Una conferma della normalizzazione per Cosenza dei flussi nell’ultimo periodo è venuta dal Dirigente del settore Ambiente e decoro urbano di Palazzo dei Bruzi Giovanni Ramundo. “Quando si verificano delle criticità è dovuto al fatto che c’è una prevaricazione o sovrapposizione degli uffici competenti regionali che mandano all’impianto di Calabra Maceri rifiuti provenienti da altri ATO e questo fa inceppare il sistema. Anche il blocco temporaneo della scorsa settimana è stato superato benissimo”. Le difficoltà che si incontrano nella raccolta differenziata, soprattutto in alcuni quartieri della città, è stata poi messa in evidenza dall’architetto Carmen Trotta, direttore esecutivo del contratto di appalto stipulato tra il Comune e la Società “Ecologia Oggi”. Nel corso della seduta sono intervenuti alcuni consiglieri comunali.

Massimo lo Gullo ha evidenziato i cumuli di spazzatura presenti in alcuni quartieri della città. Bianca Rende ha parlato di “criticità che si verificano all’interno del sistema e di cortocircuito nel funzionamento della filiera”. La consigliera Rende ha manifestato sorpresa nell’apprendere i dati forniti dall’amministratore di “Calabra Maceri”. “Mi lasciano interdetta – ha spiegato – perché contraddicono quelli forniti in commissione da altri interlocutori ospitati nelle precedenti sedute. Apprendere in altre commissioni che le minidiscariche in città si creano anche per l’impossibilità di accedere all’impianto, perché il volume è esaurito, specie il martedì, e sentire oggi che il Comune di Cosenza ha ancora margini inutilizzati, francamente fa riflettere e dispiace. Se si lavorasse meglio e se ci si coordinasse meglio, si potrebbe mantenere la città pulita in tutti i suoi angoli, non solo in centro, ma anche nelle periferie. Evidentemente la raccolta non c’è in alcune zone. Bisogna migliorarla, soprattutto nelle zone periferiche”. Francesco Cito ha sottolineato che “il problema è rappresentato dall’assenza di discariche”, mentre Francesca Cassano ha segnalato l’apertura in alcuni condomini dei sacchetti per verificare la correttezza della raccolta con la creazione di microdiscariche quando i rifiuti, una volta constatata l’inadeguatezza della raccolta, vengono lasciati sul posto. Cassano ha chiesto se viene organizzata la bonifica di questi siti e l’ingegnere Ramundo ha risposto che “quando ci sono rifiuti che non sono stati differenziati in maniera corretta, dopo le verifiche, il giorno dopo si passa alla bonifica”.

La commissione ambiente discute della situazione idrica in città. Il Presidente Granata: “per garantire un efficace servizio idrico integrato occorre partecipazione e condivisione”

“Occorre la condivisione e la partecipazione di tutti per il servizio idrico integrato che è un servizio pubblico essenziale”. Lo ha detto il Presidente della Commissione ambiente di Palazzo dei Bruzi, Vincenzo Granata, delegato dal Sindaco Occhiuto per l’Autorità idrica Calabria, nel corso della seduta dell’organismo consiliare che ha discusso dell’emergenza idrica in alcuni quartieri della città. Hanno dato il loro contributo per l’approfondimento delle problematiche connesse allo stato dell’arte della rete idrica nella città di Cosenza, l’ingegnere Serena Collorafi, dirigente della Sorical e l’Architetto Giuseppe Bruno, dirigente del settore Manutenzione straordinaria e Servizio idrico integrato di Palazzo dei Bruzi. Ad introdurre la seduta della Commissione ambiente è stato il Presidente Granata che, anche come  componente dell’Autorità idrica Calabria, ha dichiarato la sua disponibilità a fare da trait d’union per raggruppare tutte le forze in campo, in uno slancio condivisivo volto a risolvere le problematiche sul tappeto. Granata ha ribadito nel suo intervento la necessità di garantire un servizio idrico integrato che si ispiri sempre di più ai principi della efficienza, efficacia ed economicità, ricordando, altresì, che lo stesso servizio è  costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad uso civile, oltre a quello relativo alle fognature e alla depurazione delle acque reflue. Granata ha anche ricordato i 16 serbatoi di cui dispone la città e la loro distribuzione sul territorio. Il Presidente della commissione ambiente  ha anche legato, con un parallelismo, l’attuale situazione di emergenza idrica in città con quanto avvenne nel 2017, a seguito di una forte siccità. A questo proposito l’ingegnere Serena Collorafi di Sorical, che gestisce il gruppo sorgentizio dell’Abatemarco (comprensivo di cinque o sei sorgenti che hanno degli andamenti stagionali ciclici, con dei massimi nel periodo estivo e dei minimi nel periodo invernale), ha confermato il parallelismo con il 2017, chiarendo che “le erogazioni attuali effettivamente si avvicinano molto a quelle del 2017. Non siamo ancora a quel livello di gravità perché in quel caso ci eravamo spinti oltre il 28% di riduzione rispetto ai massimi di luglio, mentre quest’anno abbiamo delle riduzioni più contenute, seppure abbastanza gravi. Questo fenomeno – ha chiarito Collorafi – è dovuto sia a periodi siccitosi estivi, quando le sorgenti risentono di questa problematica, sia a una siccità pluriennale, durante la quale le sorgenti profonde non riescono a recuperare, in uno o due anni, ma il tempo di recupero è di gran lunga maggiore”.  Serena Collorafi ha spiegato, inoltre, che attualmente Sorical eroga alla città di Cosenza, tramite l’acquedotto Abatemarco e l’acquedotto del Bufalo, un totale di portata che, al 30 novembre di quest’anno, è pari a 280 litri al secondo complessivamente, così suddivise: circa 243 litri dall’Acquedotto Abatemarco ed il restante dal Bufalo. “Attualmente – ha chiarito ancora Collorafi – stiamo producendo un meno 20-22% e questa stessa percentuale viene redistribuita tra tutti i comuni, con una riduzione identica. Il nostro criterio – ha aggiunto- in ossequio alla trasparenza, è questo: ciò che noi produciamo lo distribuiamo il più equamente possibile. Subito dopo la siccità del 2017 – ha detto ancora Collorafi – con i tecnici comunali di allora si era deciso di operare una modifica dell’assetto distributivo in città, ad esempio si decise che il serbatoio di Cozzo Muoio fosse utilizzato nella sua funzione di compensazione. In questo modo, le erogazioni verso il Merone non sono continue e costanti h24, ma vengono distribuite per 12 ore di erogazione e 12 di chiusura. Questo ha permesso – ha aggiunto la dirigente di Sorical -da una parte di ridurre di molto le perdite della rete e, dall’altra, di consentire a tutte le utenze servite di avere adeguato carico piezometrico per tutta la durata di erogazione. Ritengo che la situazione in città sia molto migliorata rispetto al 2017, proprio perché il funzionamento della rete del centro è completamente diverso”.

Alla discussione ha poi dato il suo contributo anche il dirigente del settore Manutenzione straordinaria e servizio idrico integrato del Comune, Giuseppe Bruno.

“Stiamo subendo – ha esordito Bruno – dei fenomeni siccitosi anche nel medio periodo. Il nostro lavoro, anche d’accordo con Sorical, era quello di innalzare il livello di carico piezometrico il più possibile omogeneo per le reti. Una sofferenza che stiamo avendo ultimamente, in particolare per alcune zone periferiche, per il serbatoio di Mussano, è l’abbassamento della quota di pressione in modo anticipato rispetto alle ore dei mesi scorsi. Una soluzione potrebbe essere quella di ridurre la durata dell’erogazione giornaliera progressivamente, per poter consentire ai serbatoi di caricarsi con una maggiore altezza, quindi con una maggiore pressione. Si tenga conto – ha aggiunto Bruno – che le utenze  sono anche aumentate, sia per i grandi impianti edilizi realizzati negli ultimi tempi, sia per l’aumento dei servizi sulla città con la conseguenza di un aumento del fabbisogno,  a parità di rete e di portate. Si tratta, comunque- ha ricordato Bruno – di sofferenze che si sono abbastanza storicizzate nel tempo. Credo di poter dire – ha detto ancora il dirigente del Comune – che, rispetto ad annualità analoghe, avendo fatto degli interventi di manutenzione importanti, redistribuito alcuni quartieri per serbatoio e governato l’apertura e la chiusura dei serbatoi con orari diversi rispetto al passato, riusciamo a garantire un carico piezometrico più dilatato nel tempo rispetto agli anni scorsi”. Bruno è intervenuto anche sul rischio di tagli lineari che Cosenza potrebbe subire. “La nostra città  non può subire una valutazione asettica per un taglio proporzionale per numero di abitanti, perché, a parità di abitanti, Cosenza offre anche servizi di natura territoriale che hanno un carico particolare. Forse l’Amministrazione dovrebbe sollecitare una riflessione sull’opportunità di un taglio lineare che venga comunque corretto in una ragionevole quota percentuale”. L’architetto Bruno, che era accompagnato dal funzionario Roberto Mirabelli, ha anche annunciato che “quando saranno ultimati i lavori della Regione, con il telecontrollo, sarà possibile avere una migliore gestione del servizio perché ci renderemo conto in tempo reale dell’andamento dei serbatoi, di quello dei consumi e sicuramente riusciremo a tarare meglio le aperture e le chiusure, in particolare sui serbatoi più grandi”. Nel corso della seduta sono intervenuti alcuni consiglieri comunali: Massimo Lo Gullo che ha posto il problema dell’approvvigionamento nei quartieri, soprattutto San Vito e Serra Spiga; Francesco Cito che ha chiesto alla Sorical delucidazioni sulle percentuali di erogazione a Cosenza (circa il 46% del totale) e a Rende (circa il 35%); Annalisa Apicella, che ha evidenziato la necessità di cominciare a ragionare sull’efficienza della rete del Comune di Cosenza, “perché ogni ragionamento deve partire forse da un esame completo della rete e dalla sua vetustà”; Pasquale Sconosciuto che ha sollevato, come Lo Gullo, la questione dell’approvvigionamento nei quartieri “nei quali l’acqua arriva fino a mezzogiorno e poi va via”, chiedendo di creare un accumulo per dare più acqua nelle case nel periodo delle festività.  Bianca Rende ha chiesto alla dirigente di Sorical chiarimenti sulla parte infrastrutturale “perché il contratto con Sorical prevede anche una parte relativa alla manutenzione e all’efficientamento della rete. Su questo fronte – si è chiesta Rende – si è operato in qualche direzione? E sono in programma interventi puntuali?”. Un interrogativo anche da parte di Giuseppe D’Ippolito che ha chiesto a Sorical se la situazione è suscettibile di miglioramento o se le preoccupazioni debbano aumentare.

E, infine, Andrea Falbo che ha criticato il ritorno alla gestione privatistica dell’acqua, ricordando la petizione “Acqua Bene comune”, sottoscritta da migliaia di calabresi che invocavano una gestione interamente pubblica della risorsa idrica. Dopo l’intervento dei consiglieri comunali, le conclusioni dell’ing. Serena Collorafi e dell’arch.Giuseppe Bruno che hanno risposto alle domande dei primi.

“Le erogazioni dell’Abatemarco per tutti i comuni serviti  – ha detto Collorafi – sono sovrabbondanti rispetto al minimo normativo, però bisogna tener conto anche della vetustà delle reti e della situazione strutturale e ogni comune ha chiaramente le sue problematiche”. Sull’eventualità di creare un accumulo ha aggiunto che “sicuramente il serbatoio di Cozzo Muoio, l’unico in grado di garantire un accumulo di ore considerevoli, verrà, specie nel periodo festivo, tenuto molto pieno, mantenendo un livello di massimo riempimento. Quello degli interventi – ha aggiunto Serena Collorafi – è un altro dei nodi cruciali, nella gestione del ciclo integrato, dei doveri di Sorical”. Per la dirigente di Sorical è opportuno un distinguo: “gli interventi di manutenzione ordinaria vengono effettuati continuamente, spendendo milioni di euro all’anno, per garantire la buona salute degli acquedotti di adduzione. La nostra mission – ha aggiunto – è quella di ridurre al minimo le perdite con monitoraggi continui. L’Abatemarco registra una perdita al di sotto del 6%”. Che, per Serena Collorafi – “è un valore assolutamente fisiologico per il tipo di struttura. Poi ci sono gli interventi strutturali per efficientare l’opera, ma che non aumentano la portata erogata e si tratta di interventi attualmente in corso, alcuni dei quali sono quasi al termine. Altri interventi, più interessanti, permetterebbero l’aumento di portata, ma l’intervento unico risolutivo delle problematiche di siccità è la realizzazione di una diga di cui la provincia di Cosenza è sprovvista. Il livello erogativo, in presenza di un invaso, sarebbe costante tutto l’anno. Senza una diga – ha concluso la dirigente di Sorical – questi problemi non saranno mai risolti e saremo sempre costretti a rincorrere andamenti stagionali delle sorgenti e, evidentemente, difficoltà erogative”. Sul punto si è trovato d’accordo anche il dirigente comunale Bruno: “senza un intervento strutturale di livello provinciale – ha detto – subiremo, inevitabilmente, la stagionalità, anche se miglioreremo le reti e l’efficienza. Lavoreremo con più attenzione rispetto alle chiusure per erogare un miglior servizio durante le festività e, grazie ad una variazione di bilancio appena approvata, daremo corso ad una serie di interventi di manutenzione straordinaria,  a tappeto, su tutta la rete, per recuperare le perdite nei prossimi due mesi”.

 

Comune di Cosenza. Granata (Lega), primo incontro con il meetup Cinquestelle.

Commissione Ambiente Comune di Cosenza

Comune di Cosenza. Primo incontro con il meetup Cosenzaeoltre del Movimento Cinquestelle, alla presenza del Presidente Commissione Ambiente Vincenzo Granata (Lega) .

Il Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Cosenza Vincenzo Granata (Lega) dopo aver ricevuto richiesta di audizione del meetup Cosenza e oltre, in occasione della giornata nazionale dell’albero , ha convocato gli stessi per illustrare il relativo progetto con denominazione “mille alberi in più” . In data 10 dicembre 2018, si è riunita la commissione Ambiente per illustrare il relativo progetto con la partecipazione dell’estensore di questa iniziativa, Dott.ssa Lucrezia Veltri, accompagnata da altri componenti del meetup  e dell’Assessore con delega all’Ambiente del comune di Cosenza Dr. Carmine Vizza. Il Presidente Granata nella logica del dialogo costruttivo e del buon senso finalizzato alle buone pratiche ha illustrato alla commissione dettagliatamente il progetto, invitando gli esponenti del movimento Cinquestelle,  ad estendere la riqualificazione del Vallone di Rovito fino alla chiesetta di Achiropita, attraverso la realizzazione di un parco delle biodiversità, coinvolgendo il Ministero dell’Ambiente  e gli  organi regionali preposti. Bisogna lavorare con il contributo di tutti per realizzare strutture utili al benessere della comunità e dei cittadini . L’ Assessore Vizza ha posto il problema economico per la realizzazione del progetto, in particolare il costo dell’irrigazione delle piante a cui si aggiunge la non idoneità dell’area scelta. Ad illustrare il progetto l’attivista Lucrezia Veltri e a seguire gli interventi dei consiglieri comunali Covelli, Morcavallo, Morrone, Apicella e Cassano . La commissione si è aggiornata ad una successiva data .