Legalità Democratica:Le frequentazioni del Sen. Nicola Morra nei palazzi di Giustizia .

Mauro Mellini

Movimento Legalità Democratica

La cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo: Le frequentazioni del Sen Nicola Morra nei palazzi di Giustizia .

Continuano le frequentazioni assidue in giornate qualsiasi ed in occasioni speciali del Sen. Nicola Morra nei palazzi di Giustizia .

L’ultima uscita del Sen Nicola Morra sulla vicenda Asili Nido e sulle continue denunce a Mario Occhiuto fa ritornare alla memoria l’ultimo articolo di  Mauro Mellini, già componente del CSM, nel suo articolo del 5 Gennaio 2018 che sulle frequentazioni del sen. Nicola Morra  cosi scriveva “ Non parliamo poi dei Palazzi di Giustizia, dove, a parte i magistrati e gli avvocati, tanta gente è costretta a recarsi fin troppo spesso ed inutilmente, senza che sia lecito e sensato lambiccarsi il cervello e cercare di lambiccare quello altrui sui motivi di tale frequenza. Questo perché a Cosenza, in Calabria, non c’è (spero che non ci sia) la legge siciliana anticorruzione che affida ai portieri la custodia oltre che dei beni materiali, anche della limpidezza dei rapporti tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni. Meno male. Perché altrimenti la frequenza assidua in giornate qualsiasi ed in occasioni speciali di un autorevole personaggio, impreziosito dal laticlavio, il sen. Nicola Morra nei locali del Palazzo di Giustizia, avrebbe dovuto essere oggetto di un circostanziato (si fa per dire) rapporto di uno o più portinai dei vari turni. Ci sono secoli di civiltà giuridica che cozzano contro la convinzione di Davigo e contro una cultura che seppellisce l’approccio del Beccaria e i principi costituzionali ispirati a un rigoroso garantismo.  Non accetterò mai l’assunto per cui non esistono cittadini innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti. Perché questa è barbarie, non giustizia. «La cultura del sospetto non è l’anticamera della verità: la cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo», diceva Giovanni Falcone. Per me sono parole che andrebbero scolpite in ogni tribunale accanto all’espressione «La legge è uguale per tutti».

P.S. A parte il ruolo dei portinai e l’istituzionalizzazione dei loro pettegolezzi e magari della rilevanza, in una giustizia del sospetto, dei relativi rapporti istituzionalizzati o no, non sarebbe del tutto fuor di luogo, almeno in attuazione del principio della “par condicio” preelettorale e postelettorale, quantizzare i tempi di permanenza della classe politica negli Uffici Giudiziari. “Par condicio visitatorem”. Che ve ne pare?

Avv. Maximiliano Granata
Coordinatore Regionale
Movimento Legalità Democratica
18.03.2017

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