Nicola Morra Delatore della Repubblica, ricordi di un articolo di Mauro Mellini. Io e Mauro non abbiamo El Miedo

Il mio grande amico e mentore Mauro Mellini non e’ piu’ tra di noi dal mese di Luglio dell’anno in corso. Quanti ricordi che si rievocano nella mia mente, sulle nostre discussioni tra Roma e Cosenza. Nelle nostre piacevoli conversazioni estive nel mare incantevole del tirreno cosentino, si ironizzava sulle vicende tragiche della giustizia in Calabria e avevamo individuato una parola spagnola, “El Miedo”, la paura degli amministratori calabresi di alzare la testa di fronte le ingiustizie compiute dal partito dei magistrati.  E’ in questo nostro ragionamento si parlava del noto caso dell'”On Delatore della Repubblica” e Mauro Mellini scrisse alcuni articoli su di lui . Lo incuriosiva molto la figura di questo personaggio politico cosi intento a frequentare il Tribunale di Cosenza e non solo. Oggi Nicola Morra si trova al centro di una rafica di attacchi politici per le sgradevoli dichiarazioni relative ad una grande donna politica calabrese e garantista, Jole Santelli,che oggi non è piu’ tra di noi. Già immagino Mauro Mellini che da lassù con l’ironia che lo contraddistingue tirare fuori dal cilindro un sonetto di Gioacchino Belli, per descrivere il senatore delatore. In onore di Mauro che da lassù mi vede, pubblico un suo articolo su questo modesto personaggio politico.

Il noto Giurista ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura On. Avv. Mauro Mellini interviene sul Caso Nicola Morra :
IL CASO DELL’ “ON. DELATORE DELLA REPUBBLICA”
E’ scoppiato (si fa per dire: anche alle bombe la stampa sa applicare, in certi casi, la sordina) il caso nientemeno che di una nostra vecchia conoscenza, l’attuale Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, il Senatore (ma, come vedremo, dovremmo dire l’”On. Delatore della Repubblica”) Nicola Morra del Collegio di Cosenza.
Avevamo già parecchio tempo fa segnalato la sconcezza di una perenne presenza del Prof. Morra nei locali della Procura della Repubblica di Cosenza ed in particolare negli Uffici di taluni Magistrati.
Che cosa avesse da fare, con tanta assiduità, noi che non abbiamo accesso alle intercettazioni lecite (accesso illecito) né avevamo sistemi illeciti di intercettazioni illecite, non potevamo certo dire. Ma molti elementi comprovavano già allora che tale presenza non era imposta da convocazioni, ma espressione di rapporti di particolare amicizia e collaborazione e, magari, di petulanza.
Oggi leggiamo su varii giornali e ripetutamente che il suddetto Prof. Morra, eletto Senatore, si direbbe per meriti di contiguità, manco a dirlo, nel partito di Casaleggio S.r.l., detto Cinquestelle, a quello dei Magistrati, avrebbe costituito una sorta di rete di indagini su tutte le amministrazioni della Provincia, in particolare quelle non in mano dei Casaleggesi. La sua presidenza dell’Antimafia, quindi, si inquadrerebbe piuttosto nel suo mestiere di mendicante di colloqui con i magistrati della Procura piuttosto che con una sua approfondita ed oggettiva visione del fenomeno mafia. Che di rapporti da leccapiedi di magistrati, alla ricerca del piede giusto ha antica e, magari, non sparita tradizione.
Scrivevamo già allora, quando il Nostro non era ancora Senatore, che se anche in Calabria si dovesse applicare la legge anticorruzione della Regione Siciliana, allora ci si troverebbe di fronte ad un caso in cui sarebbe stata imposta l’applicazione della norma di essa che impone ai portieri degli stabili in cui hanno sede Pubblici Uffici di segnalare alle autorità, credo quelle di P.S. la frequenza inspiegabile di determinate persone negli Uffici siti nel palazzo (Norma ereditata, credo, dall’O.V.R.A.).
Portieri delatori, dunque, piaccia o non piaccia questa qualifica per una categoria di rispettabili lavoratori.
Ma altro che portieri-delatori! Abbiamo oggi i Senatori-Delatori, anzi, ad essere più chiari ed espliciti gli “On. Delatori della Repubblica”.
Leggevo la copia di una denunzia del suddetto Prof. Sen. Morra: “Il sottoscritto Nicola Morra, nella sua qualità di Senatore della Repubblica, espone alla Signora vostra, per l’ipotesi che i fatti in questione possono costituire reato etc. etc.”.
Nella qualità di Senatore! Ecco per lui la funzione del Senatore: “ti dico questi fatti e pensaci tu a tirarne fuori un buon sugo di incriminazioni e di sputtanamento”.
Sputtanamento che non è mai mancato in danno di persone denunziate dal Nostro On. Delatore della Repubblica.
Avrei voluto che l’esperienza ed il senso di responsabilità e di stile del Prof. Morra, una volta eletto Senatore, gli facesse abbandonare certi vizietti che tanto hanno a che vedere con la delazione. Ma il lupo cambia il pelo e quel che segue.
Senatore? no! Delatore della Repubblica.
Mauro Mellini

Vincenzo Granata (Lega): Il maestro di filosofia delatore, Nicola Morra, impreparato e inconsistente .

Vincenzo Granata Lega               Nicola Morra M5S

Vincenzo Granata (Lega): Il maestro di filosofia delatore Nicola Morra, impreparato e inconsistente. L’imbecillità è il collante di ogni forma di malvivenza.

Un personaggio politico supponente, inconsistente e chiaramente impreparato che sfrutta la retorica della ndrangheta per denigrare l’avversario politico, fomentando una criminalizzazione che  ricade su Salvini, ma anche su tutti i calabresi che oggi vengono visti tutti come una grande cosca mafiosa.

Vi è di più da molti anni in Calabria, si sono formati “gruppi di lavoro” che fanno capo all’impegno paragiudiziario dell’insegnante filosofo Morra, del Movimento 5 Stelle di Cosenza divenuto poi Senatore e Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, del quale a suo tempo avevo a segnalare una parossistica presenza in Uffici ed anticamere del Palazzo di Giustizia. Pare dunque, che tali “gruppi di lavoro”, che potrebbero chiamarsi “gruppi di delazione organizzata”, si siano creati tra gli “Amici del Bar dello Sport”, base del Movimento 5 Stelle di Cosenza, che “conducono istruttorie popolari” di presunti, presumibili e non presumibili reati contro la Pubblica Amministrazione, che, poi, esibiscono, magari con quel tanto di “autorevolezza” che loro deriva dal fatto di essere del partito del Presidente dell’Antimafia, negli Uffici della Guardia di Finanza o di altri Organi di Polizia Giudiziaria. Se c’è chi pensa che dedicarsi a certe congreghe di “investigatori” poco dilettevoli sia qualcosa di meglio della tradizionale delazione (di “corvi” e figuri “al soldo” delle Questure), il fatto è ancora più grave. L’imbecillità è il collante di ogni forma di malvivenza. C’è chi avrebbe il dovere di reagire a fatti e situazioni con fermezza e senza mezzi termini. Se non lo si fa, direi che è questo l’aspetto più preoccupante di un sistema indecoroso ed insopportabile che non ha a che fare con la democrazia”.

Vincenzo Granata

Consigliere Comunale Lega

Città di Cosenza

 

Mauro Mellini: Il caso DELL’ “ON. DELATORE DELLA REPUBBLICA” Nicola Morra

On. Avv.  Mauro Mellini

Il noto Giurista ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura On. Avv. Mauro Mellini interviene sul Caso Nicola Morra :
IL CASO DELL’ “ON. DELATORE DELLA REPUBBLICA”
E’ scoppiato (si fa per dire: anche alle bombe la stampa sa applicare, in certi casi, la sordina) il caso nientemeno che di una nostra vecchia conoscenza, l’attuale Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, il Senatore (ma, come vedremo, dovremmo dire l’”On. Delatore della Repubblica”) Nicola Morra del Collegio di Cosenza.
Avevamo già parecchio tempo fa segnalato la sconcezza di una perenne presenza del Prof. Morra nei locali della Procura della Repubblica di Cosenza ed in particolare negli Uffici di taluni Magistrati.
Che cosa avesse da fare, con tanta assiduità, noi che non abbiamo accesso alle intercettazioni lecite (accesso illecito) né avevamo sistemi illeciti di intercettazioni illecite, non potevamo certo dire. Ma molti elementi comprovavano già allora che tale presenza non era imposta da convocazioni, ma espressione di rapporti di particolare amicizia e collaborazione e, magari, di petulanza.
Oggi leggiamo su varii giornali e ripetutamente che il suddetto Prof. Morra, eletto Senatore, si direbbe per meriti di contiguità, manco a dirlo, nel partito di Casaleggio S.r.l., detto Cinquestelle, a quello dei Magistrati, avrebbe costituito una sorta di rete di indagini su tutte le amministrazioni della Provincia, in particolare quelle non in mano dei Casaleggesi. La sua presidenza dell’Antimafia, quindi, si inquadrerebbe piuttosto nel suo mestiere di mendicante di colloqui con i magistrati della Procura piuttosto che con una sua approfondita ed oggettiva visione del fenomeno mafia. Che di rapporti da leccapiedi di magistrati, alla ricerca del piede giusto ha antica e, magari, non sparita tradizione.
Scrivevamo già allora, quando il Nostro non era ancora Senatore, che se anche in Calabria si dovesse applicare la legge anticorruzione della Regione Siciliana, allora ci si troverebbe di fronte ad un caso in cui sarebbe stata imposta l’applicazione della norma di essa che impone ai portieri degli stabili in cui hanno sede Pubblici Uffici di segnalare alle autorità, credo quelle di P.S. la frequenza inspiegabile di determinate persone negli Uffici siti nel palazzo (Norma ereditata, credo, dall’O.V.R.A.).
Portieri delatori, dunque, piaccia o non piaccia questa qualifica per una categoria di rispettabili lavoratori.
Ma altro che portieri-delatori! Abbiamo oggi i Senatori-Delatori, anzi, ad essere più chiari ed espliciti gli “On. Delatori della Repubblica”.
Leggevo la copia di una denunzia del suddetto Prof. Sen. Morra: “Il sottoscritto Nicola Morra, nella sua qualità di Senatore della Repubblica, espone alla Signora vostra, per l’ipotesi che i fatti in questione possono costituire reato etc. etc.”.
Nella qualità di Senatore! Ecco per lui la funzione del Senatore: “ti dico questi fatti e pensaci tu a tirarne fuori un buon sugo di incriminazioni e di sputtanamento”.
Sputtanamento che non è mai mancato in danno di persone denunziate dal Nostro On. Delatore della Repubblica.
Avrei voluto che l’esperienza ed il senso di responsabilità e di stile del Prof. Morra, una volta eletto Senatore, gli facesse abbandonare certi vizietti che tanto hanno a che vedere con la delazione. Ma il lupo cambia il pelo e quel che segue.
Senatore? no! Delatore della Repubblica.
Mauro Mellini
18.07.2019