Pesante dichiarazione di Mario Occhiuto agli avversari: Giustizialismo becero, che augura a tutti manette e arresti .

Mario occhiuto

C’è una nuova “sinistra” che si dà da fare in città. La definirei la “sinistra dell’odio”, movimentista e populista. Senza ideali, se non quelli di odiare gli avversari. Che non si fa scrupoli ad allearsi con “sette” di esaltati, con vecchi arnesi della politica che hanno saccheggiato il territorio, con i 5stelle che adesso sono contemporaneamente al governo e all’opposizione.

È quella che fa i cortei e le manifestazioni a favore delle macchine, del traffico veicolare all’interno della città. Contraria alle zone a traffico limitato (ZTL) e all’estensione del verde e dei parchi urbani. Contraria alla realizzazione di nuove aree pedonali, di piste ciclabili. Contraria al tram e ai sistemi di trasporto pubblico e di mobilità sostenibile.

È quella che critica le nuove opere pubbliche solo perché le facciamo noi, che detesta le demolizioni che invece fanno parte del processo di trasformazione della città contemporanea. A cui non piacciono le feste di città e gli eventi.

È quella a favore dei cassonetti stradali e contro la differenziata porta a porta. A favore delle discariche e contro il riciclo dei materiali.

È quella dell’assistenzialismo e del giustizialismo più becero, che augura a tutti “manette” e arresti. Che utilizza delinquenti del web per intimidire e condizionare le istituzioni, e per offendere, diffamare, denigrare gli avversari. E che poi si reca ogni giorno in procura per denunciarli, nella speranza di farli fuori utilizzando la magistratura e gli altri organi dello Stato.

Se prevalessero questi signori, la nostra città e la nostra regione farebbero un altro disastroso passo indietro. Non possiamo permettercelo. Contro l’odio e le offese mettiamo in campo le nostre armi più potenti: la buona volontà e la determinazione, la pazienza, l’amore e la passione per il territorio, la comprensione reciproca e l’unità di intenti.

Ridicolo lo scontro sugli auguri a Scopelliti

Ridicolo lo scontro sugli auguri a Scopelliti: Consiglio al Presidente Morra, laureato in filosofia, e al suo entourage la lettura dell’opuscolo di Mauro Mellini “ Non è solo Saguto”

Lasciano perplessi le dichiarazioni dell’entourage del Presidente Morra per gli auguri di buon compleanno all’ex Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti . Come è noto La Commissione Antimafia deve studiare il fenomeno mafioso e le eventuali connivenze politiche. Per questi motivi consigliamo al Presidente Morra, laureato in filosofia, e al suo entourage la lettura l’opuscolo di Mauro Mellini “Non è solo Saguto”, lo scempio del diritto e dell’economia causato dalle C.D. misure di prevenzione antimafia in alcun degli articoli pubblicati su “ Giustizia Giusta” . È il processo Saguto, per i gravissimi fatti di malaffare, di corruzione e di clientelismo nella gestione dei beni sequestrati e confiscati ai sospetti di essere mafiosi ed ai sospetti di essere sospettabili. Un abuso nella gestione di strumenti giudiziari che sono essi stessi espressione di un rovesciamento dei concetti basilari di diritto e di giustizia. Ridicolo lo scontro sugli auguri di buon compleanno dell’’On. Jole Santelli a Giuseppe Scopelliti. Discutiamo del caso Saguto.

Il Presidente
Associazione
Legalità Democratica
Avv. Maximiliano Granata

Cs. 23.11.2018

Cosenza” 5 Giorni di musica contro le mafie”: Granata( Legalità Democratica) insieme a Gratteri ci saremo anche noi .

Avv.  Maximiliano Granata ( Legalità democratica)

Sarà il magistrato Nicola Gratteri a dare il via, la mattina del 10 dicembre, all’anteprima di ‘5 Giorni di Musica contro le mafie’, in programma dall’11 al 15 dicembre a Cosenza. Levante, Ex-Otago e Diodato saranno premiati al concerto del 15 dicembre, a chiusura di una settimana di spettacoli, concerti, incontri, cinema, mostre, showcase e show cooking.

Protagonisti agli showcase saranno Erica Mou, Gabriella Martinelli, Chiara Effe, Giulia Mei, La Municipal. La ‘5 Giorni di Musica contro le mafie’, cosi’ come il Premio nazionale Musica contro le mafie – giunto alla 9^ edizione con un record di iscritti – si rivolgono soprattutto a un giovanissimo pubblico. Per questa ragione entrambi dimostrano, sia verso il territorio locale sia per quello nazionale, con esempi tangibili, che e’ possibile innescare un circolo virtuoso di partecipazione intellettiva ed emotiva, individuale e collettiva. (Ansa)

Ci saremo anche noi come Associazione Legalità Democratica per testimoniare la nostra battaglia contro il fenomeno mafioso .

Iacchitè: Caso Cosenza. Intervenga il Procuratore della Repubblica per condotte persecutorie

Tribunale di Cosenza

Iacchitè : Granata (Legalità Democratica), intervenga il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Cosenza, Dr. Mario Spagnuolo, per condotte persecutorie .

Da oltre quattro anni, prima  il giornale “La Provincia cosentina” e poi un sito denominato Iacchitè gestito da diffamatori professionisti, al di fuori di qualsivoglia esercizio lecito del diritto di critica – non potendo certo parlare del diritto di cronaca – in quanto vi è’ una gratuita aggressione al Sindaco della città di Cosenza e al sottoscritto nella mia qualità di Presidente del Consorzio Valle Crati, infamante ed umiliante, travalicandosi palesemente il legittimo limite del dissenso sulle legittime iniziative amministrative poste in essere dal Comune di Cosenza e dal Consorzio Valle Crati. In pochi mesi ho presentato tre denunce alla Procura della Repubblica che delineano un chiaro quadro di diffamazione reiterata e continua e che delineano vere e proprie condotte persecutorie. Vi è di più sono note le innumerevoli denunce presentate dal Sindaco della città di Cosenza. Come mai già con le varie condanne in primo grado e gli oltre 150 procedimenti a carico di Iacchite’, i pubblici ministeri del tribunale di Cosenza non intervengono.

Tra le principali ipotesi di rilievo deontologico che interessano il magistrato del pubblico ministero viene in rilievo il fenomeno dell’omissione nel compimento di attività doverose durante la fase delle indagini preliminari, tra cui possono annoverarsi:  il mancato rispetto dei termini previsti per la conclusione delle indagini preliminari; la vera e propria inerzia investigativa, ossia il mancato compimento di qualsivoglia attività e la mancata assunzione di determinazioni in ordine all’esercizio dell’azione penale, trascorso un lasso di tempo dalla scadenza dei termini di cui agli articoli 405,406 e 407, cod. proc. Pen., oltre ogni ragionevolezza .

Per questi motivi, chiediamo l’intervento del Procuratore della Repubblica di Cosenza.

MAGISTRATI: IN ATTESA DELLA CATASTROFE

Mauro Mellini

Che fa il Partito dei Magistrati?

Il caos del mondo politico e delle strutture governative è tale che, magari, qualcuno ha l’impressione che esso si sia ritirato e messo da parte, spaventato più che stimolato dalla prospettiva di conquistare il potere, gli altri poteri dello Stato.

Non credo che ciò sia vero. L’erosione del sistema di bilanciamento dei poteri e dei limiti che quello giudiziario deve osservare è costante e insistente. Ed ogni tanto qualche palese baggianata, qualche piede in fallo messo nel muoversi in tale direzione si manifesta in modo clamoroso e grottesco. Basti pensare alla contestazione del “sequestro di persona per mancata accoglienza” del Procuratore di Agrigento, divenuto per l’occasione Procuratore di tutti i mari e di tutti i porti.

E’ vero, piuttosto, che anche il P.d.M.  è in crisi, è senza guida e va brancolando alla ricerca di obiettivi. Che non gli mancano perché sempre e ovunque cerca potere e tende a debordare per procurarsene quanto non gli spetta in ogni occasione e direzione.

C’è poi il fatto che, a seguito della clamorosa contestazione che la stessa Cassazione ha fatto delle vicende di Nino Di Matteo, dell’affare Saguto, di quello di Sicindustria, la Sicilia e Palermo fino a poco fa capitale di Togalandia sembrano divenute sede meno tranquille per l’estremismo politico-giudiziario, già compromesso fortemente in Sicilia dai capitomboli non solo politici di Ingroia, che in una alleanza del P.d.M. con i 5 Stelle sembrava essere divenuto il profeta ed il maestro.

L’epicentro delle velleità (se di velleità si tratta) di “occupare la politica” da parte dei magistrati “lottatori” è ora indiscutibilmente la Calabria.

Ed in Calabria è Gratteri con il suo variegato passato di rapporti speciali con la politica (Ministro della Giustizia in pectore di Renzi, respinto da Napolitano etc. etc.) pare abbia scelto di muoversi sul piede di casa. C’è chi in Calabria dà per sicuro la sua candidatura a Presidente della Regione per le prossime elezioni.

Non so quanto vi sia di vero e di probabile in una così specifica affermazione. Certo è che Gratteri sta diventando primatista di presenze in convegni, dibattiti, cerimonie ed esibizioni varie, al punto da mettere in pericolo il primato del “Cittadino di Cento Città”, Di Matteo.

Una domanda si impone: con chi dovrebbe scendere in campo il Procuratore oramai distratto da altri miraggi? L’idea che un magistrato non ha bisogno di scegliersi un partito è tramontata già con l’ineffabile Ingroia.

Che lo vogliano con loro i 5 Stelle è probabile, anche se da quella parte le cose sono sempre meno certe di quanto possano apparire. E, poi, questo segnerebbe un altro passo, localmente definitivo, della frattura con la Lega. Senza la quale non c’è toga che potrebbe colmare il deficit, questa volta, di voti.

Ma quanti in Calabria si rendono conto del pericolo di una tale candidatura, è ben che facciano conoscere il loro NO secco ed insuperabile senza attendere l’ultimo momento, in cui lo sgomento del dir no ad una toga così fortemente sventolata al vento della politica potrebbe superare ogni ragionevolezza.

Intanto c’è il diffondersi e consolidarsi della tendenza a sottoporre l’attività amministrativa ad una sorta di sindacato di merito da parte della giustizia, di quella penale (e delle Procure) soprattutto facendo di ogni errore di procedura un “abuso”. Si potrebbe dire che i Magistrati, quelli “lottatori”, del “Partito”, abusando soprattutto del reato di abuso d’ufficio si attribuiscano una partecipazione al potere esecutivo. E, quel che è più grave, tale potere non è “correttivo”, di incidenza sulla repressione del mal fatto, ma è realizzato con la diffusione generale di un timore su ciò che potrebbe pensarne la Procura. Paura dell’incidente giudiziario, cioè, invece che della legge penale.

E paura anche del più clamoroso degli errori di Procure e Gip. Nessuno vuole rischiare arresti e provvedimenti cautelari, anche se così assurdi da essere certamente seguiti da clamorose (mai abbastanza) assoluzioni e revoche.

C’è in atto una politica da intimidazione che è l’esatto opposto delle funzioni della Giustizia in un Paese libero.

Avvisi di cosiddetta garanzia, arresti, sospensioni cautelari. A volte non si va oltre. Ma, ai fini di una politica di generale intimidazione e di imposizione del potere della “Magistratura partito” anche un avviso di garanzia il più sgangherato destinato a finire in una archiviazione a breve termine (il che è sempre difficile) sono un mezzo di intimidazione, fanno sì che qualcuno, magari un vero galantuomo sia portato a dire “Ma chi me lo fa fare?”. Non tutti possono permettersi di reagire come Salvini di fronte alla cantonata di Patronaggio.

E questa capacità di intimidazione nei confronti anche e soprattutto delle persone dabbene diventa una “ragione” per guardarsi le spalle prendendosi in Giunta un magistrato, che sia di garanzia e di protezione agli altri.

Cosa che, poi, magari non funziona affatto.

Insomma, mentre il Partito dei Magistrati perde colpi ed occasioni per le sue maggiori ambizioni, si consolidano e si fanno più insolenti i suoi espedienti, le sue violenze locali, i suoi abusi quotidiani.

Si parla di molti guai. Non si parla abbastanza di questi che non sono dei minori e, francamente, sono i più sporchi.

Mauro Mellini

Iacchitè e le dichiarazioni dei pentiti. Che fine ha fatto l’inchiesta ?

Tribunale di Cosenza

Fonte AGI 30 Giugno 2017

Iacchitè e le dichiarazioni dei pentiti. Che fine ha fatto l’inchiesta ?

Diverse perquisizioni sono in corso a Cosenza ad opera dei carabinieri del comando provinciale su delega della locale Procura della Repubblica nell’ambito di un’operazione antidroga.Tra gli obiettivi dei militari dell’Arma, la redazione del giornale on line “Iacchite’” e le abitazioni dei giornalisti Gabriele Carchidi e Michele Santagata, oltre a quelle di alcuni presunti spacciatori della citta’ bruzia. L’attivita’ s’inserisce nel contesto di un piu’ ampio contesto investigativo che mira a far luce sul mercato degli stupefacenti a Cosenza. I provvedimenti sono firmati dal procuratore aggiunto Marisa Manzini. Quattro le persone indagate. Secondo quanto riferito all’Agi dal direttore del sito, Gabriele Carchidi, i militari hanno anche sequestrato alcuni computer della redazione. “Un vero e proprio abuso – ha detto Carchidi – che non ha nulla che vedere con l’inchiesta sulla droga ma e’ solo un tentativo di tapparci la bocca”. All’origine della perquisizione sarebbero le dichiarazioni di alcuni pentiti.

Operazione Merlino ennesimo caso di provvedimenti cautelari incauti

Dr. Otello Lupacchini

Operazione Merlino ennesimo caso di provvedimenti  cautelari  incauti: Caso Procura di Paola e Cosenza, intervenga il Procuratore Generale di Corte d’Appello dr. Otello Lupacchini, per i relativi atti consequenziali.

Il tribunale del Riesame di Catanzaro accoglie quasi tutte le richieste avanzate dai legali degli indagati nell’operazione “ Merlino” condotta dalla Procura di Paola. Questo è l’ennesimo episodio di misure cautelari personali annullate dal tribunale del Riesame . Al momento direi che il culmine della “specializzazione”, quello nell’uso di certi articoli del codice, è raggiunto nelle procure calabresi, in particolare quella di Paola e Cosenza, dove dei magistrati hanno scoperto le norme del codice di procedura penale che consentono l’interdizione temporanea da funzioni, cariche, professioni, etc. C’è la tendenza ad interdire o ad arrestare, più che una determinata funzione effettivamente connessa col reato la partecipazione alla vita sociale del soggetto. Una punizione anticipata della “capacità a delinquere”. Un’analisi puntuale, coraggiosa e senza reticenza dei “casi” di giustizia ingiusta è quindi attività che si traduce anche in difesa dei principi fondamentali dello Stato libero e democratico. E’ con tale attività di puntuale e, magari, puntiglioso studio ed analisi e di denunzia delle patologie giudiziarie che si fa seriamente la battaglia non solo per la Giustizia Giusta, ma per quella della difesa delle libere istituzioni nel loro globale ed inscindibile complesso. E che si distingue dalle vaghe predicazioni di certi profeti di sé stessi comodamente scambiati per innovatori, di nostra conoscenza ed esperienza . Per questi motivi chiediamo l’intervento del  Procuratore Generale di Corte d’Appello dr. Otello Lupacchini Lupacchini per  verificare gli atti posti in essere dagli uffici delle Procura Calabresi , in particolare la Procura di Cosenza e di Paola , già oggetto di vari provvedimenti cautelari incauti annullati dal Tribunale del Riesame e in alcuni casi dalla Cassazione .

 

Il Presidente

Associazione

Legalità Democratica

Avv. Maximiliano Granata

Al Procuratore della Repubblica di Cosenza Spagnuolo, più controlli sull’operato dei pubblici ministeri

Tribunale di Cosenza

Al Procuratore della Repubblica di Cosenza Spagnuolo, più controlli sull’operato dei pubblici ministeri

Il caso noto sull’inchiesta relativa sulo stock di tessere elettorali trovate nella sede del PSE, induce alcune riflessioni : Tra le principali ipotesi di rilievo deontologico che interessano il magistrato del pubblico ministero viene in rilievo il fenomeno dell’omissione nel compimento di attività doverose durante la fase delle indagini preliminari, tra cui possono annoverarsi: – la tardiva ovvero l’intempestiva iscrizione del nominativo della persona sottoposta ad indagini nel registro di cui all’articolo 335, cod. proc. pen.; – l’omessa vigilanza sugli ausiliari o sulla polizia giudiziaria che non rispettano i termini stabiliti per l’espletamento dell’incarico ovvero delle investigazioni delegate; – il mancato rispetto dei termini previsti per la conclusione delle indagini preliminari; – la vera e propria inerzia investigativa, ossia il mancato compimento di qualsivoglia attività e la mancata assunzione di determinazioni in ordine all’esercizio dell’azione penale, trascorso un lasso di tempo dalla scadenza dei termini di cui agli articoli 405, 406 e 407, cod. proc. pen., oltre ogni ragionevolezza. Per questo motivi il Procuratore della Repubblica di Cosenza dovrebbe esercitare più controlli sull’operato dei pubblici ministeri .

Paola – Modello Fuscaldo: “impianto Bruni” al vaglio dei giudici catanzaresi

Fonte Marsili Notizie

Come anticipato, nella giornata di ieri si è tenuta – presso il Tribunale del Riesame di Catanzaro – l’udienza relativa alle conseguenze scaturite dall’operazione “Merlino”, con la quale la Procura della Repubblica di Paola ha di fatto “raso al suolo” l’amministrazione comunale di Fuscaldo.

Dinnanzi ai giudici catanzaresi sono comparsi i legali di gran parte delle persone arrestate ormai più di una settimana fa, mentre a rappresentare le ragioni dell’accusa c’era il Procuratore Capo paolano, Pierpaolo Bruni.

Al vaglio dei magistrati, tra le varie posizioni, anche quella del sindaco (sospeso ma non dimesso) Gianfranco Ramundo, i cui legali – i penalisti Giuseppe Bruno e Nicola Carratelli –insieme ai difensori dell’imprenditore Gianfranco Mirabelli (anch’egli associato alla misura cautelare inframuraria), hanno sollevato l’eccezione di “incompetenza territoriale” del Tribunale di Paola rispetto all’entità di un’accusa di reato che sarebbe stata appannaggio del Tribunale di Cosenza.

Anche i legali di altri indagati, nella fattispecie quelli del vicesindaco Paolo Cavaliere, dell’assessore Paolo Ercole Fuscaldo e del funzionario (“Merlino”) Michele Fernandez, rivolgendosi ai giudici hanno chiesto la commutazione dell’attuale misura detentiva in una meno afflittiva esigenza cautelare. Stesso dicasi per l’imprenditore (ai domiciliari) Massimiliano De Santo che, assistito dall’avvocato Franz Caruso, ha dichiarato la propria estraneità rispetto ai fatti contestati.

A difendere le ragioni dell’accusa c’era il Procuratore Pierpaolo Bruni, il quale ha ricostruito in aula tutti i passaggi dell’operazione condotta sulla scorta delle indagini della Guardia di Finanza, confermando – anche all’esito delle procedure “di garanzia” messe in atto nei giorni scorsi – tutto l’impianto che ha determinato l’arresto di quello che ha ormai assunto i connotati di un vero e proprio “Modello”, basato su contestazioni vertenti corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere peculato, falso ideologico e turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione.

Nei prossimi giorni saranno discusse le posizioni degli altri indagati che hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Catanzaro.