Auguri del Sindaco Occhiuto e del Presidente Granata a Vincenzo Granata per la costituzione del comitato Flat Tax .

Maximiliano Granata, Mario Occhiuto e Vincenzo Granata

Gli auguri del Presidente del Consorzio Valle Crati Maximiliano Granata e del Sindaco Occhiuto a Vincenzo Granata per la costituzione del comitato Flat Tax

“Le mie congratulazioni al consigliere comunale Vincenzo Granata per la costituzione del comitato Flat Tax Cosenza – afferma il sindaco Mario Occhiuto – Fa onore a un nostro esponente della maggioranza a palazzo dei Bruzi l’impegno di poter contribuire a sostenere i professionisti, gli imprenditori, i commercianti, coloro che hanno una partita iva, gli studenti, per ridurre quindi il carico fiscale alle famiglie e alle imprese. Nell’ottica di una politica locale che si apre ai temi nazionali importanti per la collettività, guardo positivamente al convegno del prossimo settembre sulla Flat Tax che si terrà proprio a Cosenza. All’amico Vincenzo Granata molti auguri e complimenti”.
Complimenti per la costituzione del comitato Flat Tax viene espressa anche dal Presidente del Consorzio Valle Crati Maximiliano Granata che fa gli auguri di buon lavoro al neo coordinatore della Flat tax Vincenzo Granata. Anche il Presidente Granata guarda con attenzione al convegno del prossimo Settembre che si terrà nella città Cosenza, alla presenza del Presidente del Comitato Nazionale Flat Tax Massimo Imperato e di Armando Siri autore del Libro sulla Flat Tax .

Vincenzo Granata nominato coordinatore Flat Tax Cosenza .

Il Presidente del Comitato Nazionale Flat Tax  Massimo Imperato e il consigliere comunale Lega della città di Cosenza Vincenzo Granata neo coordinatore Flat Tax Cosenza .

Vincenzo Granata, consigliere comunale città di Cosenza della Lega,  nominato coordinatore della Flat Tax Cosenza. Nel mese di Settembre convegno nella città di  Cosenza per la presentazione del libro sulla Flat Tax, alla presenza del suo autore Armando Siri .

Si è tenuta in Sicilia a Palermo  la riunione del Comitato Nazionale FLAT TAX dei Coordinatori Comitati Cittadini (Area Sud), alla presenza del Presidente del comitato Massimo Imperato e dell’On. Massimo Zullino . Nel corso della riunione Vincenzo Granata consigliere comunale Lega della città di Cosenza è stato nominato coordinatore della Flat Tax Cosenza . La FLAT TAX al 15% rappresenta uno dei punti programmatici fondanti del programma politico di Matteo Salvini. Il Comitato Nazionale per l’introduzione della Flat Tax in Italia nasce proprio per sostenere, con ancora più efficacia, la proposta di riforma fiscale del T.U.I.R. (Testo Unico delle Imposte sul Reddito) con l’introduzione della Flat Tax al 15%, e diffondere questo progetto in maniera capillare raccogliendo adesioni e consensi in tutto il Paese, da Nord a Sud, in particolare tra professionisti, imprenditori, commercianti, partite iva, studenti e, più in generale, tra chiunque ritenga che, senza una drastica riduzione del carico fiscale a favore di famiglie e imprese, non ci sarà mai una vera e propria ripresa economica. L’obiettivo è dunque aggregare persone nei vari comuni d’Italia, affinché aderiscano al progetto della Flat Tax al 15% e promuovano a loro volta iniziative di divulgazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica anche attraverso conferenze, presentazioni, manifestazioni e, soprattutto, la diffusione del libro di Armando Siri (Flat Tax: la rivoluzione fiscale in Italia è possibile), che rappresenta il punto di riferimento di questa riformaNel mese di Settembre si terrà un convegno nella città di  Cosenza per la presentazione del libro sulla Flat Tax, alla presenza del suo autore Armando Siri .

Vincenzo Granata

Consigliere comunale Lega città di Cosenza

Coordinatore Flat Tax Cosenza

L’AVVISO (CHE NON C’E’ DI) GARANZIA (E LA CONDANNA DI CHI SI CHIEDE CHE HA FATTO)

Maximiliano Granata e Mauro Mellini

L’AVVISO (CHE NON C’E’ DI) GARANZIA
(E LA CONDANNA DI CHI SI CHIEDE CHE HA FATTO)

Il caso del Sottosegretario Siri ci impone ancora una volta di riflettere su quel cumulo di ipocrisie e di falsità su cui si fonda nel nostro Paese la posizione dei cittadini di fronte alla giustizia ed alla legge e, soprattutto sulla perversione di ogni rapporto e di ogni equilibrio tra potere politico, potere giudiziario e potere mediatico.
“L’avviso di garanzia” variamente denominato e regolato negli anni, fu istituito, vigente ancora il Codice di procedura del 1930, con finalità, come si evince dalla denominazione che poi gli è stata data, di evitare che una persona potesse venire a sapere di essere stata oggetto di magari lunghe indagini giudiziarie e di subirne le conseguenze senza aver avuto neppure il sospetto di esserne stata oggetto.
Questa la scusante. In realtà, pur cambiato il Codice, affermata da tutte le parti la buona volontà di riconoscere e tutelare i diritti fondamentali del cittadino di fronte alle più pesanti esigenze di esercitare nei suoi confronti la giustizia, questo “avviso” o “comunicazione giudiziaria” non ha mai adempiuto all’esigenza di garantire chicchessia, o metterlo in condizioni di far meglio valere i suoi diritti, le sue ragioni e la “sua verità”.
Se “comunicazioni giudiziarie” o “avvisi di garanzia” hanno avuto ed hanno una reale funzione, essa è quella di proclamarne “l’apertura della caccia” nei confronti del cosiddetto (ipocritamente e sfacciatamente) garantito.
E’ un atto che pare, di fatto, non abbia altra funzione che quella di dare un minimo di concretezza (si fa per dire) alle “soffiate” più o meno flebili o potenti, “obiettive” (??) o maligne che dalle Procure e da quant’altri, avendo potere e funzione nelle indagini penali, sarebbero tenuti (nientemeno!!) al riserbo ed al segreto, dando al contempo ai giornali, giornaletti e giornaloni modo di riferire al pubblico qualcosa di più (facendolo quasi sempre diventare molto di più ancora) di un semplice “si dice”, anche quando “dirlo” non è né lecito né onesto.
La questione è divenuta di fondamentale importanza nei rapporti tra magistrati e politici, tra toghe e stampa.
Al “vantaggio”, che questo atto avrebbe dovuto e dovrebbe assicurare al soggetto cui è inviato, si sostituisce la condizione nascente da un vero e proprio “avviso di colpevolezza”.
Si dice di taluno (tanto più se è un “politico”) “raggiunto” (!!??) da un avviso di garanzia.
La condizione del libero cittadino (secondo il vigente “jus sputtanandi” cui questo incombente giudiziario è finalizzato) diventa una sorta di “status di precolpevolezza”, di mancanza di limpidezza della sua condotta, della sua coscienza, del suo modo di agire. “Indagato” è termine implicitamente spregiativo. Assurdamente più grave di “imputato”, che richiama una difesa, un difensore, un giudizio.
E’ un “quasi status” che, oltre tutto, sembra non finisca mai.
L’“imputato” può (se è fortunato) essere assolto.
L’“indagato”, sembra che lo rimandino “sine die”. E’ indagato? No? Beh…sarà un ex indagato.
Non c’è, del resto necessariamente un atto di “cessate indagini”. C’è il provvedimento di archiviazione. Che però, se l’avviso di garanzia è stato emesso nel corso ed in funzione di un’indagine complessa, può, di fatto mancare per quel singolo “indagato” benché non si arrivi ad una richiesta di rinvio a giudizio.
Quando poi l’oltranzismo nell’imbecillità di certi pseudo campioni dell’”onestà” politica impone, con grotteschi contratti o meno, di sanzionare lo “status” di indagato con la cacciata dalla funzione, dal seggio etc., si arriva all’assurdo per il quale può accadere che, accertato da parte del P.M. che non c’è un cavolo di prova o di indizio di colpevolezza dell’indagato, preferisca non chiudere la partita magari solo al fine di accettare, invece, se l’indagine abbia, per caso avuto origine da una denunzia addirittura calunniosa che esiga di procedere contro il calunniatore.
Allora può darsi che l’”indagato” (facciamo conto, che so, un Siri) sia cacciato dalle sue funzioni “non risultando” ancora riconosciuto estraneo ai fatti, mentre il procedimento va avanti solo per assicurargli giustizia contro i suoi calunniatori. Egli ne è oggetto delle peggiori conseguenze.
Qualcuno mi dirà che ciò non accadrà mai, è un indagato, non solo per un Di Maio e un Conte, non può che essere un condannato, un colpevole che “assolvere” non si usa più per chi è stato presentato al pubblico, tramite la stampa di Palazzo quale “indagato-colpevole”. Forse è vero…Ulteriori conseguenze di un’assurdità.
Detto questo è però assai più importante il fatto che con queste identificazioni balorde di concetti e questi “automatismi” cretini si cambiano i rapporti istituzionali tra i poteri dello Stato.
Sulla politica in genere, quella disonesta, ma, più ancora, su quella onesta (che c’è cari Amici del Bar dello Sport) pesa così un incombente potere di prevaricazione. Cui corrisponde un atteggiamento di paura, di timore reverenziale nei confronti dei più sconci esemplari di magistrati.
Bello, vero?
Mauro Mellini