Il Presidente Granata(Valle Crati): Richiesta al Tribunale e alla casa circondariale ”Sergio Cosmai” di Cosenza l’autorizzazione allo scarico.

Non si ferma l’attività del catasto degli scarichi per la “Gestione tecnica, operativa ed amministrativa di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto di Depurazione sito in c.da Coda di Volpe del comune di Rende, nonché delle reti di collettamento consortile e opere annesse”. Su indirizzo del Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata, il responsabile dell’ufficio tecnico Ing. Oreste Citrea ha richiesto la produzione della documentazione relativa allo scarico in pubblica fognatura al Presidente del Tribunale di Cosenza e al Direttore della Casa Circondariale “Sergio Cosmai”, oltre alla Farvima Medicinali spa Rende, Autodemolizione Cesare- Autodemolitore, Bobcat-Fornitore di attrezzature per l’edilizia, STR Commerce-Distribuzione di Bevande, Mauser Gas srl-Grossista, Garofali S.P.A. filiale di Rende, Vanilla Music Addict- Discoteca, Centro Installazione di Nisi Lucia- Centro Autorizzato Termo King- Ditta specializzata in impianti di condizionamento, Strano SPA, Sysco SPA, Cedis di Imbrogno Steno & C. S.N.C., Intimo e Calze Franzoni- Negozio di abbigliamento. Ad avviso del Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata, dobbiamo mettere ordine al sistema degli scarichi, e’ evidente l’importanza di poter disporre di un catasto completo e sistematicamente aggiornato tale da ottenere in tempo reale i dati relativi alla localizzazione degli insediamenti (agglomerati e stabilimenti), nonché alla qualità degli scarichi sul territorio, per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale fissati dal D.Lgs. 152/2006, riferiti ai singoli corpi idrici. Lo dichiara il Presidente del Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata .

Iacchite’ : Intervenga il Procuratore Mario Spagnuolo, condotte persecutorie .

Tribunale di Cosenza

Iacchitè : Intervenga il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Cosenza, Dr. Mario Spagnuolo, terza denuncia presentata all’autorita’ giudiziaria, condotte persecutorie.

Da oltre quattro anni, prima  il giornale “La provincia cosentina” e poi un sito denominato Iacchitè gestito da diffamatori professionisti, al di fuori di qualsivoglia esercizio lecito del diritto di critica – non potendo certo parlare del diritto di cronaca – in quanto vi è’ una gratuita aggressione al sindaco della città di Cosenza e al sottoscritto nella mia qualità di Presidente del Consorzio Valle Crati, infamante ed umiliante, travalicandosi palesemente il legittimo limite del dissenso sulle legittime iniziative amministrative poste in essere dal Comune di Cosenza e dal Consorzio Valle Crati. In pochi mesi ho presentato tre denunce alla Procura della Repubblica che delineano un chiaro quadro di diffamazione reiterata e continua e che delineano vere e proprie condotte persecutorie. Come mai già con le varie condanne in primo grado e gli oltre 150 procedimenti a carico di Iacchite’, la Procura della Repubblica di Cosenza non interviene in maniera adeguata .

Il caso Ciro’. Il Tribunale di Cosenza e le frequentazioni del Sen. Nicola Morra.

Il Senatore Nicola Morra e Giuseppe Ciro’

Il caso Ciro’ . Il Tribunale di Cosenza e le frequentazioni del sen. Nicola Morra: la cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo .

Nel Tribunale di Cosenza da anni ci sono assidue frequentazioni che si intensificano specialmente nel periodo estivo da parte del sen. Nicola Morra , notoriamente vicino alle posizioni del magistrato leader della corrente autonomia e indipendenza –
In questi giorni viene anche notata una presenza assidua presso il tribunale di Cosenza di Giuseppe Ciro’ che per come è noto Mario Occhiuto ha licenziato dal suo ruolo di caposegreteria, e denunciato alla procura della Repubblica, nel mese di marzo 2017 .
Da sette anni Mario Occhiuto governa Cosenza seguendo il principio della trasparenza e correttezza amministrativa, cambiando il volto della città .
Purtroppo i principi fondamentali delle garanzie costituzionali, della civiltà del processo penale sono stati “ aggirati” con una costante interpretazione riduttiva degli effetti: calpestati e sostituiti con il mito dell’efficacia. Efficacia di “lotta”, capacità di danneggiare il “nemico”, anche a costo di non risparmiare gli innocenti e i loro diritti.
Nella città di Cosenza non si puo’ istituzionalizzare il pettegolezzo e dare rilevanza ad una giustizia del sospetto, attraverso l’uso di giornali online, ampiamente conosciuti in città per le reiterate condanne per diffamazione e che vengono utilizzati per aprire inchieste giudiziarie ed avviare indagini per cercare di colpire l’avversario politico .
Gli ultimi eventi cittadini fanno ritornare alla memoria l’ultimo articolo di Mauro Mellini, già componente del CSM, nel suo articolo del 5 Gennaio 2018 che sulle frequentazioni del sen. Nicola Morra cosi scriveva “ Non parliamo poi dei Palazzi di Giustizia, dove, a parte i magistrati e gli avvocati, tanta gente è costretta a recarsi fin troppo spesso ed inutilmente, senza che sia lecito e sensato lambiccarsi il cervello e cercare di lambiccare quello altrui sui motivi di tale frequenza. Questo perché a Cosenza, in Calabria, non c’è (spero che non ci sia) la legge siciliana anticorruzione che affida ai portieri la custodia oltre che dei beni materiali, anche della limpidezza dei rapporti tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni. Meno male. Perché altrimenti la frequenza assidua in giornate qualsiasi ed in occasioni speciali di un autorevole personaggio, impreziosito dal laticlavio, il sen. Nicola Morra nei locali del Palazzo di Giustizia, avrebbe dovuto essere oggetto di un circostanziato (si fa per dire) rapporto di uno o più portinai dei vari turni. Ci sono secoli di civiltà giuridica che cozzano contro la convinzione di Davigo e contro una cultura che seppellisce l’approccio del Beccaria e i principi costituzionali ispirati a un rigoroso garantismo. Non accetterò mai l’assunto per cui non esistono cittadini innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti. Perché questa è barbarie, non giustizia. «La cultura del sospetto non è l’anticamera della verità: la cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo», diceva Giovanni Falcone. Per me sono parole che andrebbero scolpite in ogni tribunale accanto all’espressione «La legge è uguale per tutti».