Paola – Modello Fuscaldo: “impianto Bruni” al vaglio dei giudici catanzaresi

Fonte Marsili Notizie

Come anticipato, nella giornata di ieri si è tenuta – presso il Tribunale del Riesame di Catanzaro – l’udienza relativa alle conseguenze scaturite dall’operazione “Merlino”, con la quale la Procura della Repubblica di Paola ha di fatto “raso al suolo” l’amministrazione comunale di Fuscaldo.

Dinnanzi ai giudici catanzaresi sono comparsi i legali di gran parte delle persone arrestate ormai più di una settimana fa, mentre a rappresentare le ragioni dell’accusa c’era il Procuratore Capo paolano, Pierpaolo Bruni.

Al vaglio dei magistrati, tra le varie posizioni, anche quella del sindaco (sospeso ma non dimesso) Gianfranco Ramundo, i cui legali – i penalisti Giuseppe Bruno e Nicola Carratelli –insieme ai difensori dell’imprenditore Gianfranco Mirabelli (anch’egli associato alla misura cautelare inframuraria), hanno sollevato l’eccezione di “incompetenza territoriale” del Tribunale di Paola rispetto all’entità di un’accusa di reato che sarebbe stata appannaggio del Tribunale di Cosenza.

Anche i legali di altri indagati, nella fattispecie quelli del vicesindaco Paolo Cavaliere, dell’assessore Paolo Ercole Fuscaldo e del funzionario (“Merlino”) Michele Fernandez, rivolgendosi ai giudici hanno chiesto la commutazione dell’attuale misura detentiva in una meno afflittiva esigenza cautelare. Stesso dicasi per l’imprenditore (ai domiciliari) Massimiliano De Santo che, assistito dall’avvocato Franz Caruso, ha dichiarato la propria estraneità rispetto ai fatti contestati.

A difendere le ragioni dell’accusa c’era il Procuratore Pierpaolo Bruni, il quale ha ricostruito in aula tutti i passaggi dell’operazione condotta sulla scorta delle indagini della Guardia di Finanza, confermando – anche all’esito delle procedure “di garanzia” messe in atto nei giorni scorsi – tutto l’impianto che ha determinato l’arresto di quello che ha ormai assunto i connotati di un vero e proprio “Modello”, basato su contestazioni vertenti corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere peculato, falso ideologico e turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione.

Nei prossimi giorni saranno discusse le posizioni degli altri indagati che hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Catanzaro.