Mauro Mellini: Matteo Salvini e la lotta contro la funzione di killeraggio politico della nostra magistratura.

Il voto di domenica 26 gennaio credo possa considerarsi veramente il principio della fine, ma forse più che il principio, del Movimento 5 Stelle, alias Casaleggio & C.
Principio della fine, implosione. Certo si tratta della conferma di una parabola prevedibile (dico questo, anche se credo di essere stato il solo a mettere per iscritto tale previsione nel libro “Gli Arrabbiati d’Italia”, Bonfirraro Ed.). Ma qui non si tratta di cercare conferma di tale evento di non poca rilevanza. E neppure di fermarsi troppo a rilevare e commentare il fatto in sé vergognosetto e pericoloso di un mondo mediatico-politico che si è rivelato capace solo di esprimere simpatie e antipatie e praticamente sorvolare sull’evento, sostituendolo, si direbbe, con la fine (veramente immaginaria) di un personaggio come Matteo Salvini.
Perdere in due Regioni, quasi scomparire essendo dalla parte, in una di esse, del vincitore, andare sotto ogni previsione, in una parabola di costante scadimento, è cosa che non può valutarsi se non come la conferma della precarietà del successo che aveva dato l’Italia nelle mani del Comico e dell’Affarista in società tra loro.
Certo quando nella storia si parla di “fine” di una sia pur assai meno precaria entità, fenomeno, istituzione, bisogna sempre porsi molti interrogativi sul significato della parola. E, poi come si conviene nelle vicende umane di chi in questo mondo non è mancato anche del superfluo, domandarsi della sorte dell’eredità.
Vedremo (non ci sarà da aspettare molto) se le ulteriori prove elettorali, oltre che i sempre assai discutibili sondaggi, ci daranno la conferma del poco luttuoso evento di questa fine, malgrado tutto da non lamentarsi come precoce. E tale da non evitare ancora conseguenze gravissime, che potrebbero rilevarsi addirittura disastrose, della pur breve, malefica esistenza di quella sciagurata pagina della nostra storia.

Non è qui ed ora, che voglio sottolineare un episodio simbolo di questa debacle: le dichiarazioni del “Delatore della Repubblica” sul suo voto contro il partito che lo ha portato al Senato ed alla Presidenza dell’Antimafia. “Quando la nave affonda i topi scappano per primi”.
Diciamo piuttosto che la fine ingloriosa dell’azienda di Casaleggio e Grillo lascia una situazione a dir poco inconcepibile e terrificante. Oltre ai rifiuti tossici di un pensiero politico inesistente (non è poi una contraddizione così clamorosa) l’assetto di fondo politico-istituzionale del Paese è oggi tale da non lasciare spazio a previsioni men che angosciose.
Maggioranza relativa in Parlamento ancora nelle mani degli sconfitti dei fantasmi del Movimento scomparso. Appoggio (formale) ad essi ancora dato da un partito come il P.D. già annunziato,però, come condizionato dall’avvenuto crollo. Situazione istituzionale peggio che impasticciata con l’incombere di un referendum che potrebbe eliminare una sconcezza che del cinquestellismo ha la marca, anche se non le piene responsabilità nell’averlo votato, sulla riduzione dei Parlamentari, che blocca, per ora, nuove elezioni e sarà svolto sotto il segno dell’urgenza di liquidare tale intoppo. Ma, soprattutto, dal già quasi cadavere del Movimento 5 Stelle esalano fetori di infezioni e virus terribili. Già il P.D. (ed il suo finanziatore del momento) hanno messo in campo proprio per le elezioni del 26 gennaio un’espediente di un’antipolitica “collaterale”, più antipolitica o più cretina di quella che se ne va in pezzi. Il “Movimento delle Sardine” puzza di cadavere del cinquestellismo come se già fosse marcito. Oltre che della Sinistra che lo ha ingaggiato.
Detto tutto questo vorrei poter dare a Salvini, l’ultima persona alla quale mi è passata mai per la testa di dare consigli e che è pure l’ultima persona, a quel che dicono, disposta a riceverne di saggi e necessari, anche se dati da persone assai più autorevoli di me, di fare attenzione, molta attenzione. Vorrei che capisse che non è solo nel suo interesse personale, non solo difendersi bene sul piano giudiziario dalle assurde accuse di “sequestro di persona mediante mancata accoglienza”, ma di farne la bandiera di una lotta di tutto quanto resta di ragionevole e sano nel Paese contro la funzione di killeraggio politico della nostra magistratura. Dovrei dire, per l’esattezza e per non offendere qualcuno che non se lo merita, del Partito dei Magistrati, ma temo che potrei essere compreso ancora meno.
Cos’altro? Un augurio a chi ha la possibilità di guardare al futuro, di vederne uno migliore di questo raggelante presente.

Mauro Mellini

Elezioni Calabria:La Lega perde piu’ del 10%, rispetto alle elezioni europee.

La Lega ottiene 4 posti in consiglio regionale, ma di certo non ha sfondato come qualcuno si aspettava. Il commissariamento del partito da parte del deputato bergamasco Cristian Invernizzi si è tradotto in pratica in una specie di bavaglio agli attivisti locali. La scelta delle candidature, poi, ha lasciato molti con l’amaro in bocca al punto che tanti attivisti della prima ora si sono, di fatto, disimpegnati. Il dato definitivo è che la Lega perde piu’ del 10% rispetto alle elezioni europee, vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi .

Gli auguri del Presidente del Consorzio Valle Crati Maximiliano Granata a Jole Santelli, nuovo Presidente della Regione Calabria.

Si apre un nuovo capitolo nella Regione Calabria. A guidare la regione ci sarà una donna di cui ho sempre apprezzato le doti di donna concreta ed equilibata, in grado di creare squadra per la risoluzione delle mille problematiche presenti sul territorio. E’ tempo di ripartire sui temi dell’ambiente, per creare la Calabria del verde e del futuro. E’ necessario un dialogo costante e operativo sui temi di maggiore urgenza partendo dalla prima sfida che è l’emergenza rifiuti. Lo dichiara il Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata.

Il caos rifiuti della provincia di Cosenza: Serve immediatamente una task force, il sistema è imploso.

L’approvazione degli schemi sui nuovi contratti da stipulare con i gestori degli impianti per l’anno 2020,  non risolve il problema dell’emergenza rifiuti. Non sono ancora stati approvati dai consigli comunali dei comuni della provincia di Cosenza, il contratto di servizio che regolamente l’accordo e la copertura economica del contratto con i gestori degli impianti che devono essere supportati dalla discarica di servizio per lo smaltimento degli scarti di lavorazione. Vieppiu’ non si si comprende se la delega alla Regione Calabria della competenza nei rapporti finanziari con i gestori degli impianti di trattamento e della discarica di servizio sia sospesa o decaduta, per il periodo che va dal 7 ottobre al 31 Dicecembre 2019. Un vero è proprio caos che lascia intravedere il piu’ completo caos dell’emergenza rifiuti nei prossimi giorni in provincia di Cosenza. Serve immediatamente una Task Force tra i gestori degli impianti, il Consorzio Valle crati, l’Ato Cosenza, la Prefettura di Cosenza e la Regione Calabria per regolamentare il rapporto tra le parti e dare certezza sui pagamenti, per l’anno 2020 . Poi successivamente si dovranno portare a termine le procedure autorizzative per la realizzazione dell’ecodistretto e della nuova  discarica di servizio. Lo dichiara il Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata .

Caso Tallini-Raffa “Impresentabili”, Avv. Maximiliano Granata:Antimafia, prevaricazione costituzionale.

La Commissione Parlamentare Antimafia, oggi presieduta dal prof. Nicola Morra, che ha ereditato, ci sarebbero ragioni per affermarlo, virtù della precedente presidente, ha voluto replicare, con l’aggravante di una procedura ancora più tarocca, le prodezze dei tempi della Rosy Bindi in occasione delle elezioni di domenica, nei confronti dei candidati alla carica di consigliere regionale della Calabria Domenico Tallini e Giuseppe Raffa.

Il vaglio, che, poi, è noto ed arcinoto che non è e non è mai stato un vaglio, ma dato il metodo, solo una “pesca nel mucchio”, tra i candidati alle lezioni di pretesi “impresentabili” è una violazione, oltre tutto, della parità tra i candidati.

Sconcezza vile e stupida, data anche la consuetudine di pubblicare i nomi dei diffamati all’ultimo momento. Ma soprattutto questo giudizio, che poi non è tale ed è emesso coprendosi dietro norme non di legge, sarebbe stato emesso nei confronti di candidati alle elezioni, cui la legge garantisce con il diritto di partecipazione in condizione di parità. E, quindi è una aperta violazione di ogni norma fondamentale e di principio costituzionale.

Il fatto che un Organo dello Stato dichiari “impresentabili”, in forza di un certo codice di autoregolamentazione (che significa?) soggetti che la legge dichiara e riconosce eleggibili, mi pone un dubbio: è stupidaggine o è sopraffazione?

È ora di finirla con questa Antimafia che si sovrappone al diritto e alla Costituzione e ci impone personaggi come Morra.

Purtroppo non si può cavar sangue dalle rape. Ma non basta. Le rape sono ovunque e ci stanno soffocando. E non possiamo rimediare facendo finta di non accorgercene.

SALVINI SFIDA UN’IMPUTAZIONE RIDICOLA di Mauro Mellini

Matteo Salvini

Intervento dell’Avv. Mauro Mellini già deputato Radicale 1976-1992 ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura

SALVINI SFIDA UN’IMPUTAZIONE RIDICOLA

Ma di che cosa fanno carico a Matteo Salvini queste Procure siciliane? Certo, se già fosse reato “agire” contro i voleri, le intenzioni e gli interessi della maggioranza e del Governo da essa (si fa per dire) espresso, Salvini, con il suo gesto alla Gioacchino Murat (…mirato al petto e non al volto…) sarebbe bello che cotto. Ma Salvini è accusato di un reato che figura, e non da ieri, nel codice penale italiano, come in quello di tutti i Paesi civili (ed anche incivili).

Art. 605: “Chiunque… priva taluno della libertà personale…”.

Che avrebbe fatto Salvini? Avrebbe privato i migranti della libertà personale di andarsene in giro per l’Italia? Questo non lo sostiene nemmeno il Procuratore Patronaggio, inventore della formula del supposto reato ascritto anche oggi a Salvini.

“Privare della libertà personale” significa impedire a qualcuno le scelte normalmente consentite ad un uomo libero. Non certo la libertà di fare quello che ad esso più aggrada.

Il caso di Salvini (ma lo chiameremo piuttosto il caso di quelli che vogliono la sua pelle) è schematicamente questo: Tizio, anzi, molti Tizi bussano alla porta. Alla porta d’Italia, (ma è indubbio che sarebbe la stessa cosa se bussassero alla porta di casa mia). Guardo, sento e rispondo loro che non intendo riceverli. I Tizi, anziché andarsene, come farebbe qualsiasi persona pacifica, educata e ragionevole se non è ricevuta dove vorrebbe entrare, si siedono avanti alla porta. Nel caso, rimangono con la nave che li ha portati nel porto, privi della facoltà di scendere a terra. E la nave non se ne va (come avrebbe desiderato Salvini, indubbiamente e come avrebbe potuto fare in ogni momento).

Sequestro, dunque: per avere rifiutato di accogliere e ricevere in casa Tizio e Tizi vari e, in concorso si direbbe con i medesimi, per aver nientemeno “consentito” che rimanessero in atteggiamento di richiesta di essere ricevuti.

Che Salvini, di fronte a tale imputazione abbia detto: “Bene, processatemi pure…” in qualunque Paese del Mondo sarebbe stato uno sfottò. “Processatemi, tanto questo non è reato”.

In qualunque Paese del Mondo. Ma in Italia, tanto più una imputazione è sciocca e ridicola, tanto più è il caso di preoccuparsene.

Se i giudici italiani mi accusano di aver violentato la Madonna del Duomo di Milano, io non perdo tempo a difendermi. Faccio le valigie e scappo all’Estero”. Non sono io ad aver detto questa frase lapidaria, né essa è stata detta ieri.

Salvini, dunque non può ritenersi, per il gesto compiuto dicendo “processatemi” un eroe, un coraggioso. Piuttosto un imprudente, e agli occhi di molti, che pure sono in grado di capire che minchiata è quella imputazione, anche un arrogante.

Ma non è questione di coraggio o di arroganza. Se anche Salvini, raggiunto (si fa per dire) da una simile corbelleria si comporta come se l’accusa fosse quasi ragionevole, per quanto infondata, ci sarebbe da sperare che gli Italiani, alla fine, si ribellino contro chi pretende di giuocare con le loro vite e la loro libertà. E, invece, stanno a guardare processi minchiate come quelli della “Trattativa Stato-Mafia”.

Mauro Mellini

21.01.2020

Sergio Abramo, Assessore regionale al Bilancio in quota Lega. Cosa ne pensa Tallini?

Si puo’ pensare che con la Lega primo partito della coalizione alle regionali e in particolare nella città di Catanzaro, si  possano spalancare ad Abramo le porte dell’assessorato al Bilancio della Regione Calabria, in quota Lega (Salvini). Tallini dal canto suo, ha spiegato che la recente evoluzione della Lega non lo convince e che molte cose con la Lega andranno chiarite dopo le elezioni regionali del 26 Gennaio .

Piazza Pulita La7,giovedi ore 21,15:Oltre 400 dissidenti nella Lega calabrese,intervento di Michele Gullace e Maximiliano Granata.

Cristian Invernizzi e Matteo Salvini

Nello Trocchia,inviato della trasmissione Piazzapulita, in onda su La7, è stato presente in Calabria la settimana scorsa. Andra in onda una trasmissione su La7 Piazza Pulita, giovedi alle ore 21,15, riguardante l’attività politica  della Lega e del commissario Crsitian Invernizzi in Calabria. Oltre 400 dissidenti della Lega calabrese, chiedono la revoca dell’incarico di Cristian Invernizzi. Intervista dell’ex commissario provinciale della Lega di Reggio Calabria Michele Gullace e intervento di Maximiliano Granata, “il destino dei calabresi deve essere scelto dai calabresi”, presente anche il consigliere comunale di Pedivigliano Angelo Barberio, leghista della prima ora in Calabria.

Walter Rauti e il suo vice Cristian Invernizzi negano la parola a Vincenzo Sofo e Antonio Rinaldi

Walter Rauti e il suo vice Cristian Invernizzi

Fonte il Sovranista

Nella serata di giovedì 16 gennaio, a Corigliano Rossano, comune di oltre 70 mila abitanti, si è svolto un comizio elettorale della Lega, impreziosito dalla presenza del segretario nazionale Matteo Salvini. Un comizio in una piazza Salotto, piena in ogni ordine di posto, nel corso del quale, il leader leghista, da acceso tifoso rossonero, ha esordito salutando i concittadino di Rino Gattuso e riassumendo l’intera giornata di campagna elettorale vissuta in Calabria. Una giornata iniziata sorbendo un buon caffè, in compagnia del giudice Nicola Gratteri ed affermando a chiare lettere di volere ingaggiare una lotta, senza quartiere, alla ‘ndrangheta.

All’evento di Corigliano Rossano avrebbero dovuto prendere parte anche due euro deputati sovranisti della Lega, l’economista Antonio Rinaldi, eletto nel collegio Centro con oltre 48 mila preferenze e Vincenzo Sofo, fondatore del Think Thank Il Talebano, che opera attorno al progetto di Matteo Salvini, al fine di riaggregare l’area della destra politica italiana al fine di arrivare, in tempi brevi, alla nascita di un grande movimento identitario, europarlamentare della Lega grazie al consenso di oltre 30 mila elettori, ed invece…

Ai due illustri esponenti del Carroccio, non solo non è stata concessa parola nel corso del comizio della Lega ma è stato reso difficile, per non dire impossibile, l’accesso al palco. L’economista Rinaldi, pur non avendo alcun interesse politico in Calabria, non essendo il suo collegio elettorale, aveva percorso più di 500 km per giungere a Rossano ed avrebbe voluto spiegare le sue teorie economiche.
Che dire del diniego di parola per l’europarlamentare Vincenzo Sofo, che alle scorse europee nella sola Corigliano Rossano aveva conquistato più di mille preferenze ed in piazza c’erano diverse decine di suoi elettori e sostenitori.
Siamo alle comiche, ci spiega Mario, leghista cosentino della prima ora. Il commissario Invernizzi ed il suo vice Rauti negano la libertà di parola a due esponenti nazionali del partito, segno evidente di come si vuole una Calabria non libera e che non ragiona in termini politica.

Ma dal commissario Invernizzi che ha candidato alle prossime elezioni regionali il rossanese Alfio Baffa, salito alla cronaca per un video trash, in cui si ammira in vasca da bagno con whisky e sigaro e lancia un appello agli amici del gruppo reveng porn cosa possiamo immaginare di più.

Si palesa l’accordo tra Abramo e Salvini:Ecco perchè Mario Occhiuto è stato eliminato dalla Presidenza della Regione Calabria.

Sergio Abramo e Matteo Salvini

Le dichiarazioni di Sergio Abramo “Esportare in Calabria il modello #Catanzaro”. E’ questo il messaggio che il leader della Lega, Matteo Salvini, ha voluto condividere durante un cordiale incontro che abbiamo avuto a Palazzo De Nobili. Per l’occasione ho avuto modo di illustrargli tutte le attività portate avanti dall’amministrazione, sottolineando che per il definitivo salto di qualità del Capoluogo serve un governo regionale che non si giri dall’altra parte, come invece ha fatto in questi ultimi anni il centrosinistra. Dalle dichiarazioni di Abramo e Salvini si palesa l’accordo fatto nei mesi scorsi che prevedeva l’eliminazione di Mario Occhiuto dalla Presidenza della Regione Calabria per fare spazio a Sergio Abramo Sindaco di Catanzaro. La strategia adottata da Salvini con i suoi referenti Invernizzi e Rauti non è andata però in porto, con Silvio Berlusconi che ha indicato Jole Santelli come candidato Presidente per Forza Italia. Adesso i leghisti calabresi cercano di correre ai ripari cercando di organizzare le truppe da contrapporre a Jole Santelli cercando di dettare la linea politica per imporre le loro scelte sugli assessori da designare, “vedi la richiesta dell’Assessorato all’Agricoltura”. Un chiaro accordo di potere che ha messo fuori dalla presidenza il migliore Sindaco della Calabria Mario Occhiuto .