Vincenzo Granata (Lega): in Calabria clima di intimidazione contro Salvini e chi lo rappresenta, la Lega calabrese deve reagire con fermezza e senza mezzi termini. Nicola Morra, delatore della repubblica, a capo di una rete ispettiva in Calabria .

Vincenzo Granata consigliere comunale Lega

Città di Cosenza

Nella mia qualità di consigliere comunale della Lega il 30 Marzo del corrente anno avevo già denunciato il distorto utilizzo della figura del Ministro degli Interni, inserito in una locandina allestita dal Centro Sociale Rialzo e da Auditorium Popolare di Cosenza, per promuovere una serata di musica tekno. All’epoca Il vicepresidente del Consiglio sen. Matteo Salvini compariva in una caricatura, appeso per i piedi a testa in giù.

In una mia  nota, avevo stigmatizzato l’iniziativa, esprimendo «una ferma condanna per la violenza del manifesto. Ritenendo che tutte le forze politiche della città  dovevano essere unite contro questi messaggi di odio e di violenza.

Prima della visita di Salvini ho  condannato qualsiasi forma di violenza, che non poteva trovare posto in una comunità come la nostra, che ha radici nei valori democratici e non violenti affermati con forza nella Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza . Vieppiù ho chiesto che la magistratura indagasse anche sui centri sociali, sull’utilizzo di alcuni blog d’informazione legato a questo mondo e che lavorano giornalmente alla delegittimazione della magistratura e delle istituzioni democratiche, attraverso un’associazione a delinquere di diffamatori idrofobi professionisti, e su quelle frange estreme del sindacato da sempre vicine al mondo dell’eversione che la sinistra, e che i governi di sinistra, hanno sempre protetto. Per questi motivi ho chiesto la chiusura dei centri sociali, in cui spesso vengono formati e indottrinati all’ideologia marxista-leninista i giovani che poi intraprendono la strada dell’eversione, per evitare che si facciano ulteriori danni.

A questo aggiungo che a capo del movimento cinquestelle calabrese si sia messo, nientemeno che Nicola Morra, “Delatore della Repubblica”, presidente dell’Antimafia e leader, a quel che si dice, di una rete “ispettiva” in Calabria, che sforna denunzie di corruzione e, al solito, di “abuso d’ufficio”, a destra ed a manca, guadagnandosi il cambio di ruolo (faceva le denunzie “nella sua qualità di Senatore della Repubblica), in “Delatore della Repubblica.

Non voglio attardarmi a parlare del di più ed a selezionare la portata di tali voci e denunce fatte da parlamentari della Repubblica. Ma il solo fatto che in una città che ha, oltre tutto, tradizioni di cultura e di sensibilità democratiche e che ha espresso uomini di grande levatura, si possa concepire un modo simile di fare politica, è cosa agghiacciante. Se poi si considera che la parte politica che si organizza per questa attività che più chiaramente può definirsi delazione organizzata, è sostenitrice della tesi che il cosiddetto “avviso di garanzia” “garantisce” a chi ne è causa di costringere alle dimissioni uomini politici e funzionari, abbiamo un quadro di una democrazia telematico-delatoria tale da rovinare il tessuto stesso della società e dello Stato non solo a Cosenza.

In questi anni Mario Occhiuto ha rappresentato il punto più  alto di resistenza contro il giustizialismo di Morra e dei centri sociali, rendendo la città di Cosenza libera e democratica.

Se c’è chi pensa che dedicarsi a certe congreghe di “investigatori” poco dilettevoli sia qualcosa di meglio della tradizionale delazione (di “corvi” e figuri “al soldo” delle Questure), il fatto è ancora più grave. L’imbecillità è il collante di ogni forma di malvivenza. Io ho sempre con coraggio, portato avanti la bandiera della Lega alla quale appartengo e mi sono battuto contro questo clima di intimidazione nei confronti del nostro leader Matteo Salvini, però avverto un clima di paura, nel denunciare quanto sta avvenendo in Calabria .La Lega Calabrese, avrebbe il dovere di reagire a questi  fatti e situazioni con fermezza e senza mezzi termini. Se non lo si fa, direi che è questo l’aspetto più preoccupante di un sistema indecoroso ed insopportabile che non ha a che fare con la democrazia. Lo dichiara Vincenzo Granata consigliere comunale Lega  e coordinatore Flat tax della città di Cosenza .

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